Nonostante la crisi, i ticinesi non rinunciano al caffè al bar
Agli svizzeri piace bere il caffè. Con 1.069 tazze a persona, nel 2021 siamo stati fra i primi consumatori a livello mondiale. È quanto scrive l'associazione di settore CafetierSuisse nel suo comunicato di fine anno. Sono stati dodici mesi di ripresa economica, dopo la crisi causata dalla pandemia di COVID-19. Un entusiasmo, però, frenato dalla grave carenza di lavoratori qualificati, l'aumento dei prezzi e l'insicurezza energetica/elettrica che condizionano la visione del futuro, attualmente nuovamente incerto, del settore. CafetierSuisse ha pure dato i numeri: il café crème, molto amato a nord delle Alpi, ha visto il prezzo crescere in media di quasi 10 centesimi nel 2022, arrivando a 4,39 franchi. Il rincaro, che per la precisione ha raggiunto i 9 centesimi (+2,1%), è il più alto degli ultimi dieci anni. Periodo sull'arco del quale l'aumento è del 6,8% (+28 centesimi), con il prezzo medio che nel 2012 era di 4,11 franchi. L'associazione di settore che riunisce i bar e la gastronomia individuale, per il 2023, si aspetta ulteriori incrementi, che dovrebbero situarsi fra il 10 e il 15%, ma molto dipenderà dalla situazione congiunturale. Alla luce di questo, i ticinesi hanno cambiato le loro abitudini? Abbiamo fatto un breve giro di chiamate tra alcuni esercenti del Ticino, a metà mattina, e tutti sono concordi: il caffè resta un rituale irrinunciabile.
«La gente da noi continua a venire - ci dicono dal Grand Café Al Porto di Lugano (tra l'altro inserito tra i più bei caffè e tea room del Paese dall'Heimatschutz Svizzera) -. A volte c'è addirittura la fila davanti alla porta d'entrata». Ci sono clienti abituali, ma anche turisti e persone di passaggio, soprattutto durante le festività, che consento di trarre un bilancio molto positivo. Il costo del caffè non è stato alzato, c'è un leggero rincaro (di 10 centesimi) nei prodotti che contengono latte (e la cioccolata calda), ma in linea con quanto accaduto altrove e, in ogni caso, non influenti sulle scelte delle persone.
Anche la Botega Caffè Cacao, in via Trevano a Lugano, è soddisfatta. La sua è una clientela di fiducia, anche se il proprietario è convinto che non sia tanto l'attaccamento al «locale», quanto il prodotto a cui si affeziona la gente: «Il cliente guarda la qualità. Vuole bere e mangiare qualcosa di buono in un posto che sia confortevole. E vuole essere trattato nel modo giusto dal personale che vi lavora, altrimenti va altrove».
A Locarno, in Largo Zorzi, c'è un'attività centenaria (108 anni, per l'esattezza) che conferma come i ticinesi siano dei bevitori orgogliosi di caffè. «La clientela non manca ed è affezionata - spiega la titolare del Ravelli caffè (anche questo nel volume pubblicato dall'Heimatschutz Svizzera) -. Ci sono gli habitué di mezz'età che bevono quotidianamente il caffè leggendo il giornale, ma i giovani non mancano». In questo momento il porticato è parzialmente chiuso per lavori di ristrutturazione, eppure «la frequenza non è affatto calata».
Insomma, in Ticino e in Svizzera la mattina ha il profumo del caffè. Secondo Procafé, l’associazione per la promozione del caffè, il nostro Paese importa annualmente oltre 193.000 tonnellate di caffè crudo. Di queste, gran parte vengono riesportate come caffè solubile, decaffeinato o torrefatto. Il consumo interno ammonta a circa 78.000 tonnellate di caffè crudo che equivale a 9 chili di caffè verde pro capite (dati 2021).
A Bellinzona, presso il Tea Room Peverelli, chi lavora non rinuncia al «caffè con i colleghi». Se la colazione completa, soprattutto durante la settimana, è un'abitudine un po' meno in voga, alla tazzina con due chiacchiere in compagnia proprio non si rinuncia. «Durante le festività il discorso è diverso. Chi ha un po' di tempo si gode cappuccino e brioche, da solo o in compagnia».
In tutto il cantone, da nord a sud, le conferme quindi non mancano. «Nessun calo di clientela, fortunatamente», spiegano dal Silver Cafè di Chiasso e dal Dolce Tentazione di Mendrisio. «Mi scusi, ora devo attaccare per dedicarmi ai clienti, il locale è pieno - chiudono -. Buon anno a tutti».