Il commento

Niente più aste per le targhe

Zugo rinuncia, ha troppi soldi!
Mauro Spignesi
16.07.2023 06:00

E comunque, mentre in Ticino si accendevano i fuochi d’artificio attorno alla proposta governativa di riforma della Legge tributaria, a meno di duecento chilometri di distanza, ovvero a Zugo, accadeva un fatto che fa sorridere e riflettere insieme. 

Vale la pena anticiparlo sinteticamente: poiché le casse cantonali sono troppo piene, è stato deciso - racconta la NZZ - di non mettere più all’asta le targhe speciali, quelle con pochi numeri che piacciono tanto agli appassionati d’auto, disposti a spendere anche 266 mila franchi per averle (è successo con la ZG 10). Ora, Bellinzona e Zugo sono le sfaccettature di un Paese che marcia a due velocità. E questo già dovrebbe far riflettere, anche se poi fortunatamente ci sono pesi e contrappesi a colmare almeno in parte queste differenze. Tanto che il prossimo anno, per effetto della perequazione finanziaria, il Ticino riceverà dai Cantoni finanziariamente più forti e dalla Confederazione 86,7 milioni di franchi, oltre 17 milioni in più rispetto a quest’anno. E già questa non è una buona notizia (anche se i soldi fanno comodo), perché vuol dire che il Ticino ha bisogno degli altri Cantoni e di Berna per stare a galla. È il segno di una debolezza che ormai sta diventando un tratto caratteristico, anno dopo anno, che andrebbe cancellato con un energico programma che non si vede all’orizzonte. Si vede invece una infinita, stanca discussione, ogni volta che viene messa sul tavolo una nuova proposta. Come quella sulla legge tributaria, che mostrerà nel tempo magari anche limiti ma che almeno smuove la palude. 

A questo punto torniamo a quanto è accaduto a Zugo, con una premessa doverosa: è chiaro che non tutti i cantoni, in una Confederazione dove ci sono questioni storiche, limiti geografici e differenze sociali, possono salvarsi con una ricetta unica. Però magari da chi ha avuto successo si può anche imparare. Si dice che Zugo in questi anni abbia sfruttato appieno la spinta della vicina Zurigo. Che abbia creato condizioni quadro per intercettare i bisogni di aziende che non potevano più insediarsi nel territorio di Zurigo ormai quasi saturo. Tutto in pochi anni. Nel 2017 ad esempio, lo racconta ancora la NZZ, il Cantone ha dovuto mettere mano alle forbici, rivedere le priorità. Le cifre rosse del bilancio statale «facevano sudare la fronte dei componenti del governo». Zugo  ha puntato tutte le sue carte sulla pressione fiscale, abbassandola sensibilmente in particolare a favore delle imprese. Che qui (ne abbiamo parlato mesi fa in un ampio reportage) sono arrivate con robusti investimenti che hanno portato un innegabile benessere diffuso. È una ricetta che certamente ha punti d’ombra ma andrebbe analizzata senza preconcetti, anche a sinistra. Tornando al blocco della vendita delle targhe speciali fa sorridere il motivo alla base della scelta. «È semplice - scrive la NZZ - al momento ci sono semplicemente troppi soldi nella tesoreria di Zugo». E dunque incassare circa 600 mila franchi in più (tanto si pensava di ottenere con l’asta) non fa poi una grande differenza. Anche se molti attendevano l’iniziativa. D’altronde, secondo un’analisi di Axa di marzo, il valore medio di un’auto sul lago di Zugo è di circa 63mila franchi; oltre un terzo in più rispetto alla media nazionale. 

Quanto durerà la spinta portata dai vantaggi fiscali se attorno a questo aspetto Zugo non riuscirà a costruire un’idea complessiva di sviluppo? È quello che in questi anni si sono chiesti molti economisti. Ma intanto i loro conti annuali del 2022 si sono chiusi con una eccedenza di 332 milioni. Non poco.

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