Bellinzona

«Nelle composizioni floreali c’è una parte del mio cuore»

Nadia Pesenti, titolare dell’atelier «Il fiore», racconta la sua storia fatta di sacrificio e di coraggio – L’esplosione di colori fuori dal negozio non passa inosservata: sono tantissimi i turisti che si fermano per un selfie
© CdT/Chiara Zocchetti
Prisca Dindo
19.09.2023 22:30

Le composizioni floreali che fanno capolino dal carrettino d’antan sistemato vicino all’entrata del suo negozio sono gettonatissimi dal popolo dei selfie. Soprattutto il sabato mattina, quando le vie di Bellinzona sono prese d’assalto dai turisti in visita del famoso mercato e quell’esplosione di colori non passa certo inosservata. «Chiedessi un franco per ogni fotografia, sarei una donna ricca» scherza Nadia Pesenti, titolare de «Il fiore», il grazioso atelier floreale al numero 9 di via Camminata. Quella di Nadia è una storia di successo. Ma anche di coraggio: al giorno d’oggi non è semplice per una giovane puntare su un’attività propria in una città dove il commercio fa fatica a stare a galla. Eppure lei ce l’ha fatta, perché l’andirivieni di clienti nel suo negozio è costante.

Nata con il pollice verde

Forse anche grazie al fatto che questa ragazza leventinese di 31 anni dai tratti decisi è riuscita a capire quasi subito quale poteva essere la strada professionale da imboccare. Per lei l’amore per la natura è sempre stata una certezza: da piccola componeva bouquet con tutto ciò che trovava in giro e quando una notte sognò di trovarsi in un negozio circondata dai fiori capì che il suo futuro sarebbe sbocciato in mezzo alle corolle. Era solo una questione di tempo. Si iscrisse alla scuola di Mezzana e dopo tre anni uscì con «la miglior media teorica e pratica», come puntualizza oggi orgogliosa. Terminata la formazione, si affacciò subito sul mondo del lavoro.

La gavetta

«Per un anno ho fatto sostituzioni nei negozi – ricorda la fioraia – quando qualche dipendente si ammalava, oppure c’era qualche richiesta di concedo maternità io mi mettevo subito a disposizione, indipendentemente da dove giungesse la richiesta. Un giorno lavoravo a Airolo, l’altro a Chiasso, l’altro ancora a Locarno. Giravo il Ticino come una trottola, ma l’importante era lavorare». Nel 2015, la svolta. Nadia venne a sapere che in via Pellandini a Bellinzona un fiorista avrebbe ceduto l’attività e lei prese la palla al balzo. Così, a soli 23 anni, diede il via alla sua attività da indipendente. «All’inizio è stata molto dura - commenta - ricordo che mi ripetevo in continuazione: basta non ce la faccio più, la mia qualità di vita era migliore quando lavoravo per gli altri. Per cinque anni ho fatto tutto da sola: mi occupavo personalmente delle consegne, acquistavo i fiori, aprivo e chiudevo il negozio. Ero costretta a lavorare di notte per preparare le composizioni che mi chiedevano per matrimoni o compleanni». Nel 2018 spostò la sua attività in via Camminata, nel cuore della città.

«Stravolgere la professione»

Gli abitanti della capitale si accorsero subito che Nadia non era la classica fioraia. «L’avevo scritto anche sul mio business plan - spiega Nadia - la mia intenzione era quella di stravolgere questa professione. Io ho il mio modo di vedere le cose, voglio essere innovativa, diversa. Nel mio negozio si trovano composizioni immerse nell’acqua ma anche semplici girasoli. Sono stata la prima in Ticino a vendere il marimo, l’alga palla giapponese simbolo di amore eterno. Il mercato la richiedeva e io mi sono data da fare per scovarla; comunque in ogni mia creazione c’è il mio cuore, una piccola parte di me, come dico sempre ai miei amici».

Il boom dopo la pandemia

Dopo otto anni di sforzi, la costanza e la dedizione di Nadia sono state premiate. Nel suo atelier lavorano oggi tre persone «che porto con me ad ogni fiera o concorso a livello europeo» racconta sottolineando una volta in più l’importanza di tenere gli occhi ben aperti sul mondo e sulle novità. Ma il vero boom per il suo atelier è arrivato con la pandemia. «Durante il lockdown la gente - spiega la giovane - aveva capito l’importanza della natura ed era tornata ad acquistare piante e fiori che io consegnavo loro a domicilio; per fortuna “grazie” al Coronavirus le persone avevano ritrovato il contatto con la terra e il verde e il nostro settore si è salvato».

«Noi abbelliamo la città»

Lo si capisce mentre parla: Nadia è una persona positiva. Una che guarda sempre il bicchiere mezzo pieno, non quello mezzo vuoto. «È ciò che dicono i miei clienti quando entrano nel mio atelier: che in questi spazi si respira un’energia positiva», ammette sorridendo. Tuttavia la fioraia ha un rammarico: le piacerebbe che la città avesse maggiore riguardo per i commercianti come lei. «Ve la immaginate questa via senza vetrine? Senza i miei fiori esposti fuori dalla porta del mio negozio? Ecco io vorrei che invece di farmi pagare una tassa per l’occupazione del suolo pubblico la città riconoscesse questo nostro valore aggiunto. Con le nostre attività abbelliamo Bellinzona, le diamo vita».

© CdT/Chiara Zocchetti
© CdT/Chiara Zocchetti
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