«Vaff… non è caduto»: fa discutere il video che mostra l'inseguimento tra i carabinieri e Ramy Elgaml
Sta facendo molto discutere in queste ore il caso di Ramy Elgaml, il 19.enne rimasto ucciso lo scorso 24 novembre al termine di un inseguimento con i carabinieri nel quartiere Corvetto di Milano. La morte del giovane aveva subito provocato accese proteste nel capoluogo lombardo ed è finita al centro di un’indagine della procura di Milano in cui sono indagati tre carabinieri: il conducente del veicolo che avrebbe colpito lo scooter T-Max su cui viaggiava Ramy Elgaml, nonché due agenti accusati di favoreggiamento e depistaggio.
In un video diffuso ieri dal TG3, si vede l’inseguimento di quasi 8 km nel centro del capoluogo lombardo, con le gazzelle dei carabinieri che cercano più volte di speronare lo scooter con a bordo il tunisino Fares Bouzidi, alla guida, e l’egiziano Ramy Elgaml, seduto dietro al conducente.
Oltre alla folle corsa per le strade di Milano si sentono alcune frasi dei carabinieri all’inseguimento del mezzo a due ruote: «Vaff… non è caduto», dice un agente dopo che la volante ha colpito lo scooter. E ancora: «Chiudilo che cade... noo... non è caduto», afferma un altro. Dopo la diffusione delle immagini riprese dalla dashcam di una volante, i legali dei familiari della vittima hanno affermato che si tratta di «omicidio volontario».
I due giovani non si erano fermati a un posto di blocco dei carabinieri in viale Monte Grappa, dando il via all’inseguimento per le strade di Milano, fino alla periferia sud della città. Dopo i ripetuti tentativi delle autorità di far cadere i due ragazzi, l’inseguimento è terminato con il tragico impatto del T-Max contro un palo della segnaletica stradale, all’angolo tra via Quaranta e via Ripamonti. Le nuove immagini diffuse dal TG3 mostrano pure gli attimi finali dell’inseguimento, che sembra terminare con un contatto tra i due veicoli. Ramy Elgaml, che aveva perso il casco in via San Barnaba, resta agonizzante sull’asfalto, mentre la gazzella riceve il messaggio dai colleghi più vicini: «Via Quaranta-Ortles, sono caduti», «Bene!», risponde il carabiniere nell’altra auto. Il giovane egiziano muore prima dell’arrivo in ospedale.
Il video, sottolinea Repubblica, sembra confermare quanto raccontato da un testimone, che aveva affermato di essere stato avvicinato e minacciato da due militari per cancellare il video dal telefonino. Per i legali di Fares Bouzidi, Debora Piazza e Marco Romagnoli, quello che si vede nel video è «assolutamente un omicidio volontario nei confronti di Ramy e di lesioni gravissime per Fares, si vede pacificamente che la gazzella li ha scaraventati contro il palo, e che Ramy è morto a causa dell’impatto. Mentre stava morendo altri carabinieri vanno dal testimone gli intimano qualcosa, tant’è che lui alza le mani». Nella loro relazione, i carabinieri avevano negato qualsiasi impatto con lo scooter. Il nuovo filmato verrà esaminato dagli inquirenti e potrebbe chiarire una volta per tutte se lo scooter guidato dal tunisino sia caduto a terra in seguito all'impatto con l’auto dei carabinieri oppure da solo, con la vettura delle forze dell'ordine che lo urta una volta a terra, come sostenuto dagli agenti.