L’asta della protezione civile

Norman Gobbi: «Io avrei puntato la bici dell’Esercito»

Ma ad aggiudicarsi il modello del 1959 è stato Edgardo Galfetti: «È dell’anno della mia scuola reclute» – E tra gli acquirenti spunta Werner Walser
Edgardo Galfetti in sella alla bicicletta militare del 1959 appena conquistata all’asta. (Foto Reguzzi)
Massimo Solari
20.12.2018 09:13

RIVERA - C’è chi si è recato al Centro di formazione della protezione civile a botta sicura. Altri, invece, si sono organizzati dando vita a un’offensiva a tre per aggiudicarsi il pezzo ambito. L’asta che ha messo in palio l’attrezzatura inutilizzata dai militi della PCi non ha mancato di riservare momenti curiosi, acquirenti inaspettati e sogni infranti all’ultima chiamata. Anche il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi ha preso parte con interesse all’evento. Ma quale lotto avrebbe puntato il consigliere di Stato? «Ho visto diverso materiale interessante, ma la bicicletta dell’Esercito è forse l’unico oggetto che potrei usare senza problemi» ha scherzato.

Ad aggiudicarsi il modello del 1959 è però stato Edgardo Galfetti, un arzillo pensionato habitué delle aste pubbliche: «Perché ho scelto proprio questo pezzo? Sono un appassionato di biciclette e vado in bicicletta. Ma soprattutto il 1959 è l’anno della mia scuola reclute» ci ha raccontato di fianco al gioiello appena conquistato. «Ho speso 300 franchi, ma sarei stato pronto a puntarne anche 500» ha ammesso senza problemi. Insieme alla bicicletta dell’Esercito il signor Galfetti si è però portato a casa un altro oggetto non proprio convenzionale: «Oltre a una tanica di benzina, ho preso anche due barelle, come richiesto da mio figlio. Vedremo cosa farne» ha rilevato ridendo.

Ma a sprizzare gioia, chiusa l’asta, erano anche Stefano e Alberto che dopo averlo puntato a lungo, sono riusciti ad aggiudicarsi per un ambitissimo rimorchio da 750 chili. «Abbiamo speso un capitale, 350 franchi, ma sfrutteremo senz’altro il rimorchio per dei trasporti in campagna, in particolare nei vigneti» ci hanno spiegato. In realtà, ha ammesso Stefano, «io avevo dato un monte spesa di 800 franchi». «Ma io ero disposto a spenderne anche 1.000» ha aggiunto divertito Alberto. Insieme al rimorchio i nostri si sono portati a casa un contenitore in acciaio inox per alimenti. «Lavoro e sussistenza: così possiamo avere qualcosa di caldo da mangiare mentre siamo al fronte» hanno motivato i due. Insieme a loro un’altra ventina di persone ha potuto mettere le mani su attrezzature fra le più svariate: lampade d’illuminazione per cantieri, generatori, beamer, martelli idraulici, troncatrici e altri ancora. E in questo gruppo di eletti è spuntato anche chi non ti aspetteresti: il presidente del Consiglio della magistratura Werner Walser. Il giudice di lunga data ha fatto suoi ben 72 occhiali da protezione e a sua volta un contenitore per alimenti. «Non sono oggetti da collezione, sfrutterò entrambi nel tempo libero» ci ha raccontato: «Gli occhiali per lavori all’esterno e la passione, che ho con diversi amici, per il tiro. Sono inoltre un appassionato di cucina militare e spesso mi diletto per fare da mangiare a più persone».

Nonostante la bicicletta sfumata, anche Gobbi si è detto più che soddisfatto per la riuscita dell’evento: «La sala era veramente gremita e il divertimento nasce dal vedere degli oggetti che non si pensava potessero avere una seconda vita – penso alle barelle in legno –, essere invece acquistati. Pezzi che saranno dunque riutilizzati dopo l’impiego da parte della Protezione civile, che a sua volta sarà invece presto dotata di nuovo materiale». Proprio in tal senso il direttore delle Istituzioni ha evidenziato come «l’asta di Rivera volesse dimostrare che la Protezione civile in Canton Ticino – con il suo Centro di formazione e le regioni sul territorio – sta tenendo il passo e vuole crescere in termini di competenze e materiale disponibile». Il tutto per continuare a supportare al meglio gli enti di primo intervento. «È importante ricordare – ha indicato Gobbi – che la Protezione civile rappresenta la riserva strategica del Cantone in caso di catastrofi. Prima intervengono polizia, pompieri ed ambulanze, e in supporto arrivano i militi della PCi. E in questi anni abbiamo lavorato molto con le regioni di Protezione civile, definendo un nuovo piano d’istruzione di base, rispettivamente pianificato come detto il rinnovo del materiale. Si tratta di un processo importante per poter continuare a essere performanti nel servizio alla popolazione».