«Non sosterremo né Trump né Harris»: il Washington Post nella bufera
Il Washington Post non sosterrà Harris o Trump nelle elezioni americane. A dare la notizia è lo stesso quotidiano, che tramite un'opinione dell'editore e amministratore delegato, William Lewis, ha annunciato il mancato endorsement al fine di creare uno «spazio indipendente», un «ritorno alle origini» per il giornale che, in passato, evitava di schierarsi.
È la prima volta in 36 anni, tuttavia, che il quotidiano di tradizione liberal non appoggia un candidato. La decisione, secondo fonti che hanno parlato con Npr, sarebbe stata presentata stamane dal capo degli editoriali David Shipley. Secondo le fonti, i giornalisti della testata non l'hanno presa bene e si sono detti «scioccati».
«Una decisione di Bezos»
In un secondo articolo, due reporter del Washington Post hanno fatto sapere che gli editorialisti, in realtà, avevano già redatto, giorni fa, un articolo di sostegno a Kamala Harris. Un endorsement, però, bloccato dal proprietario del giornale, il miliardario e fondatore di Amazon Jeff Bezos. «La decisione di non pubblicare è stata presa da Jeff Bezos», si legge nell'articolo. Durante la sua presidenza Donald Trump era stato molto critico nei confronti di Bezos e del Post. In una causa del 2019, Amazon ha affermato di aver perso un contratto da 10 miliardi di dollari con il Pentagono per le pressioni del tycoon che aveva spinto su Microsoft «per danneggiare il suo presunto nemico politico».
Su X, il caso è stato duramente criticato dal senatore del Vermont, l'indipendente (affiliato ai dem) Bernie Sanders, che ha accusato Bezos di scavalcare il comitato editoriale per i propri interessi personali: «Ecco cos'è l'oligarchia. Jeff Bezos, la seconda persona più ricca del mondo e proprietario del Washington Post, scavalca il suo comitato editoriale e si rifiuta di appoggiare Kamala. È chiaro che teme di inimicarsi Trump e di perdere i contratti federali di Amazon. Patetico».
Dimissioni
In casa WP, il caso sta generando terremoti. E qualcuno ha già deciso di andarsene. Uno degli editorialisti di punta del Washington Post, Robert Kagan, si è dimesso in seguito alla decisione, secondo quando riportato da Fox News. Kagan, autore di «Rebellion: How Antiliberalism is Tearing America Apart — Again», è stata una delle voci più critiche del giornale nei confronti di Donald Trump. Nel 2023 ha scritto una colonna, «La dittatura di Trump: come fermarla», nella quale ha accusato il tycoon si essere «anti-Ucraina» e ha suggerito che l'ex presidente potrebbe «distruggere» la democrazia se rieletto.