Sotto la lente

Nel centro storico cittadino «servono spazi da condividere»

Giro d’orizzonte fra alcuni bar e negozi di Bellinzona per raccogliere le loro aspettative per il 2025 – Tra affitti «troppo alti» ed acquisti online c’è chi propone delle idee per risollevarsi dopo un anno decisamente difficile
© CdT/Gabriele Putzu
Lisa Menegazzo
20.01.2025 06:00

Per i commerci di Bellinzona (e non solo) il 2024 è stato un anno difficile. C’è persino chi ha dovuto chiudere, mentre le aperture sono state poche. Qualcuno, comunque, crede ancora nel centro storico della Città. Abbiamo dunque fatto un giro d’orizzonte fra bar e negozi per capire quali sono le prospettive (e le aspettative) per i prossimi dodici mesi e i rapporti con il Municipio. Emerge un quadro non troppo positivo, sulla falsariga del recente passato, insomma. Cominciamo il nostro tour nel salotto buono dal Glitter Bar in piazza Indipendenza. Secondo il titolare il problema più grande è quello degli affitti: «Sono troppo elevati ma, purtroppo, c’è poco da fare». Vis-à-vis il locale troviamo il Bar Indipendenza che chiede più spazio per organizzare eventi serali, soprattutto in estate, per evitare in particolare che i giovani «si spostino a Lugano o a Locarno, dove trovano una vita notturna più animata».

«Il Municipio? Non ha colpe»

«È difficile prendersela con il Municipio, accusandolo di aver gestito male la situazione, poiché la maggior parte degli spazi è di proprietà privata», ci spiega la titolare dell’Officina 103, che si trova a pochi passi dai due esercizi pubblici. La quale propone una soluzione: organizzare degli spazi da condividere tra commercianti ed artigiani. Il proprietario dell’Ottica Martini in viale Stazione è relativamente fiducioso per questo 2025: «Per fortuna il nostro settore è tra i meno colpiti dalla crisi dei piccoli commerci». Ciononostante, il nostro interlocutore ritiene che gli attori interessati (quali, precisa, l’Organizzazione turistica e la Società dei Commercianti) dovrebbero rafforzare la loro collaborazione con il Municipio e gestire in maniera più efficiente le richieste dei commercianti.

Si auspica inoltre maggior tolleranza da parte della popolazione in merito, ad esempio, ai rumori. «In questo senso non mi sento supportato e trovo sia un peccato dover rinunciare alla leggerezza della vita notturna per via di un’ordinanza troppo restrittiva», rileva il titolare del Glitter Caffè. Dal canto loro dall’Officina 103 ci dicono di aver ricevuto l’appoggio delle autorità, soprattutto durante la fase di avvio dell’attività, quando lo studio di illustrazione grafica si trovava in uno stabile di proprietà comunale. «L’Officina si è poi ampliata con l’aggiunta di un negozietto di oggettistica locale ed europea: ciò ha comportato il suo spostamento in uno spazio gestito da privati e dunque all’aumento delle spese di affitto, che invece prima erano contenute».

Il portafoglio piange

Gli affitti, dunque. Ma non solo. C’è altro che pesa sulle spalle dei commercianti. Secondo il titolare del Glitter Caffè la situazione precaria dei piccoli commerci non è generata unicamente dagli affitti: «Ci sono sempre più spese a carico della popolazione. E, di conseguenza, per risparmiare, i cittadini tagliano quelle superflue. Cosa significa? Che ci pensano due volte prima di andare al bar o in un ristorante… Senza dimenticare, altresì, che noi commercianti abbiamo dei costi fissi indipendentemente dalla cifra d’affari», puntualizza. Secondo lui nel centro storico di Bellinzona «ci sono troppi ritrovi». Chiaro pure il pensiero della titolare del Bar Indipendenza: la popolazione non ha cambiato le sue abitudini «per noia o per mancanza di interesse, ma perché è costretta ad abbandonare quelle non essenziali, primarie». A proposito di abitudini, oggigiorno numerosi cittadini, oramai, fanno gli acquisti online. Anche dall’Officina 103 ritengono che la situazione difficile per gli small business sia originata, oltre che dagli affitti alti, anche da un cambiamento delle abitudini d’acquisto della popolazione. «Prima un negozio doveva affacciarsi alla concorrenza locale, ma la possibilità di acquistare online ha ampliato la concorrenza ad un livello globale», annotano dall’Officina 103.

Il servizio a domicilio

Arte-Fiori in via Codeborgo non ne risente particolarmente rispetto ad altri: «Notiamo un costante aumento delle ordinazioni online. Siamo quindi obbligati a fornire un servizio a domicilio». Il titolare non colpevolizza il cliente che sceglie di optare per la proposta più comoda, ma piuttosto le istituzioni a livello federale: «Le soluzioni ci sarebbero, ma porterebbero costi troppo elevati». Chiudiamo il nostro giro d’orizzonte con quanto suggeriscono dall’Ottica Martini. «Il centro storico merita una promozione più curata ed efficace, che richiede la collaborazione tra enti, anche perché soffriamo molto la concorrenza dei centri commerciali. Vanno organizzati ancora più eventi che attirano persone e, di conseguenza, potenziali clienti per i commerci».