Nazzaro omaggia Antonella Lualdi, «volto indimenticabile del cinema italiano»

La splendida signora del cinema italiano. Così è stata omaggiata dalla stampa di oltre confine Antonella Lualdi, scomparsa a 92 anni. «Una splendida interprete del grande schermo dagli Anni Cinquanta fino all’inizio del Terzo Millennio», l’ha definita il ministro della Cultura italiano Gennaro Sangiuliano. Ma anche «una diva con grazia». Antonietta De Pascale, questo il vero nome, esordì sul grande schermo a soli 19 anni, interpretando il film musicale Signorinella (1949). Tra gli altri, ha interpretato La cieca di Sorrento, Gli uomini, che mascalzoni!, ha lavorato con Bolognini (Gli innamorati, La notte brava), Rossellini (Amori di mezzo secolo), Maselli (I delfini), Scola (Se permettete parliamo di donne), Monicelli (Padri e figli), Lattuada (Il cappotto, Una spina nel cuore) e i maestri francesi della Nouvelle Vague. «Si tende a dimenticare che i protagonisti del Ventesimo secolo incarnavano un’idea di cinema, di mitologia popolare che oggi non sono più immaginabili», è la riflessione del direttore artistico del Locarno Film Festival, Giona A. Nazzaro. «Credo che quello di Antonella Lualdi sia un volto indimenticabile del cinema italiano ed è giusto tributarle l’omaggio più affettuoso. Era una presenza inconfondibile del cinema popolare dell’epoca».
L’attrice, nata a Beirut nel 1931 da padre italiano e madre greca, in ogni film «rappresentava un’idea di diva lontana ma anche estremamente popolare». E ha saputo attraversare le stagioni del cinema italiano. «Fino al passaggio operato con grande eleganza verso la fine degli anni Cinquanta al cinema francese». Il direttore artistico la ricorda infine in Amore mio (1964) di Raffaello Matarazzo, parte della Retrospettiva Titanus alla 67. edizione del Locarno Film Festival. Ma anche al fianco del marito Franco Interlenghi in Non c’è amore più grande di Giorgio Bianchi, proiettato a Locarno nel 1955. Così come nel Comizi d’amore di Pier Paolo Pasolini, che in Ticino ebbe la sua prima proiezione nel 1964. «Oggi la scomparsa di Antonella Lualdi rischia di essere non compresa nella sua reale portata – conclude Nazzaro –, perché è una persona che a partire dagli anni Quaranta è arrivata fino al 2010 nella sua attività di recitazione, passando anche attraverso i film di genere».