«Nulla da dichiarare», tranne i tre Rolex

«Ha della merce da dichiarare?». «No». L’automobilista l’ha ripetuto più volte. «No, niente». Le cose però non stavano proprio così. L’uomo, cittadino russo, stava per passare la dogana italiana di Oria senza pagare i tributi fiscali dovuti per tre orologi Rolex che aveva con sé. Due erano nascosti nelle tasche interne dei suoi pantaloni, uno lo portava al polso. Valore totale:_46.239 franchi. Ovviamente è scattata la multa, ma nel calcolo della somma evasa e della relativa sanzione, il protagonista della nostra storia ha avuto un inatteso colpo di fortuna. Considerando il valore della merce avrebbe dovuto pagare dazio e IVA_per un totale di 9.976 euro: se avesse raggiunto i 10.000, come spiega la Guardia di Finanza, la sua violazione avrebbe assunto il carattere di illecito penale, con tutte le conseguenze del caso. Salvo, o mezzo salvo, per 24 euro. «Si procedeva quindi – scrivono le Fiamme Gialle in una nota stampa – alla constatazione dell’illecito amministrativo ai sensi dell’articolo 295 bis del T.U.L.D., al sequestro finalizzato alla confisca ai sensi dell’articolo 13 della Legge n. 689/1981 e alla successiva determinazione della sanzione pecuniaria da due a dieci volte superiore ai diritti di confine dovuti». Da notare che l’automobilista, alla dogana svizzera di Gandria, aveva anche completato la procedura per il recupero dell’IVA_elvetica (attorno all’otto percento) come hanno appurato gli agenti italiani dai documenti commerciali che certificavano l’acquisto degli orologi e che si trovavano nel bracciolo posteriore dell’abitacolo. L’uomo avrebbe dovuto completare l’iter alla frontiera successiva pagando l’IVA italiana sulla merce (circa il ventidue percento) ma «alla domanda di rito, diretta a conoscere se trasportasse merci al seguito al fine di consentire l’applicazione dei diritti dovuti, il transitante rispondeva più volte negativamente». I controlli della Finanza però lo hanno mascherato. «Valutate le concrete modalità di esecuzione della condotta, inequivocabilmente tesa a sottrarre la merce al controllo doganale, venivano accertati gli illeciti di contrabbando e di evasione dell’IVA all’importazione». Ma come detto poteva andargli peggio. Le Fiamme Gialle hanno precisato che l’operazione «si inquadra in un più generale dispositivo di controllo al confine, in costante sinergia tra l’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli e la Guardia di Finanza».