Nikki Haley scrive sui missili israeliani «eliminateli», scoppia la polemica
«Finish them». «Eliminateli», «finiteli». E poi, «l'America ama Israele, sempre». La firma è di Nikki Haley, ex ambasciatrice americana all'ONU ed esponente di spicco del partito repubblicano. In visita tra Cisgiordania e Stato ebraico, ha voluto lasciare la sua impronta su alcuni missili israeliani destinati al conflitto in corso. E ha voluto che tutti lo vedessero, condividendo sui social una foto che la ritrae mentre, china, scrive queste frasi. Immagini che stanno facendo il giro del mondo, alimentando aspre polemiche.
A rilanciare le immagini su X è stato anche il noto politologo statunitense Ian Bremmer: «Il governo degli Stati Uniti ha fornito proiettili di artiglieria per gli attacchi israeliani a Gaza, ora firmati Finish them da Nikki Haley in visita in Israele. La politica americana su Israele è essenzialmente la stessa tra Biden e il partito repubblicano».
Parlando con i giornalisti, Haley non si è risparmiata, criticando l'amministrazione Joe Biden per aver temporaneamente ritirato le armi come mezzo per scoraggiare un attacco israeliano alla città di Rafah, e lanciando frecciatine alla Corte penale internazionale (CPI) – che ha chiesto mandati d'arresto per il premier israeliano Benjamin Netanyahu, per il ministro della Difesa Yoav Gallant e per tre leader di Hamas – e alla Corte internazionale di giustizia (CIG), che sta valutando le accuse di genocidio contro Israele. «Quello che l'America deve capire è che se Israele sta combattendo contro i nostri nemici, come possiamo non aiutarli?», ha detto Haley, «l'America deve fare tutto ciò di cui Israele ha bisogno e smettere di dire loro come combattere questa guerra. O si è amici o non si è amici».
Il «Finish them» dell'ex governatrice del South Carolina è rivolto ad Hamas, ma è arrivato il giorno seguente alla strage di dozzine di civili in un campo profughi. Un messaggio che riporta alla mente un'intervista di Nikki Haley rilasciata a Fox News dopo il 7 ottobre, in cui condannava gli attacchi di Hamas e invitava Netanyahu a «finirli». L'ex ambasciatrice all'ONU ha anche riaffermato il suo impegno nei confronti di Israele, dicendo di «non ascoltare quello che viene detto dai media». «Vi rassicuro: l'America sta con Israele», ha aggiunto.
Fino a qualche mese fa Haley era considerata «l'anti-Trump», la repubblicana «perbene» a caccia del voto della destra che non si riconosceva nell'ex presidente, supportata anche da alcuni esponenti del centro liberale europeo. Poi si è ritirata dalla corsa presidenziale e si è schierata con Trump. Meno di una settimana fa, dopo mesi di silenzio e un'agguerrita campagna per ottenere la nomination repubblicana, Nikki Haley ha annunciato il suo sostegno al tycoon nella corsa alla Casa Bianca. «Trump non è stato perfetto ma Biden è una catastrofe», ha dichiarato. Ha accusato l'attuale presidente di «trascinare gli Stati Uniti in guerra». Poi ha mandato un messaggio a Trump invitandolo ad «essere intelligente e non trascurare quei milioni di persone che hanno votato per me e continuano a sostenermi». Nonostante il ritiro a marzo, infatti, l'ex ambasciatrice all'ONU ha continuato a ricevere voti alle primarie, tanto che qualche analista aveva definito quella di Haley una «campagna zombie».
Donald Trump ha quindi dichiarato che Nikki Haley sarà «nella nostra squadra in qualche modo»: «Abbiamo molte idee simili, molte convinzioni sono le stesse. Ho apprezzato quello che ha detto, la campagna è stata molto tosta ma è una persona molto capace e sono sicuro che farà parte della nostra squadra in un modo o nell'altro».