Nuove Officine, sì ai piani ma restano due opposizioni
È arrivato il via libera alla costruzione delle Officine FFS di Castione. L’Ufficio federale dei trasporti (UFT) ha infatti comunicato questa mattina di aver approvato i piani per la realizzazione del nuovo stabilimento industriale. Un’approvazione che tuttavia non è ancora definitiva. Nel corso della procedura l’UFT ha infatti potuto risolvere solo 24 delle 26 opposizioni presentate contro il progetto. Sul tavolo ne rimangono dunque ancora due, che non vertono sul futuro stabilimento industriale in sé, bensì sulla compensazione reale dei circa 88.000 metri quadrati di terreni agricoli che verranno sacrificati a Castione per far posto alla moderna struttura. Una era stata presentata dal Comune di Biasca , che ora sta valutando se inoltrare ricorso al Tribunale amministrativo federale contro l’approvazione dei piani da parte dell’UFT. «Il contenzioso non è risolto ed ora, insieme al nostro legale, decideremo quali passi compiere per tutelare i nostri interessi», spiega al CdT il sindaco di Biasca Loris Galbusera.
Sviluppo precluso
I terreni che le FFS hanno individuato nel borgo rivierasco, per una superficie di 26.000 metri quadrati e che dovrebbero compensare parte di quelli che saranno occupati dal nuovo sito per la manutenzione dei treni, si trovano all’interno della zona industriale per la quale il Comune prevede uno sviluppo. «Sviluppo che è evidentemente precluso se quei terreni, di proprietà del locale Patriziato, verranno destinati a zona SAC (superfici di avvicendamento agricolo) per compensare parte di quelli che si prevede di sacrificare a Castione. Siamo ancora una volta penalizzati da una decisione che impedisce ad una regione periferica quale la nostra di potersi sviluppare con nuovi posti di lavoro ed un indotto a beneficio di tutta l’economia locale», osserva amaramente Galbusera.
Rassicurazioni da confermare
Un’opposizione contro il compenso reale dei terreni agricoli l’aveva inoltrata anche l’Unione contadini ticinesi (UCT). «Ci siamo sempre dichiarati disposti a ritirarla quando sarebbero state messe nero su bianco le rassicurazioni verbali ottenute durante l’estate che i terreni individuati dalle FFS per compensare quelli che saranno occupati dalle future Officine verranno concretamente trasformati in zone SAC. Nella comunicazione trasmessaci, l’UFT riferisce che la nostra opposizione è da considerarsi evasa», rileva il direttore dell’UCT Sem Genini, per il quale è chiaro che ora tutto dipenderà da quanto deciderà di fare il Comune di Biasca. Qualora dovesse ricorrere al TAF e spuntarla, allora le rassicurazioni ottenute non varrebbero più. Proprio per questo anche l’Unione contadini sta valutando un eventuale ricorso al TAF.
Cerimonia rimandata
Considerato che la procedura non è ancora conclusa, la cerimonia della posa della prima pietra prevista per l’inizio dei lavori nel mese di dicembre deve essere rimandata, sottolineano le FFS in un comunicato stampa nel quale si dicono comunque felici per il rilascio dell’approvazione dei piani.
Le FFS sottolineano inoltre che dopo aver ricevuto tutte le offerte per lo stabile e per l’infrastruttura ferroviaria «sono emersi significativi aumenti dei costi dovuti anche all’attuale congiuntura economica». Costi che fino ad ora erano stimati in 580 milioni di franchi. Le FFS intendono quindi sfruttare il lasso di tempo che intercorre fino all’inizio vero e proprio dei lavori «per ottimizzare il progetto e ridurre i costi del nuovo stabilimento».