Giustizia

Negato (ancora) l’accesso al «rapporto Galliani»

Il presidente del Tribunale d’appello ha risposto alla lettera della Commissione Giustizia e diritti respingendo la richiesta di visionare il documento - Fiorenzo Dadò non ci sta: «Sarebbe spiacevole dover arrivare a istituire una CPI»
© Pablo Gianinazzi
Martina Salvini
17.11.2024 16:12

Niente da fare, il «rapporto Galliani» non sarà consegnato alla Commissione Giustizia e diritti. A metterlo nero su bianco, come anticipato da La Domenica, è stato il presidente della Commissione amministrativa del Tribunale d’appello (TA) Giovan Maria Tattarletti, rispondendo alla lettera inviata due settimane fa dalla commissione parlamentare presieduta da Fiorenzo Dadò che tornava a chiedere l’accesso al documento. «Posto come la vostra domanda coincide in tutto e per tutto con quella che ci avete già inoltrato il 16 settembre, alla stessa non possiamo che nuovamente dare riscontro negativo», scrive Tattarletti nella missiva che il CdT ha potuto visionare. A questo proposito, aggiunge, «come evidenziato anche dall’ex giudice federale Claude Rouiller (...) l’esercizio dell’alta vigilanza sulla giustizia non legittima in alcun modo la Commissione giustizia e diritti a poter prendere visione degli atti relativi alle eventuali procedure amministrative/disciplinari in corso». Insomma, secondo Tattarletti non ci sono gli estremi per condividere con la commissione il rapporto contenente gli accertamenti preliminari svolti dall’avvocata Maria Galliani, su incarico del Consiglio di Stato, per far luce sul presunto caso di mobbing tra due segretarie del Tribunale penale cantonale.

Il nodo delle audizioni

Nella lettera del 5 novembre, i commissari chiedevano però anche «per quale motivo si sta procedendo a effettuare queste nuove audizioni, posto che le persone in questione dovrebbero essere state già sentite dall’avv. Galliani». La Giustizia e diritti, in pratica, voleva vederci chiaro. E «pur nel rispetto dei rispettivi ruoli la Commissione chiede di sapere con quali modalità formali e sostanziali la Commissione amministrativa del TA proceda all’audizione delle persone in questione e, in particolare se si è garantita l’effettiva tutela del diritto di essere sentiti in ogni sua forma». Su questo punto, però, Tattarletti chiarisce: «La Commissione amministrativa del Tribunale d’appello non è tenuta a, ma soprattutto non può, rendere conto a terzi, e nemmeno alla Commissione giustizia e diritti, degli atti istruttori eventualmente compiuti nello svolgimento di tali procedure, le quali sono evidentemente coperte dal segreto d’ufficio». In questo senso, quindi, «anche la vostra richiesta (...) di ottenere delle spiegazioni in merito alle audizioni che sarebbero state eseguite deve essere disattesa, in quanto manifestamente lesiva del principio della separazione dei poteri e dell’autonomia amministrativa del Tribunale d’appello in materia di personale».

La reazione di Dadò

Una risposta che non soddisfa affatto il presidente della Giustizia e diritti Fiorenzo Dadò. «La realtà è un’altra», dice il deputato. «Per valutare ed eventualmente decidere se esercitare l’alta vigilanza sugli aspetti amministrativi, la Commissione deve evidentemente prendere visione degli atti. Compresi quelli che riguardano il rapporto dell’avvocata Galliani. Questo non ha niente a che fare con la separazione dei poteri evocata, trattandosi appunto di aspetti amministrativi e non penali, quindi non dell’attività dei giudici». Inoltre, aggiunge, «la risposta è monca: sorvola su come si sta procedendo e sulla garanzia che si stiano rispettando le procedure». A questo punto, la Commissione dovrà discutere se e come agire. «La cocciutaggine e l’ostinazione dimostrate sembrano sospette, dovremo quindi valutare se non sia il caso di sottoporre la questione a qualcuno di indipendente». Addirittura, dice, «se si continua di questo passo, vi sarà chi chiederà l’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta» per far luce sulla vicenda: «Sono in molti a chiedersi se a questo punto nel rapporto di Galliani non vi sia qualcosa che dà fastidio a qualcuno e che si tenta in tutti i modi di nascondere. Sarebbe spiacevole se il Gran Consiglio dovesse arrivare fino a quel punto per ottenere una risposta».