Il punto

Vladimir Putin: «La realtà? Dopo l'URSS volevano aspettare un po' per distruggere la Russia»

Dalla possibilità di attaccare un Paese NATO, una «completa assurdità», all'ingenuità con cui osservava il mondo nel 2000: ecco che cosa ha detto il leader del Cremlino nell'intervista a Rossiya-1
© ALEXANDER ZEMLIANICHENKO / POOL
Red. Online
17.12.2023 13:00

Una completa assurdità. Così, Vladimir Putin, ha definito le osservazioni del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, secondo cui la Russia attaccherebbe un Paese NATO qualora dovesse vincere la guerra in Ucraina. Il leader del Cremlino ha aggiunto che la Russia non ha alcun interesse a combattere l'Alleanza Atlantica. Parole, queste, che Putin ha rilasciato in un'intervista trasmessa oggi dall'emittente statale Rossiya-1. Parole, soprattutto, destinate a far discutere e, se possibile, ad aumentare le tensioni fra Mosca e l'Occidente. I rapporti fra il Cremlino e Washington, in particolare, sono ai minimi storici dopo che Putin, nel febbraio del 2022, ha ordinato un'invasione su larga scala dell'Ucraina. Per risalire a uno scenario simile, probabilmente, bisogna ripescare la crisi missilistica di Cuba, nel 1962. Lo stesso Biden, l'anno scorso, aveva avvertito che un confronto diretto fra la NATO e la Russia avrebbe scatenato la Terza guerra mondiale. 

Biden, in un appello rivolto ai Repubblicani all'inizio del mese, ha avvertito che il leader russo non si sarebbe fermato all'Ucraina ma, in caso di vittoria, avrebbe attaccato un Paese NATO. «È una completa assurdità e credo che il presidente Biden lo capisca» ha sentenziato Putin. «La Russia non ha nessun motivo, nessun interesse – nessun interesse geopolitico, né economico, né politico, né militare – per combattere con i Paesi della NATO».

La NATO, sotto la guida degli Stati Uniti, era nata nel 1949 per garantire la sicurezza dell'Occidente minacciato dall'Unione Sovietica. Dopo il crollo dell'URSS, nel 1991, l'Alleanza si è allargata comprendendo altresì alcune ex repubbliche sovietiche e alcuni Paesi parte del Patto di Varsavia, come appunto la Polonia. Più volte, dopo la fine della Guerra Fredda, Putin ha definito l'espansione (e l'espansionismo) della NATO come una testimonianza dell'arroganza occidentale nell'affrontare i problemi di sicurezza della Russia. 

Ai sensi del famoso articolo 5 del Trattato Nord Atlantico, «le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o in Nord America sarà considerato un attacco contro tutte». Un deterrente importante, certo. Ma lo stesso Putin dopo l'ingresso della Finlandia nell'Alleanza, lo scorso aprile, aveva spiegato che la Russia si sarebbe vista costretta a «concentrare alcune unità militari» nel nord della Federazione, vicino al confine con Helsinki. Il fallimento della controffensiva ucraina, quest'anno, ha sollevato non pochi interrogativi in Occidente, ma anche in Ucraina, circa le capacità di Kiev e dell'Occidente di sconfiggere e scacciare le forze russe

I funzionari di Mosca e quelli occidentali, in questo senso, hanno parlato della possibilità di un congelamento del conflitto e, soprattutto, di una nuova Guerra Fredda: da una parte l'Occidente, dall'altra la Russia con alleati potenti quali la Cina. Circa la possibilità di trovare un'intesa proprio con l'Occidente, nell'intervista Putin ha spiegato: «Dovranno trovare un terreno comune, certo, perché dovranno fare i conti con noi». Secondo un funzionario del Dipartimento di Stato americano, citato da Reuters in forma anonima, Putin non si siederà al tavolo delle trattative di pace prima delle presidenziali di novembre 2024. 

Dal canto suo, il leader del Cremlino ha sfruttato questa intervista per riabbracciare una certa narrazione sul mondo dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica. «Avevo davvero un'impressione ingenua» ha detto Putin, ex spia del KGB salita al potere nel 1999, riguardo alle sue impressioni sul mondo e sulla diplomazia nel 2000. «La realtà è che, dopo la caduta dell'Unione Sovietica, hanno pensato che bastava aspettare un po' per distruggere completamente la Russia» ha rilanciato l'uomo forte del Cremlino. Un piano, questo, che sarebbe stato esplicitamente svelato dall’ex consigliere per la Sicurezza nazionale statunitense Zbigniew Brzezinski. Scomparso nel 2017, il collaboratore dell’allora presidente Jimmy Carter, ha ribadito Putin, voleva «dividere la Russia in cinque parti e sfruttare le sue risorse». Lo aveva raccontato lo stesso Brzezinski in un articolo su Foreign Affairs del 1997.

Una tesi, questa, più volte smentita da Washington e dall'Occidente. 

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