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Netanyahu insiste: «Non cedo alle pressioni, la guerra proseguirà ancora molti mesi»

«Sono impegnato a respingere le pressioni internazionali per mettere fine alla guerra» ha detto il premier in conferenza stampa – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Netanyahu insiste: «Non cedo alle pressioni, la guerra proseguirà ancora molti mesi»
Red. Online
30.12.2023 08:16
20:17
20:17
Netanyahu: avanti per molti mesi, non cedo alle pressioni

«La guerra proseguirà ancora molti mesi»: lo ha ribadito il premier Benyamin Netanyahu in una conferenza stampa. «Sono impegnato a respingere le pressioni internazionali per mettere fine alla guerra», ha aggiunto. «Dagli israeliani sento dire in continuazione: 'continuate fino alla vittoria totale, non fermatevi'. E per questo è necessario altro tempo».

«Noi assestiamo duri colpi agli Hezbollah. Se loro estenderanno la guerra, subiranno colpi che nemmeno si immaginano. Lo stesso vale per l'Iran», ha detto Netanyahu. «L'Iran guida l'Asse del Male. La sua aggressività rappresenta una minaccia per il mondo libero intero. Noi agiamo contro l'Iran, ma è meglio non dare precisazioni». Netanyahu ha quindi ribadito che «oggi è più necessario che mai impedire all'Iran di dotarsi di armi atomiche».

17:01
17:01
100 mila persone sfollate da Khan Yunis a Rafah

L'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) stima che almeno 100 mila persone si siano trasferite a Rafah, la città più a sud di Gaza negli ultimi giorni, mentre i combattimenti si intensificano a Khan Younis, località considerata roccaforte di Hamas.

L'Ocha sottolinea che l'afflusso di persone ha peggiorato il sovraffollamento e messo sotto pressione le risorse già limitate mentre cresce - riporta la Bbc - la preoccupazione per l'aumento della diffusione di malattie a Gaza.

Intanto, l'esercito israeliano ha dichiarato che le sue truppe stanno avanzando nel sud della Striscia di Gaza, con l'aviazione che ha intensificato le operazioni effettuando circa 50 attacchi contro obiettivi nell'area, compresi tunnel e altre infrastrutture utilizzate da Hamas per attaccare le divisioni israeliane. Hamas ha nel frattempo condannato la vendita d'emergenza di armi a Israele da parte degli Stati Uniti approvata ieri. Ieri l'amministrazione Biden, per la seconda volta nel mese, ha aggirato il Congresso e approvato la vendita d'emergenza di armi a Tel Aviv per un valore di 147,5 milioni di dollari.

Secondo i media siriani, inoltre, un massiccio attacco aereo, attribuito a Israele, ha preso di mira l'aeroporto internazionale di Aleppo, nel nord della Siria. La radio filo-governativa Sham FM non riferisce di danni allo scalo, ma le immagini che circolano sui social mostrano grandi pennacchi di fumo nell'area.

15:01
15:01
«Irruzione nella base dell'intelligence di Hamas»

L'esercito israeliano ha reso noto di aver fatto irruzione nella base del quartier generale militare della divisione di intelligence di Hamas a Khan Yunis, dopo essere avanzato ulteriormente nel sud di Gaza.

Il quartier generale dell'intelligence è responsabile di tutte le attività sensibili del gruppo terroristico - ha detto l'Idf - aggiungendo di aver localizzato nello stesso complesso anche un centro di comando della Jihad islamica palestinese.

L'esercito ha riferito di aver trovato materiale di intelligence «molto prezioso» e ha fatto irruzione in diversi altri siti di Hamas.

14:56
14:56
Sale a 21.672 il bilancio delle vittime a Gaza

Sale a 21.672 il bilancio delle vittime a Gaza da quando Israele ha iniziato a colpire la Striscia in risposta agli attacchi del 7 ottobre compiuti dai miliziani di Hamas.

Lo ha riferito il ministero della Sanità di Hamas, senza chiarire quante sono le vittime civili e quanti sono morti nei combattimenti. In un comunicato, il ministero afferma che 165 persone sono rimaste uccise nelle ultime 24 ore, mentre un totale di 56.165 altre sono rimaste ferite nei combattimenti.

13:38
13:38
Qatar: «Hamas pronto a negoziare per il rilascio di 40-50 ostaggi in cambio di un cessate il fuoco di 20-30 giorni e del rilascio di prigionieri»

Il capo del Mossad, David Barnea, ha informato il gabinetto di guerra che, secondo il mediatore del Qatar, Hamas sarebbe pronto a negoziare un accordo per il rilascio di 40-50 ostaggi in cambio di un cessate il fuoco di 20-30 giorni e del rilascio di prigionieri.

Lo riferisce Ynet citando una fonte israeliana e aggiungendo che Hamas avrebbe ritirato la richiesta che aveva presentato finora di un cessate il fuoco totale come condizione per il ritorno degli ostaggi.

Secondo la stessa fonte, Israele avrebbe chiesto chiarimenti al Qatar chiedendo risposte entro oggi. Un funzionario politico ha commentato gli sviluppi, parlando di «un leggero progresso» anche se «la strada è ancora lunga ed è troppo presto per capire se questo consentirà o meno un avvio dei negoziati per raggiungere una svolta».

Un'altra fonte della sicurezza - scrive Ynet - si è mostrata più scettica, sostenendo che «finché non ci sarà un cambiamento fondamentale in Hamas per quanto riguarda la sopravvivenza del suo governo e la richiesta di un cessate il fuoco completo, la possibilità di raggiungere un accordo è scarsa».

13:36
13:36
NYT: «Israele non aveva un piano di difesa per un attacco a sorpresa»

Sulla base di interviste con ufficiali israeliani attualmente in servizio o già in pensione, il New York Times scrive che l'esercito israeliano non aveva un piano per gestire un massiccio assalto di Hamas al Paese, come si è visto il 7 ottobre.

«Non c'era un piano di difesa per un attacco a sorpresa», ha dichiarato al Nyt Amir Avivi, ex vice capo della Divisione Gaza. «L'esercito non si prepara per cose che ritiene impossibili», ha aggiunto l'ex consigliere per la sicurezza nazionale Yaakov Amidror.

Il report dipinge il quadro di un esercito che per lunghe ore non ha compreso la portata dell'attacco, rispondendo in modo lento e inefficiente, inviando squadre troppo piccole e mal equipaggiate per affrontare un assalto di massa.

E sottolinea inoltre come l'attacco di Hamas alla base della Divisione di Gaza dell'esercito a Reim sia stato fondamentale per il successo dell'attacco, paralizzando l'unità responsabile del coordinamento di tutte le attività militari nella regione. In mancanza di direttive o ordini chiari, molte unità sono ricorse all'uso di WhatsApp e Telegram per raccogliere informazioni su obiettivi e persone bisognose di assistenza.

13:35
13:35
L'esercito israeliano nella notte ha colpito «obiettivi in Siria»

L'esercito israeliano ha comunicato che nella notte ha attaccato la Siria dopo che due razzi provenienti dal Paese sono caduti nelle Alture del Golan occupate da Israele e rivendicate dal governo siriano.

«In seguito alla segnalazione di sirene che suonavano nel nord di Israele, poco fa due lanci identificati in transito dalla Siria sono caduti in un'area aperta», ha affermato l'esercito, aggiungendo che le Forze di difesa stanno «colpendo le fonti del fuoco».

L'esercito israeliano ha confermato all'agenzia di stampa Afp che i proiettili lanciati dal territorio siriano erano razzi, ma non ha specificato il luogo preciso in cui sono caduti.

Israele considera le Alture del Golan annesse come parte della sua regione settentrionale. Giovedì scorso un attacco israeliano aveva preso di mira l'area intorno alla capitale siriana, Damasco, hanno riferito il ministero della Difesa siriano e i media statali.

Frattanto, il quotidiano libanese Al-Akhbar ha riferito che l'inviato speciale degli Stati Uniti Amos Hochstein si recherà in Libano all'inizio del nuovo anno per i colloqui su un eventuale stop delle ostilità tra Hezbollah e Israele. Secondo Al-Akhbar, vicino a Hezbollah, il piano di Hochstein comprenderebbe negoziati per porre fine agli attacchi dal confine del Libano con Israele e il ritiro israeliano dalla parte settentrionale del villaggio di Reger.

Il giornale precisa che i contatti tra i Paesi occidentali con il Libano non si sono fermati, e tutti continuano a mettere in guardia contro l'escalation tra Israele e Hezbollah, con la pressione israeliana sugli Stati Uniti affinché raggiungano una soluzione che consenta ai residenti del nord di tornare alle loro case.

11:49
11:49
Feroci combattimenti in corso in tutta Gaza

Feroci combattimenti sono in corso questa mattina a Gaza tra l'esercito israeliano e Hamas, riferisce l'Aeronautica militare israeliana su X. I combattimenti, scrive il Times of Israel, si stanno svolgendo in tutta la Striscia.

L'Idf (le forze di difesa israeliane) ha reso noto di aver distrutto ieri due edifici militari di Hamas nella città settentrionale di Beit Lahia. Attaccati diversi obiettivi del gruppo nel nord e nel centro di Gaza, come riporta Walla. Alcune ore prima, l'aviazione israeliana e le truppe di terra hanno attaccato obiettivi nella città meridionale di Khan Yunis.

08:40
08:40
Israele: «Uccisi decine di terroristi a Gaza City»

Le truppe di terra israeliane, appoggiate dalle forze aeree, hanno ucciso ieri «decine di terroristi» a Gaza City, inclusi 15 colpiti dall'Aeronautica militare: lo hanno reso noto questa mattina su Telegram le Forze di difesa israeliane (Idf).

Le truppe di terra hanno eliminato anche una cellula terroristica nel rione di Shejaiya di Gaza City, insieme ad un «terrorista armato di lanciagranate». Inoltre, nel nord della Striscia - a Beit Lahia - sono stati smantellati due complessi militari di Hamas dove le truppe israeliane avevano localizzato numerose armi, ordigni esplosivi, equipaggiamenti militari e dispositivi di comunicazione. Sempre nella zona di Beit Lahia, conclude il comunicato, sono stati uccisi altri due «terroristi».

08:37
08:37
Hamas precisa: nessun rilascio di ostaggi finché ci sono combattimenti

Un leader di Hamas Osama Hamda ha detto ad Al Jazeera che non si parla di un rilascio di ostaggi israeliani prima che i combattimenti a Gaza finiscano. Affermazioni che arrivano dopo che i media israeliani riportavano che i mediatori del Qatar avrebbero detto a Israele che Hamas «è d'accordo in linea di principio» a tornare al tavolo dei negoziati.

Hamda ha affermato che l'eventuale rilascio degli ostaggi in cambio di un cessate il fuoco di un mese non è stato discusso. «Abbiamo informato chiaramente tutti i mediatori che la nostra priorità è fermare l'aggressione contro Gaza una volta per tutte», ha detto Hamda.

08:29
08:29
Biden approva la vendita di emergenza di armi a Israele

L'amministrazione Biden, per la seconda volta nel mese, ha aggirato il Congresso e approvato la vendita di emergenza di armi a Israele per un valore di 147,5 milioni. «Data l'urgenza delle necessità di Israele, il segretario di stato ha notificato al Congresso di aver esercitato i suoi poteri nel determinare l'esistenza di un'emergenza che richiedeva un'approvazione immediata», afferma il Dipartimento di Stato sottolineando che «gli Stati Uniti sono impegnati nella sicurezza di Israele ed è vitale per gli interessi nazionali degli Usa assicurare che Israele sia in grado di difendersi dalle minaccia che affronta».

08:16
08:16
Il punto alle 08.00

Hamas è pronto a riprendere i colloqui per il rilascio degli ostaggi, fanno sapere i mediatori del Qatar: «Hanno accettato in linea di principio di trattare sul rilascio di circa 40 persone detenute a Gaza in cambio di una tregua di almeno una settimana». Lo sostiene, citando tre funzionari israeliani, il quotidiano israeliano Walla. Al centro dei colloqui ci sarebbe una proposta avanzata qualche settimana fa dal capo dell'agenzia di spionaggio israeliana, David Barnea, durante un incontro con il capo della CIA, William Joseph Burns, e il primo ministro del Qatar. A beneficiarne sarebbero donne, uomini di età superiore ai 60 anni e persone che necessitano di cure mediche urgenti. In cambio, Israele dovrebbe fermare le operazioni militari a Gaza per un numero cospicuo di giorni e rilasciare dei palestinesi detenuti.

L'emittente araba Al Jazeera riferisce che all'alba di oggi le forze israeliane hanno compiuto un raid in Cisgiordania arrestando 14 palestinesi del campo profughi di Jalazone, a nord di Ramallah.

Il sottosegretario generale per gli affari umanitari e coordinatore degli aiuti di emergenza presso le Nazioni Unite, Martin Griffiths, ha espresso la sua «ferma condanna» dell'incidente in cui «è stato sparato contro un convoglio umanitario mentre viaggiava dal nord di Gaza a Rafah». L'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA) ha affermato ieri che suoi veicoli che trasportavano aiuti sono stati colpiti da soldati israeliani, senza causare vittime. «Il convoglio era chiaramente segnalato e i suoi movimenti erano coordinati con le parti», ha sottolineato Griffiths sul suo account X ricordando che «gli attacchi contro gli operatori umanitari sono illegali».

«Negli ultimi giorni diverse dichiarazioni di funzionari israeliani hanno insinuato o ritenuto direttamente l'UNRWA responsabile delle lacune nella consegna degli aiuti nella Striscia di Gaza. Queste affermazioni sono state amplificate dai media israeliani e da altri media mainstream e social, creando un flusso di disinformazione infondata». Lo dichiara il capo dell'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente, Philippe Lazzarini.

Ieri il portavoce del governo israeliano Eylon Levy ha infatti accusato l'UNRWA di aver coperto il presunto dirottamento degli aiuti a Gaza da parte di Hamas, descrivendo il meccanismo di aiuto delle Nazioni Unite come «tristemente infruttuoso». In un comunicato pubblicato sul sito web dell'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, Lazzarini afferma da parte sua che «con le severe restrizioni all'accesso umanitario da parte delle autorità israeliane l'operazione umanitaria deve affrontare numerose sfide» e invita i media «a verificare i loro resoconti e a effettuare controlli incrociati tra le informazioni, comprese le dichiarazioni dei funzionari governativi, prima di pubblicare informazioni».