"Noemi ha fatto sesso con Berlusconi"

MILANO - Altre preoccupazioni in arrivo per Silvio Berlusconi. In un'intervista esclusiva per Servizio Pubblico di Michele Santoro in onda giovedì sera (ma già anticipata da alcune testate on line italiane) Francesco Chiesa Soprani - ex agente di Noemi Letizia, la "ragazzina di Casoria" da cui partirono molti guai perlomeno mediatici per l'ex premier - dichiara testualmente: "Noemi mi disse di come conobbe il premier e mi spiegò che quando era minorenne, a Roma, ci fu un rapporto consenziente. Questo segreto non fa male a Noemi, questo segreto fa male agli italiani. Di conseguenza non voglio che l'Italia venga governata o comunque che gli italiani non si rendano conto di chi è una persona. Non era amico del padre, e siccome questo lo so, lo voglio dire agli italiani. Italiani: non era amico del padre. Domani mi minacciano? Domani mi sparano? Sono contento così". Parole grosse, tutte da verificare, ma di fatto un'altra "bomba" è stata sganciata proprio nel bel mezzo del "processo Ruby".
Interpellato poi, sempre nel pomeriggio di giovedì, dal Corriere della Sera on line, Soprani ha aggiunto che questa sua uscita è motivata dalle dichiarazioni pubbliche rese da Ruby fuori dal tribunale di Milano (vedi Suggeriti) e ha confermato di non essere più in contatto con Noemi: "Si gode i soldi che si è presa immagino. Io ebbi il numero da Emilio Fede, la chiamai, pagai l'aereo a lei e al padre, e vennero in studio da me. Il papà mi disse: "Guarda, Francesco, non mi interessa il discorso economico, in quanto chi di dovere - e uscì il nome di Berlusconi - ci ha già pagato". Soprani ha poi raccontanto anche di Ruby: "Io le spiegai che facevo l'agente televisivo e Ruby mi disse: "Guardi che qua io ho già Lele Mora, Emilio Fede e Silvio Berlusconi che si stanno occupando di me, siccome sono minorenne. Io sto qua perché mi pagano la casa, mi danno i soldi, mi fanno divertire. Scopata più, scopata meno, ormai...". Se sono vere le parole di Ruby riportate da Soprani, qualcuno doveva sapere - già all'epoca - che la ragazza era di fatto minorenne.