Ustica, quando fu Cossiga a dare la colpa ai francesi
No, Giuliano Amato non è stato il primo a sollevare la teoria della mano francese dietro la strage di Ustica. Nel 2007, l'allora senatore Francesco Cossiga aveva confidato, durante un'intervista a Radio Rai, che ad abbattere il DC-9 dell'Itavia, il 27 giugno del 1980, non fu un missile libico. Fu «una grande potenza alleata e amica» a colpire l'aereo, in volo da Bologna a Palermo. Un anno più tardi, nel 2008, intervistato da Sky TG24 l'ex presidente della Repubblica italiana fu ancora più preciso: «Furono i nostri servizi segreti che, quando io ero Presidente della Repubblica, informarono l’allora Sottosegretario Amato e me che erano stati i francesi, con un aereo della Marina. La tesi è che i francesi sapevano che sarebbe passato l’aereo di Gheddafi. La verità è che Gheddafi si salvò perché il SISMI, il generale Santovito, appresa l’informazione, lo informò quando lui era appena decollato e decise di tornare indietro. I francesi questo lo sapevano, videro un aereo dall’altra parte di quello italiano e si nascose dietro per non farsi prendere dal radar». Le dichiarazioni di Cossiga, all'epoca, spinsero la procura di Roma a riaprire le indagini con nuove richieste di rogatorie alla Francia. Lo stesso Amato, nel 2008, venne sentito come testimone.
La Francia venne nominata anche il 20 giugno del 1990 dall'ammiraglio Fulvio Martini, allora capo del SISMI. Martini disse alla Commissione parlamentare sulle stragi di nutrire dubbi e sospetti circa la sincerità delle risposte fornite dai servizi francesi, ma anche di quelle date da americani e britannici. Nessuna, fra le potenze alleate dell'Italia, aveva detto di avere informazioni su Ustica e su che cosa successe. Nell'audizione successiva, il 27 giugno, Martini ipotizzò che la responsabilità della strage non fosse libica ma franco-statunitense.
Amato, ad ogni modo, nell'intervista concessa oggi alla Repubblica ha negato la ricostruzione fatta a suo tempo da Cossiga: «Accadde esattamente il contrario. Fulvio Martini era uno di quei generali che venivano a trovarmi con assiduità per convincermi della bomba a bordo. Fu però lui a mettermi in guardia sull’opportunità di affidare alla ditta di Marsiglia il recupero del delitto: forse proprio perché sapeva della responsabilità dei francesi. Ma a me non lo disse». E ancora, con particolare focus su Cossiga e sul fatto che l'ex presidente della Repubblica nell'intervista a Sky TG24 avesse tirato in ballo proprio Amato: «È difficile trovare una risposta. Aveva disturbi bipolari, era un uomo di forti sofferenze e grandi intuizioni. Sono stato a lungo testimone e riequilibratore delle sue intemperanze: cercando di proteggerlo da sé stesso ho anche visto le sue bizzarrie. Devo dire che con quella deposizione nel 2008 diede un grande contributo al raggiungimento della verità. E invece nulla poi è accaduto».
La Francia, oggi, ha affidato una risposta ufficiale al Ministero degli Esteri. Ministero che, tramite una nota sintetica, ha spiegato: «Su questa tragedia la Francia ha fornito ogni elemento in suo possesso ogni volta che le è stato chiesto, soprattutto nel quadro delle inchieste condotte dalla giustizia italiana. Restiamo ovviamente a disposizione per lavorare con l’Italia se ce lo chiederà». Amato, fra le altre cose, aveva chiesto delle scuse da parte del presidente Emmanuel Macron: «Mi chiedo perché un giovane presidente come Macron, anche anagraficamente estraneo alla tragedia di Ustica, non voglia togliere l’onta che pesa sulla Francia». Un'onta che Macron, agli occhi di Amato, potrebbe togliere in due modi: «O dimostrando che questa tesi è infondata oppure, una volta verificata la sua fondatezza, porgendo le scuse più profonde all’Italia e alle famiglie delle vittime in nome del suo governo. Il protratto silenzio non mi pare una soluzione».