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A sostenerlo è un rapporto approfondito del canale televisivo israeliano Channel 12 (Keshet 12) – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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14:56
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L'Idf si scusa per l'attacco che ha provocato la morte di un soldato libanese
L'esercito israeliano ha chiesto scuse formali per aver colpito oggi una postazione dell'esercito libanese nel sud del Paese, uccidendo un soldato e ferendo altri 18.
«L'incidente è avvenuto in una zona dove sono in corso combattimenti contro l'organizzazione terroristica Hezbollah», ha affermato l'Idf parlando con il Times of Israel.
L'attacco ha colpito un centro dell'esercito libanese nella città di Al-Amiriya, sulla strada Al-Qalila-Tyre. «L'Idf si rammarica dell'incidente e chiarisce che sta combattendo contro Hezbollah, e non contro l'esercito libanese», afferma l'esercito, aggiungendo che l'incidente è sotto inchiesta.
13:35
13:35
«In 12 ore 150 razzi verso Tel Aviv e il nord di Israele»
Dalla scorsa mezzanotte l'organizzazione paramilitare islamista sciita e antisionista libanese Hezbollah ha lanciato 150 razzi verso l'area di Tel Aviv, la principale città israeliana, e il nord dello Stato ebraico.
Secondo i soccorritori, cinque persone sono rimaste ferite in un attacco avvenuto intorno alle 13.30 ora israeliana (le 12.30 in Svizzera) nella zona centrale del paese.
Le sirene d'allarme stanno suonando incessantemente da ore nel nord di Israele.
12:22
12:22
Borrell in Libano: «Il cessate il fuoco è l'unica soluzione»
«La sola via possibile da percorrere» in Medio Oriente «è il cessate il fuoco immediato e la piena attuazione della risoluzione delle Nazioni Unite», ha detto l'alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell durante un punto stampa nella capitale libanese Beirut.
Il Libano è «sull'orlo del collasso», ha affermato il capo della diplomazia dell'Ue, chiedendo di fare pressioni sia su Israele che sull'organizzazione paramilitare islamista sciita e antisionista libanese Hezbollah affinché «accettino la proposta degli Stati Uniti per un cessate il fuoco».
Questa proposta «è in attesa di una risposta definitiva del governo israeliano e dobbiamo lavorare con tutta la comunità internazionale per rispettare il diritto internazionale», ha proseguito Borrell, elogiando «gli sforzi compiuti dagli Stati Uniti e dalla Francia» per raggiungere il cessate il fuoco e l'attuazione della risoluzione 1701 dell'Onu.
L'obiettivo, ha ribadito, deve essere «il ritiro dei combattenti di Hezbollah e delle truppe israeliane e il ripristino della piena sovranità del Libano».
Il responsabile della diplomazia dell'Ue si è anche espresso sulla Forza di interposizione in Libano delle Nazioni Unite: «L'Unifil ha un ruolo chiave in un contesto sempre più difficile. Ha 10'000 uomini dispiegati nel sud del Libano. Tredici sono rimasti feriti» nelle ultime settimane, «quattro italiani soltanto qualche giorno fa: questi attacchi sono del tutto inaccettabili».
«L'Unifil ha il forte supporto dell'Ue e vorrei anche ribadire il sostegno all'Unrwa (l'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi nel Vicino Oriente), che ha un ruolo insostituibile a Gaza ma anche qui in Libano», ha sottolineato Borrell, ribadendo la condanna dell'Ue alla messa al bando dell'agenzia dell'Onu approvata dal parlamento dello Stato ebraico (Knesset) e tornando a fare appello al governo israeliano di Benyamin Netanyahu a «non implementarla».
L'Ue è «pronta a stanziare 200 milioni di euro (185 milioni di franchi al cambio attuale) alle forze armate libanesi», ha poi indicato Borrell, riferendo di aver chiesto al premier del Libano, Najib Mikati, come l'Ue può supportare «l'esercito non solo finanziariamente ma anche tecnicamente».
«Come Unione europea supportiamo i cittadini del Libano, le sue forze armate e le sue istituzioni», ha evidenziato Borrell, precisando tuttavia che la possibilità di «un cessate il fuoco» e di «una soluzione di lungo termine è nelle mani delle parti».
«I leader del Libano devono assumersi la loro responsabilità iniziando a eleggere un presidente e ponendo fine a un vuoto di potere durato due anni», ha ammonito Borrell, dopo aver incontrato anche il presidente del parlamento libanese Nabih Berri.
11:49
11:49
Hezbollah: «Lanciati missili su obiettivo militare a Tel Aviv»
L'organizzazione paramilitare islamista sciita e antisionista libanese Hezbollah annuncia di aver lanciato missili e droni verso un «obiettivo militare» a Tel Aviv, la principale città israeliana. Afferma inoltre di aver lanciato droni su una base navale nel sud dello Stato ebraico.
Intanto l'esercito libanese ha indicato che un attacco israeliano nella parte meridionale del paese oggi ha ucciso un soldato dell'esercito regolare e ne ha feriti altri 18. «Un soldato è stato martirizzato e altri 18 sono rimasti feriti, tra cui alcuni in modo grave, a seguito di un attacco israeliano che ha preso di mira un centro dell'esercito libanese ad Amriyeh», scrivono le forze armate libanesi.
09:40
09:40
Israele: «Morto rabbino negli Emirati, è terrorismo antisemita»
Israele afferma che negli Emirati Arabi Uniti è stato trovato il corpo di un rabbino israelo-moldavo scomparso da giovedì. Tel Aviv ritiene che sia stato un omicidio e afferma che si tratta di un episodio di «terrorismo antisemita» e promette di usare tutti i mezzi a sua disposizione per portare gli assassini davanti alla giustizia.
Lo riferiscono media israeliani fra cui il quotidiano in linea The Times of Israel. Si tratta del rabbino Zvi Kogan, che si trovava ad Abu Dhabi da quando Israele ha normalizzato i legami con gli Emirati Arabi Uniti alla fine del 2020.
Kogan era imparentato con il rabbino Gavriel Holtzberg, che è stato assassinato insieme alla moglie in un attacco terroristico alla Nariman Chabad House di Mumbai (India) nel 2008, ha riferito il canale televisivo israeliano Channel 12 (Keshet 12).
«Questo vile attacco antisemita ci ricorda l'inumanità dei nemici del popolo ebraico», scrive sulla rete sociale X il presidente israeliano Isaac Herzog, stando a quanto riporta The Times of Israel. «Non ci impedirà di continuare a far crescere la comunità fiorente negli Emirati Arabi Uniti o altrove».
Herzog ringrazia anche gli Emirati Arabi Uniti per la loro «rapida azione» e afferma di confidare che faranno tutto il possibile per assicurare alla giustizia gli assassini.
09:21
09:21
«Per anni Netanyahu ignorò l'allerta riguardo al pericolo costituito da Hamas»
Un rapporto approfondito del canale televisivo israeliano Channel 12 (Keshet 12) sostiene che il premier israeliano Benyamin Netanyahu per anni abbia ignorato gli avvertimenti dei vertici della sicurezza sulla crescente minaccia rappresentata da Hamas a Gaza e abbia rifiutato ripetute proposte di uccidere i leader del movimento islamista Yahya Sinwar e Muhammad Deif.
L'ufficio di Netanyahu nega categoricamente le accuse. Secondo il servizio realizzato dalla televisione, citato dal quotidiano in linea Times of Israel, Netanyahu ricevette nel 2014 informazioni dettagliate sui piani di Hamas di entrare sul territorio israeliano. Negli anni successivi, gli operativi di Hamas si avvicinarono ripetutamente alla recinzione di confine, ma il primo ministro bloccò qualsiasi risposta significativa da parte di Israele.
Invece, Netanyahu scelse una strategia basata sulla difesa e sul pagamento ad Hamas, secondo il rapporto. Investì miliardi di shekel in una nuova barriera di confine per bloccare i tunnel verso Israele, solo il 3% dei quali fu investito nella parte sopraelevata della barriera, che Hamas penetrò facilmente il 7 ottobre.
Nel 2018, secondo Channel 12, Netanyahu respinse una proposta del servizio di sicurezza interno dello Stato ebraico Shin Bet e dell'allora ministro della difesa Avigdor Liberman di uccidere leader di Hamas, tra cui Sinwar e Deif, scegliendo invece di inviare l'allora capo del Mossad (il servizio segreto focalizzato sulle operazioni all'estero) Yossi Cohen in Qatar per convincere l'emirato del Golfo a inviare denaro ad Hamas in cambio della quiete nel sud.
Secondo il rapporto, Netanyahu scelse anche di ignorare le informazioni secondo cui il Qatar stava anche inviando fondi al braccio militare di Hamas. In effetti, nel 2020 inviò l'allora capo del Comando Sud dell'esercito Herzi Halevi in Qatar per convincere i suoi leader a continuare a finanziare Hamas dopo che Doha aveva indicato di voler interrompere il finanziamento del gruppo.
Dopo che un operativo dell'organizzazione paramilitare islamista sciita e antisionista libanese Hezbollah condusse un attentato con bomba nel nord di Israele nel marzo 2023, Halevi avvertì Netanyahu che le probabilità di una guerra erano alte e che avrebbe dovuto agire in modo offensivo contro i leader terroristici, riporta Channel 12. Anche in questo caso Netanyahu rifiutò.
Sei giorni prima dell'attacco del 7 ottobre, Halevi affermava che Israele doveva prepararsi alla guerra con il gruppo terroristico palestinese. Netanyahu esitò e il consigliere per la sicurezza nazionale Tzachi Hanegbi andò alla radio per dire che Hamas era stato dissuaso.
In una dichiarazione, l'Ufficio del primo ministro definisce il rapporto «un riciclo di menzogne infondate che sono state smentite in passato e che sono intese a screditare il primo ministro Netanyahu, che sta portando Israele a risultati senza precedenti su sette fronti».
07:00
07:00
Il punto alle 7.00
Il Governo israeliano sarebbe pronto ad approvare la proroga dell'ordinanza speciale che autorizza l'Idf a richiamare 320.000 riservisti fino al 2 marzo 2025. A riferirlo è Walla. «A breve, il Governo approverà di nuovo l'estensione del servizio di riserva per 320.000 riservisti, le stesse persone che hanno già prestato servizio per 250 o 300 giorni. Se il Governo arruolasse migliaia di giovani haredim, sarebbe possibile alleggerire il peso su coloro che prestano servizio e lavorano», ha affermato il leader dell'opposizione Yair Lapid in una dichiarazione su X.
Intanto, sul fronte militare, Israele ha attaccato il valico di Jusiyah ad al-Qusayr, nel governatorato di Homs, tra Siria e Libano. Lo riporta l'agenzia di stampa statale siriana SANA. Dall'inizio della guerra in Siria nel 2011, Israele ha effettuato centinaia di attacchi aerei in Siria, prendendo di mira l'esercito e i gruppi sostenuti dall'Iran.