Lo studio

Vi piace masticare la gomma americana? Occhio alle microplastiche

Secondo alcuni scienziati statunitensi, per ogni pezzo di chewing gum masticato vengono rilasciate nella saliva centinaia se non migliaia di microplastiche
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Red. Online
27.03.2025 19:45

Vi piacciono le cosiddette «cicche»? Attenzione. Scienziati statunitensi, infatti, hanno lanciato l'allarme: le gomme da masticare possono secernere minuscole particelle di plastica nella saliva e nel sangue. Detto che le microplastiche, come noto, sono praticamente ovunque, nessuno aveva ancora posto l'accento e l'attenzione sul chewing gum. In un documento presentato lo scorso 25 marzo al meeting di primavera dell'American Chemical Society (ACS) un team di ingegneri dell'Università della California di Los Angeles (UCLA) ha spiegato di aver individuato «centinaia o migliaia di microplastiche per pezzo» di gomma nella saliva dopo la masticazione. 

Le gomme da masticare sono composte da una base gommosa, dolcificanti, aromi e vari ingredienti. Quelle naturali contengono un polimero di origine vegetale, come il «chicle» o la linfa di alcuni alberi, mentre altri prodotti utilizzano basi di gomma sintetica ottenute da polimeri derivati dal petrolio. Di riflesso, i ricercatori si aspettavano «che le gomme sintetiche contenessero molte più microplastiche perché la base è un tipo di plastica» per dirla con Lisa Lowe dell'UCLA. E invece, «quando venivano masticate, sia le gomme sintetiche sia quelle naturali rilasciavano quantità simili di microplastiche». Un disastro, insomma.

Sebbene gli scienziati non sappiano (ancora) se le microplastiche siano pericolose per la salute, secondo Sanjay Mohanty, sempre dell'UCLA, le persone sono sempre più «esposte alle plastiche nella vita di tutti i giorni». Anche, paradossalmente ma nemmeno troppo, negli ospedali, basti pensare alle flebo o alle infusioni mediche durante i ricoveri. Il problema, in questo caso, come hanno spiegato i ricercatori della Fudan University di Shanghai, è che oltre ai farmaci in queste infusioni endovenose si trovano «pezzi di plastica lunghi da 1 a 62 micrometri». In alcuni casi i ricercatori, finanziati dalla National Natural Science Foundation of China e pubblicati sulla rivista partner ACS Environment & Health, hanno trovato particelle di polipropilene, il materiale utilizzato nei sacchetti. «Ogni sacca di liquido di infusione potrebbe rilasciare circa 7.500 microplastiche direttamente nel flusso sanguigno» hanno detto, un numero che può salire a «circa 25.000 particelle quando viene trattata la disidratazione o addirittura 52.500 se un paziente ha subito un intervento chirurgico addominale».

Taglieri, bottiglie, cannucce, imballaggi e persino bustine di tè sono stati individuati come fonti di microplastiche, le cui particelle sono state ritrovate nel sangue umano, nel cervello, negli organi genitali e nella placenta.