Il caso

Vietare le sigarette elettroniche a bordo? No

Dopo l'incendio divampato a bordo di un volo easyJet partito da Ginevra passeggeri ed esperti del settore si interrogano – Ma dal sindacato svizzero del personale di volo dicono: «Un divieto, per ora, è fuori discussione»
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Red. Online
28.05.2023 18:45

I fatti, prima: lo scorso 18 maggio, un Airbus di easyJet con 185 passeggeri a bordo, poco dopo il decollo da Ginevra in direzione di Amsterdam, ha fatto immediatamente rientro a Cointrin. Il motivo? Dapprima un forte odore di fumo proveniente da una cappelliera, quindi vere e proprie fiamme. Un incendio, già. La causa? Una batteria al litio. Quelle, per intenderci, delle sigarette elettroniche.

Alcuni precedenti

Il problema, di per sé, è noto. Con l’avvento e lo sviluppo delle citate sigarette elettroniche, ma anche degli smartphone e di altri oggetti «moderni», le combustioni spontanee di batterie elettriche hanno tormentato non pochi voli di linea. Lo scorso anno, come riferisce Le Matin Dimanche, un aereo sulla tratta Dallas-Orlando ha dovuto effettuare un atterraggio di emergenza per un problema molto simile. Lo scorso autunno, una sigaretta elettronica è esplosa a bordo di un volo Air France da Malaga a Parigi, ferendo un passeggero. E questi, appunto, sono solo i casi più recenti.

I dati, in questo senso, sono allarmanti. Secondo l’Agenzia federale americana incaricata della sicurezza aerea, l’FAA, nel 2022 sono stati registrati 62 incendi di batterie a bordo degli aerei statunitensi, contro i 54 del 2021 e i 9 del 2014. Fronte europeo, nessuno al momento dispone di cifre precise. Ma è verosimile pensare che i numeri non siano così diversi.

«Probabilmente anche in Europa si registra la stessa tendenza all’aumento, a causa della proliferazione dei telefoni e della disponibilità di punti di ricarica USB a bordo degli aerei» ha confermato al Matin Dimanche Xavier Tytelman, specialista della sicurezza aerea e fondatore del Centro per il trattamento della paura di volare.

I dati

Una tecnologia di batterie elettriche, in particolare, sembrerebbe più suscettibile al fenomeno noto come «fuga termica»: la batteria agli ioni di litio. Composte da una sostanza liquida conduttiva chiamata elettrolita, queste batterie economiche sono diventate così popolari da rappresentare il 50% della domanda mondiale. Di più, stanno crescendo di oltre il 10% all’anno. Quando l’involucro protettivo che protegge l’elettrolito viene danneggiato, il liquido diventa instabile e può incendiarsi in seguito a una reazione chimica. L’incendio fra l’altro è difficile da spegnere, perché il fenomeno si autoalimenta e genera una grande quantità di calore.

Naturalmente, le batterie al litio non esplodono solo a bordo degli aerei. Un’università americana, al riguardo, ha contato 2.035 persone ricoverate negli ospedali del Paese, tra il 2015 e il 2017, per ustioni legate a una batteria elettrica. Secondo i ricercatori, il numero effettivo di fughe termiche potrebbe essere molto più alto, dal momento che la maggior parte di esse non provoca lesioni. Il punto, però, è che se un’esplosione del genere avviene a bordo di un aereo in volo a 10.000 metri dal suolo, in uno spazio ristretto, le conseguenze potrebbero essere drammatiche. Finora, per fortuna, nessun incidente aereo è stato causato dall’incendio della batteria di un passeggero.

Un divieto generalizzato? No

A preoccupare la FAA sono proprio le sigarette elettroniche, le cui esplosioni sono aumentate in maniera incredibile. Da una media di cinque incendi all’anno tra il 2009 e il 2019 al record di 25 incendi nel 2022. Di fatto, rappresentano la principale causa di incendi a bordo degli aerei. E proprio una sigaretta elettronica, in base ai primi risultati delle indagini, era all’origine del fumo e dell’incendio sul volo Ginevra-Amsterdam di pochi giorni fa.

Il principale sindacato statunitense del personale di cabina, già nel 2019, aveva chiesto alla FAA di vietare del tutto il trasporto di sigarette elettroniche a bordo degli aerei. Stiva compresa. La FAA, in tutta risposta, aveva detto che le norme che regolano il trasporto di batterie al litio sono sufficientemente chiaro. Dal 2016, per dire, non è consentito il trasporto di batterie in stiva mentre le compagnie possono rifiutarsi di trasportare in cabina batterie con una capacità superiore a 160 Wh o con un contenuto di litio di 2 grammi.

Per ora, dunque, l’industria preferisce agire sugli eventuali incendi. Una strategia per alcuni pericolosa, anche se, come ha spiegato al Matin Dimanche Jörg Berlinger, fra i responsabili di Kapers, il sindacato svizzero del personale di volo, «il personale di bordo è addestrato ad affrontare questi incendi». E ancora: «Vietare tutte le batterie al litio a bordo è fuori questione. D’altra parte, le compagnie aeree dovrebbero fare di più per sensibilizzare i passeggeri su questo pericolo crescente». Nonostante il numero crescente di incidenti, per il momento non è prevista alcuna modifica delle normative in Europa o negli Stati Uniti. Nel frattempo, oltre ad allacciare le cinture di sicurezza prima del decollo, è bene scollegare anche le batterie.

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