Il ritratto

Vladimir Putin: chi è l’uomo temuto da (quasi) tutto il mondo?

Ripercorriamo la storia del presidente russo e gli avvenimenti più salienti della sua vita e carriera politica – Da un passato povero, a un esordio come spia, fino al quarto mandato come presidente della Federazione Russa, senza dimenticare la sua passione per le arti marziali
© KEYSTONE (Alexei Nikolsky, Sputnik, Kremlin Pool Photo via AP)
Federica Serrao
26.02.2022 11:40

Vladimir Putin. Mai come negli ultimi giorni il suo nome è stato sulle labbra di cittadini provenienti da ogni angolo del globo. La guerra tra Russia e Ucraina avanza, allarmando l’Europa e il resto del mondo. In un momento così teso, che ci costringe a tenere il fiato sospeso mentre la pace fuori sembra sgretolarsi, il nome del presidente russo si è intrufolato nei nostri discorsi quotidiani. Ma chi è davvero Putin?

Le origini: i primi anni e passioni
Vladimir Vladimirovič Putin nasce il 7 ottobre del 1952 – a distanza di pochi anni dall’inizio della Guerra fredda – nella città di Leningrado, che oggi conosciamo come San Pietroburgo. La sua infanzia fu caratterizzata dalla povertà: visse i primi anni della sua vita in una kommunalka, una tipica abitazione russa degli anni Quaranta, in cui diversi nuclei famigliari vivevano sotto lo stesso tetto, condividendo servizi, cucina e corridoi e occupando in forma privata unicamente un paio di locali. Putin aveva due fratelli maggiori, nati negli anni Trenta, che non conobbe mai: uno dei due morì pochi mesi dopo essere nato, mentre il secondo fu vittima di difterite durante l’assedio di Leningrado. La madre faceva la casalinga, mentre il padre – veterano della Seconda guerra mondiale – lavorava in una fabbrica. Il nonno, cuoco, lavorò addirittura per Lenin e in alcune occasioni anche per Stalin. Nella kommunalka condivisa da tre famiglie in cui viveva, il Putin bambino si divertiva a dare la caccia ai topi, nascosti nella tromba delle scale, quasi un segno della sua successiva passione per gli animali. Gli anni passarono, senza particolari avvenimenti degni di nota. È l’allora Putin adolescente a scoprire di aver un talento per le arti marziali. Vladimir Putin iniziò a praticare il judo e il sambo (arte marziale russa, destinata all’addestramento dei soldati dell’Armata Rossa), nonostante un’iniziale disapprovazione da parte della madre. L’allenatore del ragazzo si presentò addirittura a casa per convincere i genitori del successo del figlio nelle arti marziali. La buona parola del maestro permise a Putin di ricevere un finanziamento dalla sua famiglia, in sostegno delle sue attività atletiche, che gli consentì di diventare cintura nera di judo. Un’attività che, assieme al sambo, continua a praticare: il presidente russo ha ottenuto un riconoscimento come primo leader mondiale a detenere un livello avanzato in questi sport.

L’istruzione e l’inizio del percorso nella politica
Pur affermandosi come talento atletico, Putin non eccelleva particolarmente nello studio. Dopo aver frequentato una scuola locale, continuò la sua educazione focalizzandosi sulla chimica. Solo dopo essere stato adeguatamente stimolato dai suoi professori, Putin iniziò a collezionare risultati migliori, che gli consentirono di essere accolto nei Giovani pionieri, il gruppo giovanile gestito dal Partito comunista. Un importante segno d’onore, dal momento che Putin, in precedenza, era stato uno dei pochi della classe ad essere stato scartato e non accolto dall’organizzazione. Dal 1970 al 1975, Putin continuò i suoi studi all’Università Statale di San Pietroburgo, dove si iscrisse alla facoltà di diritto internazionale. Mentre studiava, arrivò anche la domanda ufficiale di adesione al Partito comunista. Nel 1991 finì per lasciare il partito, denunciando il comunismo.

Sempre durante gli anni universitari vi fu l’incontro cruciale con Anatoly Sobchack, figura chiave nel suo successo politico. Sobchack ai tempi era un professore assistente, ma soprattutto co-autore della Costituzione della Federazione Russa, oltre che primo sindaco democraticamente eletto di San Pietroburgo.

L’agente segreto del KGB e l’amore per Lyudmila
Una volta conseguita la laurea nel 1975 fu subito l’inizio dell’esperienza nel KGB, l’agenzia di sicurezza dell’Unione Sovietica per gran parte del ventesimo secolo. Creata nel 1954, continuò a essere operativa fino al 1991, anno in cui la stessa Unione Sovietica fu smantellata. La sigla KGB – tradotta – significa “Comitato per la sicurezza dello Stato”. Lo scopo del comitato era quello di opprimere e monitorare le azioni e le opinioni dei cittadini sovietici. Si trattava di un’organizzazione particolarmente dura e opposta ai diritti democratici, tanto da divenire indice dei pericoli del comunismo per gli occidentali. L’organizzazione reprimeva le ribellioni e teneva d’occhio ogni individuo che fosse sospettato di essere in opposizione al regime sovietico. Putin iniziò la sua carriera con il KGB a Leningrado, ma presto fu trasferito a Dresda, in Germania. Prima di compiere questo spostamento, il 28 luglio del 1983 Putin si sposò con l’assistente di volo Lyudmila Ocheretnaya, successivamente conosciuta come Lyudmila Putina, dato il cognome del marito. L’unione della coppia durò fino al 2013, anno del loro divorzio, che avvenne in modo apparentemente amichevole, senza una ragione specifica, seppur Lyudmila fece riferimento alla dedizione dell’ex marito al lavoro e all’investimento richiesto nel ruolo di leader mondiale, che ricopriva già da anni. Insieme, la coppia ebbe due figlie: Yekaterina e Maria, le cui vite sono rimaste sempre segrete. Sembra che entrambe le figlie abbiano dovuto usare nomi falsi per iscriversi al college, e addirittura, non è noto dove vivano attualmente. Il presidente russo ha in più occasioni ricordato “Ho una vita privata nella quale non permetto alcuna interferenza. Deve essere rispettata”.

Putin operò nella postazione di Dresda dal 1985 al 1990, lavorando come agente sotto copertura, con il ruolo di traduttore. Imparò il tedesco, che tuttora preferisce utilizzare al posto della lingua inglese. Secondo le poche informazioni che si possiedono sulla vita di Putin in quegli anni, la maggior parte dei suoi compiti consisteva nel raccogliere informazioni sulle persone, assicurandosi che dimostrassero fedeltà ai sovietici e non ci fossero in atto ribellioni di alcun tipo. Nel 1989 la situazione divenne particolarmente pericolosa per i sovietici a Dresda: la Germania dell’Est stava barcollando e sfuggendo al controllo dell’URSS. L’instabilità della situazione fu ancora più chiara quando la sede del KGB a Dresda venne presa d’assalto: di lì a poco, Putin e colleghi si ritrovarono a bruciare i documenti raccolti negli anni, in modo che nulla potesse rimanere nelle mani dei loro nemici.

Il periodo post KGB
Dopo la caduta del Muro di Berlino nel 1989, Putin ritornò in Russia con tutta la sua famiglia. Nonostante il KGB fosse vicino alla fine della sua esistenza, Vladimir Putin continuava a detenere il ruolo di tenente colonnello. Trovò ben presto un lavoro all’università di San Pietroburgo, la stessa in cui aveva studiato. Il suo ruolo fu però particolare: si occupò infatti di osservare gli studenti, individuando i più promettenti come potenziali reclute per il KGB. Grazie a questa nuova occupazione, Putin riuscì anche a riallacciare i rapporti con il suo ex professore Anatoly Sobchack, che di lì a poco, nel 1991, venne eletto sindaco della città. Questa nuova carica aprì alcune porte anche a Putin, che venne infatti eletto come consigliere, fino al 1996. In quell’anno, Sobchack non riuscì a centrare la rielezione e Putin reputò sleale continuare a lavorare per il sindaco successivo. Scelse quindi di trasferirsi a Mosca, dove iniziò a lavorare per l’amministrazione di Yeltsin. Durante la presidenza di Yeltsin, Putin scalò molto rapidamente i ranghi, servendo prima come vice amministratore capo del Cremlino, fino a quando nel 1999 fu nominato segretario del Consiglio di sicurezza, che gli consentì di diventare il principale consigliere di Yeltsin, soprattutto in merito alle relazioni estere e di intelligence. Cruciale fu in seguito la decisione di Yeltsin di sbarazzarsi del suo primo ministro: nell’agosto 1999, Putin si ritrovò ad accettare la posizione vacante. Pochi mesi dopo questo primo grande passo, Yeltsin si dimise dalla carica, permettendo a Putin di diventare presidente ad interim della Russia, alla fine del 1999. Dopo soli tre mesi, nel marzo del 2000, Putin venne ufficialmente eletto e divenne Presidente della Russia a pieno titolo.

I quattro mandati come presidente
Nonostante i dieci avversari candidati contro di lui per la presidenza, Putin vinse e per la prima volta nella storia della Russia ci fu un trasferimento pacifico del potere a un presidente eletto democraticamente. Durante il suo primo mandato, Putin si impegnò a sostenere alcune politiche internazionali, tra cui l’approvazione del trattato START II sulle armi, nonché il miglioramento delle relazioni con la Cina. Durante la prima estate di Putin al potere, venne affondato il sottomarino Kursk nel mare di Barents. Il presidente, che si trovava in vacanza, non rientrò nonostante l’accaduto e diede risposte sbrigative quando interpellato sulla questione. Fu il primo caso in cui i russi attaccarono il proprio presidente per la cattiva e mancata gestione di un avvenimento di tale importanza ma nel 2004 Putin venne rieletto per un secondo mandato, con oltre il 70% dei voti a favore. Fu proprio durante gli anni della sua seconda presidenza che venne nominato “persona dell’anno” dal Time Magazine, che lo premiò per il successo conseguito fino a quel punto (correva l’anno 2007). Nonostante la sua popolarità crescesse sempre di più, la costituzione russa proibiva una terza rielezione. Putin trovò il modo di aggirare l’ostacolo. Dmitri Medvedev, suo protetto, fu eletto successivo presidente della Russia, mentre Putin fu nominato primo ministro della Russia (medesima carica ricoperta sotto Yeltsin). Durante il suo terzo mandato come primo ministro, Putin si concentrò sulla gestione della crisi economica, che nel 2010 portò a un aumento della popolazione russa. Tra le varie riforme economiche, una delle più importanti messe in atto da Putin fu l’adesione alla World Trade Organization nel 2012. Successivamente, nel 2012, Putin si ricandidò nuovamente per la presidenza. Nonostante le accuse di frode e un calo dei consensi, riuscì nell’impresa, venendo confermato per un mandato della durata di sei anni. Il 7 maggio 2018, il presidente venne rieletto per un quarto mandato, che ricopre ancora oggi.

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