«Via i pedaggi, ci vuole la vignetta autostradale»

«Via i pedaggi autostradali, ci vuole la vignetta. In questo modo risparmieranno tutti». È questa, in sintesi, la proposta del senatore Gianluigi Paragone, recentemente espulso dal Movimento 5 Stelle, che torna su un tema già affrontato in passato proprio dai grillini. Il politico e giornalista italiano scrive sul suo sito (ilparagone.it): «Eliminare i pedaggi autostradali, nazionalizzare le tratte e far spendere meno ai cittadini attraverso l’introduzione di un bollino (o vignetta, come viene chiamata in Europa) per ogni automobilista». La vignetta, ben conosciuta alle nostre latitudini, è utilizzata infatti anche in altri Paesi europei, come ad esempio Austria, Slovacchia, Slovenia e Ungheria. Secondo Paragone il «costo medio si aggirerebbe intorno ai 57 euro all’anno, ma potrebbe variare a seconda dei casi. Ci sono infatti da tenere in considerazione diversi aspetti: in quale Regione si abita (quindi calcolare quanto questa sia coperta dalla rete autostradale), se si è ad esempio camionisti (e quindi l’utilizzo dell’autostrada è intenso e per lavoro), se si è in Italia come turisti, etc...». Il giornalista cita il rapporto della Corte dei conti depositato nel dicembre 2019 sul caso autostrade: «Dei quasi 6,5 miliardi di euro incassati dalle Società concessionarie, sono stati spesi 959 milioni per gli investimenti, 961 milioni per il personale (la gran parte del costo è per la gestione e il pagamento dei pedaggi) e – ahinoi – solo 732 milioni per la manutenzione. Il totale delle uscite, dunque, fa 2 miliardi e 652 milioni di euro. Se tali tratte autostradali fossero gestite dallo Stato (tramite ANAS) con l’eliminazione dei pedaggi (e la conseguente rimozione delle file ai caselli) si otterrebbe un minor costo di gestione, pari a circa 2 miliardi di euro. Secondo l’ex pentastellato bisognerebbe «eliminare l’attuale sistema di esazione per il transito sulla rete stradale italiana al fine di consentire, da un lato, una “liberalizzazione” del transito e, dall’altro, la raccolta di sufficienti fondi da destinare alle attività di gestione e manutenzione ordinaria e straordinaria delle infrastrutture italiane». Paragone riporta poi i dati dell’Anfia, l’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, secondo cui nel 2019 hanno circolato in Italia «circa 39 milioni di autovetture, 5 milioni di autocarri e 100 mila autobus, per un totale di 44 milioni di autoveicoli». «Tutti questi veicoli - continua il giornalista - sono quelli che potrebbero utilizzare le autostrade» e a questi andrebbero ad aggiungersi tutti quelli che «giungono nel nostro Paese per trasporto merci o turismo, che stimiamo in circa 5 milioni l’anno». Ipotizzando dunque di distribuire i 2 miliardi di euro di gestione sopra citati, considerando i veicoli che arrivano in Italia dall’estero, il 64% delle auto e il 100% degli autocarri, secondo Paragone si otterrebbe «un costo medio per il bollino di 2 miliardi e 35 milioni di euro, ossia 57 euro a veicolo». Il costo dovrebbe variare per gli utenti delle autostrade in base a diversi parametri come la presenza provinciale/regionale di assi autostradali, la tipologia di veicolo, la potenza fiscale veicolo, la tipologia proprietario (persona fisica o giuridica), l’omologazione per classi di inquinamento, la durata e la fascia oraria di transito, i giorni con traffico da «bollino nero»; l’eventuale utilizzabilità su più veicoli posseduti dallo stesso nucleo familiare e l’effettivo transito su tratte autostradali. Paragone afferma che questi fattori dovrebbero portare ad un costo che va dai 51 agli 85 euro all’anno per veicolo (quindi la vignetta avrebbe un costo diverso per i vari utenti, a seconda del caso specifico), facendo risparmiare sia lo Stato (che dovrebbe togliere le concessioni autostradali) sia gli automobilisti. La proposta è stata particolarmente apprezzata su Facebook, ed ha ottenuto migliaia di «mi piace» e condivisioni.