Valencia, ritrovati i corpi di una famiglia con un bimbo
Un rosario senza fine di morti continua a emergere dalla coltre putrida di fango che ha coperto 9 giorni fa il Levante spagnolo. Mentre a mano a mano che si conoscono i dettagli sulle convulse ore iniziali della drammatica emergenza per le alluvioni che il 29 ottobre hanno devastato la provincia di Valencia, si evidenzia l'inadeguata risposta delle autorità, che avrebbe contribuito a aggravare le terribili conseguenze della DANA.
Il corpo senza vita di un bambino di 5 anni disperso nelle alluvioni è stato ritrovato dalla guardia civile in una scarpata nei pressi del municipio di Chiva, fra i più colpiti dalla catastrofe. E' stato recuperato ieri, grazie all'impiego dei cani molecolari, nella scarpata nota come il Barranco di Pelos, nei pressi del poligono industriale di Loriguilla, dov'era stato trascinato dalla piena di fango. Oggi è stato localizzato anche il corpo del papà. E quello che potrebbe essere della madre, che risultava ancora fra gli almeno 93 'desaparecidos'. Potrebbe essere fra le 5 vittime in totale recuperate oggi a Chiva nelle ricerche incessanti, che vedono impegnati esercito, forze di sicurezza, centinaia di volontari, mezzi aerei, e oltre venti cani molecolari.
La famiglia era in auto sull'autostrada A3 prima di essere travolta dallo tsunami di acqua e fango. Il cadavere della donna sarebbe stato ritrovato nella stessa zona vicina al poligono industriale, fra alberi sradicati e campi coltivati ridotti a palude dalle alluvioni. I corpi sono stati trasferiti alla morgue della Città della Giustizia di Valencia, per l'identificazione. Secondo l'ultimo bilancio del ministero dell'Interno, sono almeno 219 le vittime delle devastazioni causate dalla DANA nei 70 comuni della provincia di Valencia, e in alcuni municipi di Castiglia La Mancia e in Andalusia.
Nel municipio di Torrent, a circa 29 km da Chiva, dal 29 ottobre si cercano i piccoli Izan e Ruben, di 5 e 3 anni. Quel giorno un camion trascinato dallo tsunami di fango fu scagliato contro l'abitazione dove i due bimbi erano con i genitori, facendo crollare parte del muro e accelerando l'inondazione della casa. In una terribile sequenza, il papà di Izan e Riben ha tentato di afferrarli, ma la violenta corrente del torrente in piena glieli ha strappati dalle mani.
Nella tragedia infinita, l'assessore di Giustizia della Comunità Valenziana, Salomé Pradas, responsabile della gestione delle emergenze, ha riconosciuto in un'intervista alla Tv 'A' Punt' che fino alla sera della catastrofe non sapeva nemmeno dell'esistenza del sistema 'Es-Alert', col quale le autorità inviano messaggi sui telefonini alla popolazione, per avvertirla delle allerte meteo per tempo avverso. Pradas afferma che quel fatidico martedì alle 20:00, dopo aver parlato per telefono con il segretario di Stato di Transizione ecologica, "un tecnico" che partecipava alla riunione del Centro operativo delle emergenze (Cecopi) "ci informò che esiste un meccanismo che si chiama Es-Alert, che non era attivo nella nostra Comunità autonoma". I sms furono lanciati alle 20:12 alla popolazione, quando le piogge torrenziali minacciavano di travolgere la diga di Forata (Valencia) e i sindaci di Utiel e Paiporta avevano già avvertito dello straripamento del torrente Poyo, che ha intrappolato migliaia di persone nelle strade e sommerso interi municipi.
A differenza di quanto sostiene la Prades, il sistema Es-Alert era stato presentato dalla Comunità Valenziana due anni prima, il 27 ottobre 2022, come segnala la pagina web della Protezione civile. Ed era già stato impiegato nel settembre del 2023 per un'altra DANA che aveva sferzato la regione. Per di più, fin dalle prime ore del mattino del 29, quando l'agenzia statale di meteorologia Amet aveva esteso alle 7:30 l'allerta rossa per la DANA al sud di Valencia, la delegata del governo nella Comunità Valenciana la prefetto Pilar Barnabé aveva chiamato almeno 3 volte Salomé Pradas, per offrire mezzi e aiuti per far fronte al rischio di alluvioni senza ricevere alcuna richiesta in questo senso, secondo la cronologia ricostruita da Radio Cadena Ser e confermata dalla prefetto.
Nella ricostruzione di quel drammatico primo giorno, alle cinque del pomeriggio, l'assessore Pradas aveva convocato una riunione del Centro operativo di emergenze regionale (Cecopi) che, - secondo chi era presente - era "inoperante" anche per l'assenza del governatore di Valencia, Carlos Mazon (Pp), che ha mantenuto l'agenda anche con un pranzo privato, ma a suo dire di lavoro. Sarebbe arrivato al centro operativo solo dopo le 19. A quell'ora Maria Isabel Albalat, la sindaca di Paiporta, aveva contattato la prefetto Barnabé invocando aiuto: "Dalla mia finestra vedo il paese totalmente inondato, aiutateci, non siamo in grado di far fronte da soli alla catastrofe".