«Usate lo spazio aereo russo? E allora qui non atterrate»
Che i rapporti fra Europa e Cina non siano ai massimi, beh, è risaputo. Un misto di tensioni politiche ed economiche, volendo sintetizzare. Tensioni che, inevitabilmente, riguardano vari aspetti della quotidianità. Fra cui i trasporti.
L’ultima novità, in questo senso, riguarda una diatriba fra China Eastern Airlines e l’Austria o, meglio, l’aeroporto di Vienna. Secondo i piani, riferisce fra gli altri il portale aeroTELEGRAPH, gli Airbus A330-200 del vettore asiatico avrebbero dovuto iniziare a collegare Shanghai con lo scalo di Schwechat settimane fa, il 23 giugno per la precisione. Spoiler: da allora, a Vienna, non è atterrato alcun aereo della compagnia. Possibile?
Il vettore, leggiamo, ha pure interrotto le prenotazioni e rimosso i voli dal proprio portale. Di nuovo, possibile? Sì. E il motivo è presto detto: China Eastern non ha ricevuto alcun diritto di traffico in Austria, spiega aeroTELEGRAPH. O, meglio, non ancora se è vero che i cinesi sono in attesa di una risposta da parte di Austro Control in merito alla richiesta formale del piano di volo stando a quanto annunciato dal Ministero federale per la protezione del clima, l’ambiente, l’energia, la mobilità, l’innovazione e la tecnologia. China Eastern, al riguardo, non sembrerebbe nutrire grandi speranze. E questo perché la richiesta cozza con «gli interessi macroeconomici» dell’Austria.
Tutto, o quasi, ruota attorno alla chiusura dello spazio aereo russo alle compagnie occidentali, attuata dal Cremlino in risposta a quella dello spazio aereo europeo ai vettori della Federazione. Una chiusura, quella, dettata dall’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte dell’esercito di Mosca.
Non poter sorvolare la Russia, nelle tratte fra Oriente e Occidente e viceversa, comporta voli più lunghi per le compagnie europee. Ne sa qualcosa, fra le altre, Finnair che addirittura si è messa a «tagliare» per il Polo Nord al fine di ottimizzare i tempi. Niente di trascendentale, si dirà. Il punto, però, è che le compagnie cinesi, quelle emiratine e quelle turche – non avendo i rispettivi Paesi applicato sanzioni alla Russia – possono continuare a sorvolare e servire il territorio della Federazione Russa. Detto in altri termini: China Eastern, su una tratta come Shanghai-Vienna, avrebbe un vantaggio competitivo evidente e sfacciato rispetto alla compagnia di bandiera Austrian Airlines, parte del gruppo Lufthansa al pari di Swiss.
Il caso di China Eastern, in Austria, è un unicum. Ma soltanto perché le altre compagnie che attualmente collegano il Dragone a Vienna avevano già richiesto e ottenuto, in precedenza, i loro diritti di traffico. Tradotto: all’epoca, la chiusura dello spazio aereo russo non era un problema. La questione, oggi, è invece sempre più centrale. Al punto che la Francia, per i medesimi motivi addotti dagli austriaci, nel 2023 aveva sospeso l’accordo bilaterale sul trasporto aereo con la Cina. Il ragionamento alla base di questa decisione, banalmente, era che Air France si trovasse in una posizione di svantaggio rispetto ai suoi rivali cinesi dopo la citata chiusura dello spazio aereo russo.
Negli Stati Uniti, per contro, sempre nel 2023 due senatori – uno del Partito Democratico, l’altro del Partito Repubblicano – avevano chiesto di penalizzare le compagnie aeree che utilizzano lo spazio russo. Non consentendo più i decolli e gli atterraggi negli aeroporti americani. Più facile a dirsi che a farsi, considerando che nel calderone – eventualmente – finirebbero nomi grossi come Qatar, Turkish Airlines ed Emirates.