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Niente cessate il fuoco, c'è il veto degli USA

Gli Stati Uniti hanno bloccato con il veto la risoluzione del Consiglio di Sicurezza che chiedeva il «cessate il fuoco umanitario a Gaza» e definiva la situazione umanitaria «catastrofica» – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Niente cessate il fuoco, c'è il veto degli USA
Red. Online
08.12.2023 08:00
22:08
22:08
Veto USA blocca la bozza ONU per cessate il fuoco a Gaza

Gli Usa hanno bloccato con il veto la risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che chiedeva il «cessate il fuoco umanitario a Gaza» e definiva la situazione umanitaria «catastrofica».

Nonostante la pressione del segretario generale Antonio Guterres, il testo degli Emirati - che chiedeva anche la protezione dei civili, il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi ancora detenuti da Hamas - ha ottenuto 13 voti a favore, un astenuto (la Gran Bretagna) e il veto Usa.

Intanto, stando al portale Walla, che cita un alto funzionario israeliano, lo Stato ebraico vuole porre fine all'operazione dell'Idf a Khan Yunis entro 3-4 settimane, e ha bisogno di un altro periodo di tempo simile per terminare la prima fase della guerra, conosciuta in gergo militare come «operazione intensiva».

20:17
20:17
«A Gaza sempre più terroristi si consegnano a noi»

''Un numero crescente di terroristi si arrendono durante i combattimenti e si consegnano a noi«: lo ha affermato il portavoce militare israeliano Daniel Hagari aggiornando sulla situazione in corso a Gaza.

»Nelle ultime 48 ore - ha aggiunto - abbiamo arrestato oltre 200 persone sospette. Decine di loro sono stati consegnati alla unità 504 dell'intelligence militare e allo Shin Bet (Sicurezza interna, ndr) per essere interrogati. Fra di loro ci sono comandanti di Hamas e membri della «Nukhbe», la unità di élite dell'ala militare di Hamas.

Intanto, le Brigate Ezzedin al-Qassam, l'ala militare di Hamas, hanno diffuso sui social media un video che mostra il cadavere di un soldato israeliano morto, secondo i miliziani palestinesi, a seguito di un blitz fallito per liberarlo tentato stamattina dalle forze israeliane a Gaza.

19:16
19:16
Hamas chiede al Consiglio di sicurezza di porre fine alla guerra

Hamas ha chiesto al Consiglio di sicurezza dell'Onu di porre fine alla «guerra brutale» nella Striscia di Gaza. «Chiediamo al Consiglio di Sicurezza, alla comunità internazionale e a tutti i Paesi del mondo di porre fine a questa guerra brutale e di salvare la Striscia di Gaza prima che sia troppo tardi», ha affermato in un comunicato l'ufficio stampa del gruppo palestinese.

Intanto, dopo l'allerta dell'Onu, anche Save the Children e altre Ong internazionali lanciano l'allarme sulla situazione «apocalittica» nella Striscia di Gaza, dopo sessanta giorni di assedio israeliano seguito ai massacri di Hamas contro lo Stato ebraico, il 7 ottobre. «Chi è sopravvissuto ai bombardamenti corre ormai il rischio imminente di morire di fame e di malattia»: Intanto, dopo l'allerta dell'Onu, anche Save the Children e altre Ong internazionali lanciano l'allarme sulla situazione «apocalittica» nella Striscia di Gaza, dopo sessanta giorni di assedio israeliano seguito ai massacri di Hamas contro lo Stato ebraico, il 7 ottobre.

«Centinaia di bambini fanno la coda per una sola toilette, vermi nelle piaghe, bimbi amputati senza anestesia, ci mancano le parole per descrivere gli orrori di Gaza», ha deplorato Alexandra Saieh, responsabile di Save the Children, in occasione di una videoconferenza stampa congiunta con una decina di altre organizzazioni umanitarie internazionali. Saieh aggiunge che «dei bambini e le loro famiglie vagano nelle strade di ciò che non è stato raso al suolo, senza cibo, senza un posto dove andare, senza nulla per sopravvivere».

La situazione a Gaza è «apocalittica», allerta la responsabile Oxfam, Bushra Khalidi, denunciando, tra l'altro, le restrizioni israeliane ai convogli umanitari al valico di Rafah. Già a fine novembre, il Programma alimentare mondiale (Pam) aveva messo in guardia sul «rischio elevato di carestia» per la popolazione di Gaza, in particolare, per «donne e bambini».

A Gaza «non c'è nessun posto rimasto sicuro», ha sottolineato da parte sua Shaina Low, del Norwegian Refugee Council, durante la conferenza stampa online. Due giorni fa, il 6 dicembre, anche il responsabile per i Diritti umani delle Nazioni Unite, Volker Türk, aveva evocato una situazione «apocalittica» nell'enclave palestinese a circa due mesi dall'inizio delle ostilità.

18:19
18:19
Gli USA all'ONU: «Non sosteniamo il cessate il fuoco immediato»

«Mentre gli Stati Uniti sostengono fermamente una pace duratura, in cui sia israeliani che palestinesi possano vivere in pace e sicurezza, non sosteniamo le richieste per un cessate il fuoco immediato». Lo ha detto l'ambasciatore americano all'Onu Robert Wood durante la riunione del Consiglio di Sicurezza, assicurando che gli Usa faranno «il possibile per liberare tutti gli altri ostaggi».

«Ciò non farebbe altro che gettare i semi per la prossima guerra, perché Hamas non ha alcun desiderio di vedere una pace duratura e una soluzione a due Stati», ha aggiunto.

Dal canto suo, l'ambasciatore cinese all'Onu Zhang Jun alla riunione su Gaza. «Solo un cessate il fuoco umanitario immediato e' il passo adeguato da chiedere per il Consiglio di Sicurezza. Ogni esitazione sarebbe non responsabile».

Anche un gruppo di ministri degli Esteri di Paesi arabi a Washington ha rivolto un appello agli Stati Uniti di premere per un «cessate il fuoco immediato» a Gaza. «Il nostro messaggio è che crediamo che sia assolutamente necessario porre fine subito ai combattimenti», ha detto il ministro degli Esteri saudita, il principe Faisal bin Farhane, a nome di tutto il gruppo.

Intanto il presidente francese, Emmanuel Macron, nel corso di un colloquio telefonico con il premier israeliano Benyamin Netanyahu, ha espresso «la necessità di proteggere i civili di Gaza e sottolineato l'importanza di giungere ad un cessate il fuoco duraturo»: è quanto si legge in una nota diffusa dall'Eliseo.

Parlando con Netanyahu, Macron ha sottolineato la necessità ''cruciale'' che i civili di Gaza ricevano l'aiuto di cui hanno «urgentemente bisogno e che il punto di passaggio di Kerem Shalom venga riaperto a questo scopo». Macron ha inoltre incitato il premier israeliano ad «assumere le misure necessarie per porre un termine alle violenze perpetrate dai coloni contro i civili palestinesi in Cisgiordania».

Dal canto suo, «la Commissione fornirà 125 milioni di euro in aiuti umanitari al popolo palestinese nel 2024. Questo nuovo finanziamento sosterrà le organizzazioni umanitarie che operano sia a Gaza che in Cisgiordania». E' quanto annuncia la Commissione Ue.

«In Cisgiordania, dove molte comunità palestinesi sono a rischio di sfollamento o sono già sfollate con la forza, i progetti forniranno servizi di protezione, come assistenza legale o materiale alle persone colpite dalla violenza dei coloni, dalla confisca di proprietà private o dalla perdita dei mezzi di sussistenza», aggiunge.

Nel frattempo, per la seconda volta in un giorno sono risuonate le sirene di allarme per i razzi da Gaza a Tel Aviv e nel centro di Israele. Lo ha constatato l'agenzia di stampa italiana ANSA sul posto. In aria si sono sentite numerose esplosioni dovute all'intercettazione dei razzi da parte del sistema di difesa dell'Iron Dome.

18:04
18:04
«Solo un cessate il fuoco è il passo adeguato»

«Solo un cessate il fuoco umanitario immediato e' il passo adeguato da chiedere per il Consiglio di Sicurezza. Ogni esitazione sarebbe non responsabile». Lo ha detto l'ambasciatore cinese all'Onu Zhang Jun alla riunione su Gaza.

Intanto il presidente francese, Emmanuel Macron, nel corso di un colloquio telefonico con il premier israeliano Benyamin Netanyahu, ha espresso «la necessità di proteggere i civili di Gaza e sottolineato l'importanza di giungere ad un cessate il fuoco duraturo»: è quanto si legge in una nota diffusa dall'Eliseo.

Dal canto suo, «la Commissione fornirà 125 milioni di euro in aiuti umanitari al popolo palestinese nel 2024. Questo nuovo finanziamento sosterrà le organizzazioni umanitarie che operano sia a Gaza che in Cisgiordania». E' quanto annuncia la Commissione Ue.

«In Cisgiordania, dove molte comunità palestinesi sono a rischio di sfollamento o sono già sfollate con la forza, i progetti forniranno servizi di protezione, come assistenza legale o materiale alle persone colpite dalla violenza dei coloni, dalla confisca di proprietà private o dalla perdita dei mezzi di sussistenza», aggiunge.

Nel frattempo, per la seconda volta in un giorno sono risuonate le sirene di allarme per i razzi da Gaza a Tel Aviv e nel centro di Israele. Lo ha constatato l'agenzia di stampa italiana ANSA sul posto. In aria si sono sentite numerose esplosioni dovute all'intercettazione dei razzi da parte del sistema di difesa dell'Iron Dome.

17:07
17:07
Botta e risposta all'ONU tra palestinesi e israeliani

Botta e risposta all'Onu tra palestinesi e israeliani.

«Abbiamo 2 milioni di ostaggi nella Striscia di Gaza, i nostri civili sono stati attaccati ripetutamente», ha detto l'ambasciatore palestinese all'Onu Riyad Mansour durante la riunione del Consiglio di Sicurezza. «Quello che accade in Palestina determinerà il futuro della regione per generazioni. E' il momento dell'azione e del coraggio», ha aggiunto.

Dal canto suo, l'ambasciatore israeliano all'Onu Gilad Erdan ha ribadito per l'ennesima volta al Consiglio di Sicurezza che quello che può portare la pace a Gaza «non è assolutamente il cessate il fuoco» ma «l'eliminazione di Hamas». «Senza la pressione militare su Hamas nessuna diplomazia può assicurare il rilascio degli ostaggi», ha aggiunto.

«Hamas è l'unica responsabile per la situazione umanitaria sul terreno» a Gaza, ha proseguito Gilad Erdan. «Hamas sfrutta gli abitanti di Gaza come scudi umani nella speranza che le vittime civili aumentino e che le Nazioni Unite chiedano il cessate il fuoco - ha aggiunto -. Vogliamo essere gli attori dello spettacolo che Hamas ha attentamente realizzato?». Quindi ha ribadito che «un cessate il fuoco significa che la sofferenza di tutti continuerà».

16:52
16:52
«La violenza di Hamas non legittima una punizione collettiva»

«La brutalità perpetrata da Hamas non potrà mai giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese». Lo ha detto il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres al Consiglio di Sicurezza.

«Siamo tutti consapevoli che Israele ha iniziato la sua operazione militare in risposta ai brutali attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre», ha ricordato allo stesso tempo, condannando «senza riserve questi attacchi» e dicendosi «sconvolto dalle notizie di violenza sessuale».

«La gente di Gaza guarda nell'abisso. La comunità internazionale deve fare tutto il possibile per porre fine a questa dura prova. Esorto il Consiglio a non risparmiare alcuno sforzo per spingere per un cessate il fuoco umanitario immediato, per la protezione dei civili e per la consegna urgente di aiuti salvavita. Gli occhi della storia stanno guardando, è tempo di agire», ha aggiunto Guterres, evocando nuovamente una «spirale da incubo umanitario». «Non esiste una protezione efficace dei civili, nessun posto a Gaza è sicuro», ha aggiunto.

«Le condizioni per l'effettiva consegna degli aiuti umanitari non esistono più», ha proseguito Guterres. «Il punto di passaggio a Rafah non è stato progettato per centinaia di camion e rappresenta un grosso collo di bottiglia, ma anche se fossero consentiti rifornimenti sufficienti a Gaza, intensi bombardamenti e ostilità, le restrizioni israeliane ai movimenti, la carenza di carburante e le comunicazioni interrotte rendono impossibile per le agenzie delle Nazioni Unite e i loro partner raggiungere la maggior parte delle persone bisognose». «Anche il sistema sanitario di Gaza sta crollando mentre i bisogni aumentano», ha aggiunto.

Intanto, il voto della bozza di risoluzione in Consiglio di Sicurezza Onu che chiede il cessate il fuoco umanitario a Gaza è stato rimandato almeno al tardo pomeriggio (la notte svizzera). Lo hanno comunicato diplomatici dell'organo delle Nazioni Unite.

«Serve tempo per negoziare, un veto sarebbe un fallimento del Consiglio di Sicurezza», ha commentato l'ambasciatore francese all'Onu, Nicolas de Rivière. Usa e Gran Bretagna si sono opposti al testo preparato dagli Emirati Arabi Uniti.

«Il regime occupante e dell'apartheid è molto più avanti nella competizione con l'Isis a livello di vari tipi di crimini», ha dal canto suo scritto su X il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian pubblicando una foto dei militanti di Hamas catturati dall'Esercito israeliano e accusando Israele di «genocidio, infanticidio e utilizzo di armi vietate».

Amirabdollahian ha anche criticato gli Stati Uniti per il loro sostegno verso l'amministrazione israeliana. «Il continuo sostegno della Casa Bianca per i crimini di guerra del regime israeliano porterà a un collasso strutturale delle istituzioni internazionali», ha aggiunto il ministro della Repubblica islamica.

15:53
15:53
Swiss riprende i voli da e verso Beirut

La compagnia aerea Swiss ha comunicato oggi che dal 16 dicembre riprenderà i voli da e verso la capitale libanese Beirut: erano stati sospesi lo scorso metà ottobre a causa delle tensioni alla frontiera con Israele per non compromettere la sicurezza dei passeggeri e degli equipaggi.

«Dopo un esame approfondito della situazione sul posto, la compagnia aerea ritiene che siano state soddisfatte garanzie di sicurezza sufficienti per la ripresa del servizi aereo», precisa Swiss nel comunicato. Il servizio per Beirut continuerà fino al 13 gennaio. Come inizialmente previsto, i voli saranno poi sospesi durante i mesi invernali, fino al 22 marzo 2024, viene precisato.

15:34
15:34
Danneggiata la moschea Omari, la più grande di Gaza

La moschea Omari, uno dei principali simboli della storia millenaria di Gaza, è stata danneggiata in modo grave durante i combattimenti in corso, secondo quanto riferiscono fonti locali. Anche il suo celebre minareto è stato colpito, ma resta eretto nella sua altezza.

Secondo la leggenda, in quel luogo i primi filistei avevano eretto un tempio in onore del Dio Dagan. In seguito i bizantini lo avrebbero trasformato in una chiesa, che nel VII secolo d.C., con la conquista islamica, sarebbe divenuta una moschea. Il suo minareto fu distrutto da un terremoto nel 1033. In seguito i crociati tornarono a farne una chiesa, ma con i mamelucchi la struttura tornò a essere utilizzata come moschea.

Fu poi distrutta ancora dai mongoli e da un nuovo terremoto nel 1260. Avrebbe poi acquistato il suo splendore con gli ottomani, per essere danneggiata ancora nella Prima Guerra mondiale in un bombardamento britannico.

La moschea Omari si trova a breve distanza dalla chiesa di San Porfirio, che pure è rimasta danneggiata il mese scorso in una sua struttura esterna durante i combattimenti.

14:36
14:36
L'ONU avverte: «A Gaza vicini al punto di non ritorno»

«A Gaza stiamo raggiungendo il punto di non ritorno, dove il palese disprezzo per il diritto umanitario internazionale ferisce la nostra coscienza collettiva». Lo denuncia l'Unrwa, l'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, su X (ex Twitter), aggiungendo che «la fine dei combattimenti è imperativa se vogliamo evitare la decimazione di Gaza e contenere le conseguenze di questa crisi».

Il direttore dell'Unrwa Thomas White parla di un «ordine civile che sta crollando - le strade sembrano un caos, soprattutto dopo il tramonto - alcuni convogli umanitari saccheggiati e i veicoli Onu presi a sassate. La società è sull'orlo del collasso totale».

14:34
14:34
Si pensava fosse tra gli ostaggi, è morto il 7 ottobre

E' stato ucciso il 7 ottobre durante l'attacco di Hamas Eitan Levy, un tassista di 53 anni che si pensava fosse fra gli ostaggi israeliani a Gaza. Lo ha annunciato il municipio di Bat Yam (a sud di Tel Aviv) dove abitava l'uomo.

Secondo le informazioni fornite all'amministrazione, Levy era arrivato con il suo taxi al kibbutz di Beeri, a ridosso della striscia di Gaza.

Lì è stato ucciso dai terroristi e portato nella Striscia. Per due mesi la sua sorte era rimasta incerta. Adesso, sulla base di nuove informazioni, le autorità militari hanno stabilito che l'uomo è stato ucciso la mattina del 7 ottobre e Hamas tiene il suo cadavere a Gaza.

14:33
14:33
Sirene per razzi da Gaza a Tel Aviv e nel centro di Israele

Le sirene per razzi in arrivo da Gaza sono risuonate a Tel Aviv e nel centro di Israele. Lo ha constatato l'ANSA sul posto. In aria si sono sentite l'eco delle esplosioni dovute all'intercettazione dei razzi da parte del sistema di difesa Iron Dome.

Al tempo stesso l'allarme è scattato anche nel nord del Paese al confine con il Libano per la possibile intrusione di un drone sospetto nel territorio israeliano.

13:53
13:53
«Distrutti tunnel di Hamas nell'università Al-Azhar»

L'esercito israeliano ha distrutto postazioni «con infrastrutture terroristiche usate da Hamas per attività militari» nell'università Al-Azhar nel quartiere di Rimal a Gaza City. Al tempo stesso, la polizia militare dell'esercito israeliano (Idf) ha effettuato «un raid mirato» su una postazione di controllo di Hamas nell'area dell'ospedale Shati. Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui nel campus dell'università sono stati trovati «un tunnel sotterraneo che correva fino ad una scuola vicina ad un chilometro di distanza».

Sono state anche trovate «numerose armi, ordigni esplosivi, parti di razzi e sistemi tecnologici».

«Quanto trovato - ha aggiunto - mostra che Hamas sfrutta gli edifici dell'università per attacchi ai soldati».

13:35
13:35
Oggi i funerali del figlio di Gadi Eisenkot

Sono cominciati a Herzliya i funerali di Gal Meir Eisenkot (25 anni) figlio di Gadi Eisenkot - ministro del governo di emergenza nazionale ed ex capo di stato maggiore dell'esercito israeliano - ucciso in combattimento ieri nel nord di Gaza. Alle esequie prendono parte il premier Benyamin Netanyahu, il presidente di Israele Isaac Herzog, il ministro della Difesa Yoav Gallant e l'ex premier Ehud Barak.

12:39
12:39
Erdogan: «Israele sta commettendo terrorismo di Stato e l'Occidente dov'è?»

«Israele sta commettendo terrorismo di Stato e l'Occidente dov'è? Dove sono gli Usa? La realtà è chiara, circa 17mila persone sono state uccise, come possiamo accettarlo?». Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan parlando con i giornalisti di ritorno da una visita in Grecia.

«Siamo sicuri che la Palestina emergerà vincitrice, la vittoria della Palestina significa la vittoria della pace a livello mondiale, significa ristabilire i diritti umani», ha detto Erdogan, come riferisce la presidenza della Repubblica di Ankara.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha accusato «i grandi media internazionali» di «silenzio» rispetto agli attacchi di Israele contro la Striscia di Gaza.

«Il massacro sta andando avanti, per questo motivo abbiamo bisogno di media liberi e media che abbiano coscienza. Israele non solo uccide donne e bambini ma continua ad uccidere anche giornalisti, oltre 70 giornalisti sono stati uccisi da Israele a Gaza. I media internazionali accettano questa situazione. Non vediamo grandi titoli su questo. Tutti i grandi media internazionali che parlavano di libertà di stampa sono ora in silenzio, tentano di legittimare l'uccisione dei giornalisti con il pretesto di Hamas», ha detto Erdogan in un intervento durante l'annuale forum di Trt World, il canale internazionale della tv di Stato turca, ora in corso a Istanbul.

«La macchina della propaganda israeliana crea bugie, dobbiamo combattere contro questa disinformazione», ha aggiunto il leader turco commemorando «i giornalisti che sono stati uccisi a Gaza».

10:22
10:22
Hamas: «Sventato blitz militare, morto un soldato ostaggio»

L'ala militare di Hamas, Brigata Ezzedin al-Qssam, ha affermato di aver sventato oggi un tentativo israeliano di liberare uno degli ostaggi il quale - ha aggiunto - ''è rimasto ucciso'' nell'operazione. In Israele finora non c'è alcun commento al riguardo.

Secondo Hamas l'unità speciale israeliana incaricata del blitz è stata scoperta tempestivamente e ha subito perdite.

E' allora intervenuta l'aviazione che ha bombardato la zona. In questo evento ''un soldato ostaggio, di 25 anni, è rimasto ucciso''.

I miliziani di Hamas affermano di aver recuperato sul terreno un fucile israeliano ed un apparecchio trasmittente.

09:56
09:56
«Ieri 450 attacchi su Hamas nella Striscia»

Sono stati circa 450 gli attacchi compiuti ieri dall'esercito israeliano sulla Striscia mentre continua la pressione sulla roccaforte di Hamas a Khan Yunis nel sud e nel nord della Striscia. Lo ha fatto sapere il portavoce militare spiegando che a Khan Yunis sta operando la 7/a Brigata che ha aiutato le forze aeree a colpire «terroristi, alcuni dei quali intendevano lanciare razzi verso le forze israeliane».

Secondo la stessa fonte, la Marina israeliana ha attaccato «infrastrutture terroristiche usate dalle forze navali di Hamas nel centro e nel sud della Strscia».

09:56
09:56
Shtayeh non esclude un ruolo di Hamas nel futuro di Gaza

Nei contatti con l'amministrazione Biden sulla futura gestione di Gaza, il premier palestinese Mohammed Shtayeh ha detto che l'Autorità nazionale palestinese potrebbe partecipare a un «nuovo meccanismo, assieme con la comunità internazionale». In quel contesto - scrive Bloomberg, citando un alto funzionario palestinese - Shtayeh non ha escluso in principio una partecipazione, in forma subalterna, di Hamas.

«Hamas prima del 7 ottobre era una cosa, adesso è un'altra», ha detto il premier.

«Se sono disposti a un accordo e accettano la piattaforma politica dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp), sarà possibile parlarne. Occorre che i palestinesi non siano divisi».

09:55
09:55
«Celle sotterranee per chi partecipò a massacri del 7 ottobre»

Il ministro per la sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir ha ordinato che siano reclusi solo in celle sotterranee i membri dell'unità di élite di Hamas 'Nukhbe' che il 7 ottobre hanno compiuto massacri e che sono stati poi catturati da Israele.

''Dopo anni che non era più utilizzato - ha scritto Ben GVir su X (ex Twitter) - ho ordinato al servizio carcerario di riattivare un settore sotterraneo per i detenuti della 'Nukbeh'. Quei nazisti - ha aggiunto - non si meritano alcun raggio di sole fintanto che i nostri connazionali rapiti si trovano nei tunnel infernali''.

09:54
09:54
Cisgiordania, «5 palestinesi uccisi da Israele»

Cinque palestinesi sono stati uccisi - ed altri feriti - in scontri con l'esercito israeliano nel campo profughi di Al-Fara, a sud di Tubas, nei pressi di Nablus in Cisgiordania. Lo ha riferito l'agenzia Wafa che cita fonti mediche.

Le stesse fonti hanno sostenuto che «i soldati dell'occupazione hanno cercato di impedire alle ambulanze della Mezzaluna Rossa di raggiungere i feriti». L'esercito israeliano al momento non ha dato ancora la sua versione dei fatti.

09:37
09:37
Blinken chiede un'inchiesta sui reporter uccisi e feriti in Libano

Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha detto che gli Stati Uniti sostengono «un'inchiesta approfondita» di Israele sulla morte di un reporter della Reuters e il ferimento di altri in Libano. Parlando in una conferenza stampa ieri con il ministro degli Esteri britannico, David Cameron, Blinken ha espresso le sue condoglianze per la morte del giornalista e ha dichiarato di aver avuto rassicurazione da Israele che farà luce sui fatti accaduti.

Secondo un'inchiesta di Agence France Presse (Afp) e Reuters, il giornalista libanese Issam Abdallah, è stato ucciso da un colpo sparato da un carro armato israeliano. Le indagini delle due agenzie hanno confermato quanto era già emerso in precedenza da testimoni oculari e dalle altre vittime, rimaste ferite in modo più o meno grave, di quello che da più parti è stato definito un attacco premeditato contro i media.

Abdallah, 37 anni, è stato ucciso mentre lavorava con sei giornalisti vicino al confine con Israele, nella località di Alma Shaab. Sono rimasti feriti due colleghi di Reuters, due giornalisti della tv Al Jazeera finanziata dal Qatar, e due dell'Afp, tra cui la fotografa Christina Assi, 28 anni, che ha subito l'amputazione della gamba destra ed è ancora ricoverata in ospedale.

Il gruppo di giornalisti, che si trovava in un'area ben visibile dalla postazione israeliana, stava seguendo per ore gli scambi di fuoco lungo la linea di demarcazione tra i due Paesi.

09:00
09:00
Ucciso il poeta palestinese Refaat Alareer

Il giovane accademico e poeta palestinese Refaat Alareer, 44 anni, è stato ucciso in un attacco israeliano sulla Striscia. Lo hanno annunciato sui social i suoi amici.

Alareer - considerato uno dei leader della generazione dei nuovi autori della Striscia - insegnava all'Università islamica di Gaza e componeva le sue opere in inglese.

«Il mio cuore è spezzato, il mio amico e collega - ha detto su Facebook il poeta di Gaza Mosab Abu Toha - è stato ucciso con la sua famiglia. Non voglio crederci».

Alareer era stato stato invitato alla Bbc dopo il 7 ottobre e aveva elogiato l'assalto di Hamas al sud di Israele, definendo il massacro di civili israeliani «legittimo e morale», paragonando il massacro alla rivolta del Ghetto di Varsavia.

08:09
08:09
Solo 69 camion di aiuti umanitari sono entrati a Gaza ieri

Solo 69 camion di aiuti umanitari sono entrati a Gaza ieri. Lo ha fatto sapere - ripreso dai media israeliani - l'Ufficio per il Coordinamento degli aiuti dell'Onu secondo cui la cifra è molto al di sotto delle necessità individuate dalle organizzazioni internazionali.

In raffronto, durante la tregua delle settimane scorse, ogni giorno entravano nella Striscia 200 camion di aiuti al giorno.

08:00
08:00
Il punto alle 07.30

C'è «urgente necessità di proteggere i civili palestinesi» a Gaza. Lo ha sottolineato Joe Biden ieri in una telefonata col premier israeliano Benjamin Netanyahu, secondo quanto riportato dalla Casa Bianca. Il presidente americano, si legge nella nota della Casa Bianca, ha detto al primo ministro israeliano Netanyahu che è «fondamentale» proteggere i civili a Gaza e che devono essere consentiti molti più aiuti. Nella prima telefonata tra i due leader dal 26 novembre, Biden ha chiesto inoltre la creazione di corridoi umanitari per «separare la popolazione civile da Hamas» e che consentano «alle persone di spostarsi in sicurezza da aree di ostilità».

L'esercito israeliano ha annunciato la morte di altri due soldati - riservisti - uccisi in combattimento a Gaza. Secondo stime dei media, dall'inizio dell'operazione di terra nella Striscia, il totale è ora di 91 soldati uccisi.

Elad Goren, capo del dipartimento civile del Cogat, l'agenzia israeliana per il coordinamento civile con i palestinesi, ha dichiarato che il valico di Kerem Shalom tra Israele e Gaza sarà aperto solo per le ispezioni nei prossimi giorni, come riporta il Jerusalem Post. Ieri un alto funzionario statunitense ha dichiarato che Israele ha accettato, su richiesta degli Stati Uniti, di aprire il valico di frontiera per lo screening e l'ispezione degli aiuti umanitari consegnati alla Striscia attraverso il valico di Rafah per contribuire ad accelerare la consegna di forniture umanitarie. Washington sta negoziando con gli israeliani sulla questione da settimane.

«L'Autorità Palestinese e l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) sono i legittimi rappresentanti del popolo palestinese» e «dovrebbero avere la capacità di governare sia la Cisgiordania che Gaza»: lo ha affermato ieri il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry durante un evento a Washington, secondo quanto riferito dal Guardian. Shoukry, che ha avuto in questi giorni una serie di incontri bilaterali, anche con membri del Senato Usa, ha poi aggiunto: «Penso che dobbiamo aspettare e vedere quali saranno le conseguenze di questa operazione militare israeliana e delle condizioni esistenti a Gaza e poi procedere ad affrontare le relazioni politiche». Ha precisato tuttavia che «è troppo presto per discutere i dettagli delle disposizioni per il futuro della Striscia di Gaza».