«Una resistenza più agguerrita del previsto»
La resistenza ucraina è «più agguerrita del previsto». Lo sostengono fonti dell’intelligence USA. Ma nonostante le perdite inflitte all’esercito di Mosca, quella dell’esercito ucraino è una situazione disperata. Una vera e propria impresa da Davide contro Golia. In attesa di capire se i due governi avvieranno trattative – assai improbabile, specie dopo che Vladimir Putin ha chiesto all’esercito ucraino di «rimuovere» il presidente Volodymyr Zelensky – appare evidente come le sorti dello scontro armato siano segnate.
Numeri impietosi
I numeri in campo sono impietosi. Stando a un’analisi del Guardian, Mosca ha a disposizione per l’invasione circa oltre 150 mila soldati al confine ucraino, appoggiati da circa 34 mila effettivi delle forze separatiste delle sedicenti repubbliche filorusse di Donetsk e Lugansk. In ogni caso, l’intero apparato militare russo vanta 900 mila uomini, oltre a 2 milioni di riservisti. L’Ucraina, indica l’Istituto internazionale di studi strategici (IISS), ha a disposizione 196 mila soldati. Certo, meglio equipaggiati e addestrati che nel 2014, quando il Paese perse la Crimea senza colpo ferire, ma sempre e comunque troppo pochi per opporre una valida resistenza. Facile dunque comprendere la chiamata generale alle armi da parte di Zelensky. L’obiettivo ucraino è infliggere più perdite possibile agli invasori e, stando al Guardian, Kiev potrebbe contare su un totale di 300 mila persone con esperienza militare, oltre a 900 mila tra milizie territoriali volontarie e riservisti.
Anche dal punto di vista dei mezzi corazzati, il confronto è impietoso. Sempre stando alle stime dell’IISS, i 2.840 carri armati russi (gran parte dei quali sono T-72) surclassano la controparte ucraina con un rapporto di tre a uno. Preziosi in questo senso si sono rivelati i missili anticarro Javelin ricevuti dagli Stati Uniti e le armi anticarro inglesi (oltre a un piccolo numero di droni TB2 turchi), che hanno permesso di distruggere un numero imprecisato di T-72. E proprio gli USA hanno fornito nel corso degli ultimi otto anni materiale militare per 2,5 miliardi al Governo di Kiev: motovedette, blindati Humvee, fucili di precisione, droni, sistemi radar e radio. Secondo la Reuters, a gennaio la Gran Bretagna ha invece inviato 2 mila missili anticarro a corto raggio oltre a veicolo corazzati Saxon. Le Repubbliche baltiche hanno dal canto loro inviato armi anticarro mentre la Germania ha co-finanziato un ospedale da campo.
Ma sono armi sovietiche...
Tuttavia, la gran parte dell’esercito ucraino è equipaggiata con armi e attrezzature risalenti all’epoca sovietica, quindi obsolete e soprattutto ben conosciute dagli avversari russi. Negli ultimi anni, Mosca ha di contro modernizzato il suo esercito spendendo, nel solo 2021, oltre 61 miliardi di dollari. A titolo di paragone, scrive la Reuters, nel 2020 l’Ucraina ha speso ‘solo’ 4,3 miliardi di dollari.
Ecco perché l’assedio di Kiev, iniziato nelle scorse ore, sembrerebbe destinato a concludersi in tempi brevi mentre un intervento delle truppe NATO è ovviamente escluso visto che l’Ucraina non fa parte dell’alleanza atlantica.
Un alto ufficiale americano citato dal Washington Post ha spiegato che martedì almeno 75 bombardieri russi sono stati coinvolti negli attacchi iniziali al sistema di difesa aereo ucraino, ai depositi di munizioni e agli aeroporti. Inoltre due dozzine di elicotteri d’attacco e da trasporto hanno attaccato l’aeroporto di Hostomel, appena fuori Kiev. Nelle scorse ore, il ministero della Difesa di Kiev, Andrey Taran, ha stimato le perdite «nemiche» in sette aerei, sei elicotteri, 130 veicoli blindati e oltre 30 carri armati. Cifre ufficiali ancora non ce ne sono e le uniche conferme per ora, arrivano dai social.