Coppie

Né coniugi né concubini, avanza il matrimonio light

Luce verde all’iniziativa che chiede di istituire il «PACS» (Pacte civil de solidarité) anche in Svizzera – Il Parlamento avrà due anni per mettere a punto un progetto di legge in grado di offrire ai conviventi un’opzione intermedia ma giuridicamente chiara, senza creare tutti gli obblighi tipici dell’unione coniugale
Un terzo modello accanto al matrimonio e al concubinato.
Giovanni Galli
14.01.2023 06:00

Meno vincolante di un matrimonio, ma più di un concubinato. Già conosciuto in Francia e in due Cantoni romandi (Ginevra e Neuchâtel), il «PACS» (Pacte civil de solidarité) sta prendendo forma anche a livello nazionale. Il Parlamento metterà a punto un nuovo status giuridico per le coppie, con l’obiettivo di chiarire, in certi settori, i diritti e i doveri tra i partner e nei confronti di terzi. Una sorta di terza via aperta a tutti i conviventi, indipendentemente dal loro sesso, che non intendono sposarsi. L’impulso definitivo è giunto dalla Commissione affari giuridici del Nazionale, che ha approvato un’iniziativa del «senatore» appenzellese Andrea Caroni (PLR) per «Un PACS adeguato alla Svizzera». L’atto parlamentare, sostenuto da PLR, sinistra e Verdi liberali (contrari UDC e Centro), era già stato accolto dalla commissione omologa degli Stati, che ora avrà due anni di tempo per elaborare un progetto di legge. Si tratterebbe di una forma di matrimonio light, pensato in particolare per le giovani coppie che considerano premature le nozze e per quelle più in là con gli anni, composte magari da persone vedove o divorziate, che non vogliono un’altra unione coniugale. «Il PACS offrirebbe alle coppie uno strumento semplice per promettersi assistenza e sostegno sul piano personale ed economico durante il periodo di vita comune», spiega Caroni nell’iniziativa. «Le coppie potrebbero fare valere la loro unione nei confronti di terzi (autorità e privati), apportando chiarezza in molte situazioni (visite ospedaliere, pratiche amministrative, conclusione di contratti)».

Il PACS mira a fornire una protezione giuridica alle persone interessate senza tutte le garanzie di un matrimonio ma anche senza gli obblighi che quest’ultimo comporterebbe. Verrebbe iscritto in un registro e offrirebbe ai legislatori a tutti i livelli dello Stato, alle autorità e ai privati la possibilità di prevedere conseguenze giuridiche per questo nuovo status in funzione delle loro esigenze, senza doversi basare su una vaga nozione di concubinato.

Del tema si era già occupato l’anno scorso il Consiglio federale in un rapporto redatto su richiesta del Parlamento. Per i concubini vige attualmente una certa incertezza giuridica. Il concubinato, istituzione peraltro abbastanza rara, chiarisce determinati effetti giuridici. Le condizioni per il riconoscimento di un concubinato variano però a seconda del settore giuridico.

Il criterio principale, aveva spiegato il Consiglio federale, è anzitutto la durata della comunione di vita. Una persona può ad esempio adottare il figlio del convivente se la coppia ha convissuto per tre anni. Un concubino ha poi diritto a prestazioni per superstiti della previdenza professionale soltanto se previsto nel regolamento dell’istituto di previdenza e se la convivenza con il partner non è stata interrotta nei cinque anni prima del decesso. Dal 2021 i lavoratori hanno diritto a un congedo pagato per assistere il convivente con problemi di salute. Ma in molti altri ambiti di vita, invece, i diritti e i doveri all’interno del concubinato non sono disciplinati dalla legge, ad esempio nel diritto successorio e in quello in materia di mantenimento. Il Governo indicava quale potrebbe essere lo schema del PACS, ma lasciava il compito di trovarne la formulazione concreta al Parlamento, limitandosi ai diritti e ai doveri che potrebbero derivare per quanto riguarda l’assistenza, il mantenimento, la protezione della casa, la rappresentanza del partner in caso di incapacità o malattia, l’assicurazione sociale e il ricongiungimento familiare. A differenza dei concubini, le coppie che hanno contratto un PACS sarebbero obbligate a sostenersi reciprocamente a livello economico e personale. I partner avrebbero poi il diritto di rappresentarsi a vicenda per questioni mediche nel caso in cui uno dei due dovesse non poter più decidere per se stesso. Il PACS, secondo l’iniziativa Caroni, deve essere concepito come «concubinato plus» piuttosto che come «matrimonio light». Il «senatore» è convinto che questa nuova formula avrà successo, anche perché, come ha dichiarato al Tages-Anzeiger, non si toglie nulla ad alcuno, né qualcuno viene obbligato a fare qualcosa.

Chi vuole sposarsi o continuare normalmente una convivenza può continuare a farlo. Secondo i contrari, invece, il PACS comporta solo oneri amministrativi supplementari. Il matrimonio e la convivenza sono sufficienti.