Non solo alberi: nella foresta amazzonica muoiono anche i delfini

Non solo gli alberi. Che la foresta amazzonica stia attraversando una fase critica è noto da diverso tempo. La deforestazione del polmone verde della Terra è inarrestabile. Per fare un esempio, lo scorso anno, i livelli raggiunti sono stati i peggiori degli ultimi quindici anni. Concretamente, in ogni giorno del 2022, sono state divorate parti di foresta pari a 3.000 campi da calcio. In un anno, quindi, si parla di oltre un milione di campi da calcio spazzati via. Ridotti in cenere. E non è tutto. I dati raccolti dalla missione Sentinel-1 di Copernicus non fanno altro che confermare la tragicità della situazione. Dalle immagini satellitari è emerso che sono oltre 5 i milioni di ettari di foresta andati persi tra gennaio 2017 e novembre 2021. Una porzione di alberi così grande da poter essere paragonata all'intero territorio del Costa Rica. Insomma, da qualunque lato la si guardi e da qualunque fonte provengano i dati, per l'Amazzonia le prospettive sono critiche. Ma, come dicevamo, non riguardano solamente gli alberi. Ora, nella foresta, improvvisamente, stanno morendo anche i delfini rosa di fiume.
Tutta colpa del cambiamento climatico
Partiamo dal principio. Cosa ci fanno i delfini in Amazzonia? Semplice: nuotano. O almeno dovrebbero nuotare. In quello che è il più grande corso d'acqua al mondo, ossia il Rio delle Amazzoni. Qui, questa specie è così importante da essere considerata un indicatore della salute del fiume. Fiume che, di questi tempi, non sembra quindi passarsela molto bene. Negli ultimi sette giorni, secondo quanto divulgato dall'Istituto Mamirauá sono stati più di 100 gli esemplari di delfini di fiume trovati, morti nella parte brasiliana della foresta. A detta dell'istituto, un numero così alto di decessi è insolito. Mucchi e mucchi di carcasse, improvvisamente, hanno riempito le acque del lago. In men che non si dica, sono state formulate ipotesi sull'accaduto. Ipotesi che, neanche a dirlo, puntano il dito contro il cambiamento climatico. Il nemico numero uno dell'ambiente.
Riavvolgendo il nastro, oltre all'abbattimento di alberi per mano dell'uomo, a dare filo da torcere all'Amazzonia c'è anche la siccità. Con i conseguenti incendi che negli ultimi anni hanno contribuito a devastare enormi parti di foresta. Ma la situazione è ancor più disastrosa di quanto sembri già a un primo sguardo. Il cambiamento climatico sta infatti avendo ripercussioni anche sul Rio delle Amazzoni, la cui temperatura è terribilmente aumentata, tanto da aver raggiunto nuovi record. La zona in cui sono state trovate le carcasse dei delfini, Tefé, non a caso è stata una delle più colpite dalla siccità. A settembre, le precipitazioni sono state solo un terzo della media storica, mentre i canali si sono prosciugati, rendendo impossibile viaggiare sul fiume. Ora, infatti, le canoe navigano più sul fango che sull'acqua.
Tutti i delfini deceduti, a detta dell'Istituto Mamirauá, sono stati trovati nel lago Tefé. Dove, sempre secondo i dati rilevati nell'analisi, di cui riferisce la CNN Brasil, la temperatura dell'acqua avrebbe raggiunto 102 gradi Fahrenheit. 39 gradi Celsius, quindi. E in alcuni punti, anche qualche grado in più. La situazione è, a tutti gli effetti, tragica. Ancor di più di quanto non lo fosse in precedenza. Al momento, infatti, il Rio delle Amazzoni si trova nella stagione secca. Motivo per cui, un aumento record della temperatura dell'acqua non può che rendere il quadro ancor più drammatico. Sarebbero diversi, infatti, gli esemplari della fauna fluviale presenti nell'area a soffrire queste nuove temperature estreme. Non a caso, insieme ai delfini di fiume, nel lago sono stati rinvenuti anche migliaia di pesci morti. Tant'è che i residenti della piccola comunità dello Stato di Amazonas hanno descritto la scena definendola «uno scenario fantascientifico sul cambiamento climatico».
Problemi di salvataggio (e non solo)
L'istituto Mamirauá, tuttavia, non ha intenzione di perdere tempo. Anzi. La buona notizia è che ricercatori e attivisti sono già all'opera per cercare di salvare i delfini sopravvissuti nel lago Tefé. L'intento è quello di trasferire questi esemplari in lagune e stagni di periferia, dove l'acqua è più fresca. La cattiva notizia, però, è che l'operazione di salvataggio è più complessa di quanto sembri. Complice, in particolare, la distanza tra le diverse zone dell'Amazzonia e non solo. Prima di procedere con il rilascio in natura, dovranno infatti essere condotte anche delle analisi sugli esemplari sopravvissuti, così da scongiurare la la presenza di tossine e virus tra questi mammiferi marini.
Come se non bastasse, c'è un altro problema. Forse il più grave, fra tutti. Secondo quanto rivelato dal WWF, i delfini di fiume sono una specie in pericolo di estinzione. Una perdita di così tanti esemplari in un lasso di tempo così breve dunque è, semplicemente, «disastrosa». Ragione per cui, è prevista la pubblicazione di una dichiarazione globale su questi mammiferi marini, per la fine di ottobre.
Ma non è finita qui. Appurato che la causa dei decessi possa essere, realmente, la temperatura, le prospettive per il futuro sono tutt'altro che positive. Secondo le autorità, in Brasile la siccità dovrebbe farsi ancora più acuta nelle prossime due settimane. E se, come ipotizzato, fosse questa la causa delle morti improvvise dei delfini di fiume, il peggio dovrebbe ancora arrivare.