No alla riesportazione dei Leopard, RUAG «accetta integralmente la decisione»
La RUAG «accetta integralmente» la decisione del Consiglio federale dello scorso 28 giugno di vietare la riesportazione verso l'Ucraina di 96 carri armati Leopard 1 A5 dismessi, che si trovano attualmente in Italia. Lo afferma la stessa RUAG in un comunicato.
Nella nota la RUAG afferma di aver ricevuto in gennaio una richiesta d'acquisto da parte di Rheinmetall. In un primo chiarimento, la Segreteria di Stato per l'economia (SECO) aveva valutato positivamente l'opzione commerciale a livello informale.
Sulla base di tale informazione, la RUAG aveva avviato «in autonomia» i preparativi per l'operazione. Le trattative contrattuali con Rheinmetall «sono state condotte in maniera assolutamente trasparente», indica l'azienda. Ciò significa che entrambe le parti erano a conoscenza che l'operazione sarebbe stata possibile unicamente con una autorizzazione valida sul piano giuridico.
Il 13 febbraio è stato poi stipulato il contratto. Quest'ultimo prevedeva l'inoltro di una richiesta formale alla SECO. Questo ulteriore passo era previsto «in maniera tale che fosse garantita una certezza del diritto finale per entrambe le parti».
RUAG sottolinea di aver sempre preso decisioni «in maniera indipendente». Il Dipartimento federale della difesa (DDPS) «non è mai stato coinvolto nel processo decisionale, tuttavia è stato informato della richiesta di acquisto, così come successivamente del contratto sottoscritto con riserva».
Come detto, in giugno il Consiglio federale ha opposto il suo veto alla vendita. L'operazione sarebbe stata in contrasto con la legge sul materiale bellico e avrebbe comportato un cambiamento nella politica di neutralità della Svizzera, aveva sottolineato il governo. L'esecutivo aveva anche detto di aver dato la priorità agli aspetti legati alla politica di neutralità della Svizzera e all'affidabilità del suo Stato di diritto.