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UNRWA: «Continuiamo a operare a Gaza fornendo supporto psicologico»

Continuano i raid in Cisgiordania: almeno 10 palestinesi arrestati – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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UNRWA: «Continuiamo a operare a Gaza fornendo supporto psicologico»
Red. Online
04.03.2025 09:40
12:25
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Chiesta la «completa demilitarizzazione» di Gaza

Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar chiede la 'completa demilitarizzazione' di Gaza per passare alla seconda fase dell'accordo sulla tregua.

Sa'ar ha anche rivendicato il blocco degli aiuti umanitari: «Gli aiuti umanitari sono diventati la principale fonte di reddito di Hamas a Gaza. Quei soldi li usano per il terrorismo, per ripristinare le loro capacità e per far entrare più giovani terroristi nella loro organizzazione».

Il disarmo di Hamas è una «linea rossa», ha dal canto suo replicato all'AFP Sami Abu Zouhri, uno dei leader del movimento islamista palestinese.

«Ogni discussione sulle armi della resistenza (a Israele) è un nonsenso. Le armi della resistenza sono una linea rossa per Hamas e tutti i gruppi di resistenza», ha detto Zuhri. «È una questione non negoziabile» e «ogni discussione sulla deportazione dei combattenti della resistenza o del nostro popolo è respinta» in anticipo, ha aggiunto.

Piano egiziano

Intanto, secondo quanto riferisce l'emittente panaraba Sky News Arabia, il piano egiziano per la ricostruzione della Striscia di Gaza prevede di «mantenere il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza» e richiede «disposizioni per una governance transitoria e la garanzia della sicurezza in modo da preservare le prospettive di una soluzione a due Stati».

Il piano propone inoltre di «lavorare a una proposta progressiva di gestione della Striscia durante la ricostruzione, tenendo conto della tutela del diritto del popolo palestinese a rimanere sulla propria terra», scrive ancora la tv.

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Il punto alle 9.30

La popolazione di Gaza è in «modalità sopravvivenza» mentre cibo e aiuti si esauriscono in seguito al blocco all'entrata di aiuti umanitari imposto da Israele. Lo riferisce al Jazeera citando giornalisti a Gaza: «La gente è costretta a rompere il digiuno del Ramadan con qualsiasi cosa riesca a trovare. Il blocco ha reso quasi impossibile procurarsi i beni di prima necessità». Tra questi beni che prima erano «comunemente disponibili», quali olio da cucina, riso, farina e altri beni di prima necessità. «Le persone sono rimaste senza opzioni e con tanta incertezza. Sono costrette a vivere con tutto ciò che è disponibile. Sono in modalità di sopravvivenza».

L'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, intanto, ha fatto sapere che i suoi team sanitari hanno risposto a 15.000 pazienti che necessitavano di supporto psicologico dall'inizio del cessate il fuoco a Gaza. Ha inoltre dichiarato che da gennaio quasi 260.000 bambini della Striscia si sono iscritti al programma di apprendimento a distanza dell'agenzia.

Continuano, nel frattempo, i raid israeliani in Cisgiordania. Almeno 10 palestinesi sono stati arrestati dalle IDF nei territori occupati in una serie di operazioni notturne, denuncia l'agenzia palestinese Wafa.