Pandemia

Oltre 60 mila firme per il referendum contro le misure Covid

Molto probabilmente il popolo sarà chiamato per la terza volta ad esprimersi sulla Legge Covid – Il comitato «No alle restrizioni» con la sua iniziativa intende trasmettere un segnale chiaro: «Torniamo finalmente alla normalità»
© Chiara Zocchetti
Ats
30.03.2023 10:37

(Aggiornato)

Molto probabilmente il popolo sarà chiamato per la terza volta ad esprimersi sulla Legge Covid: il comitato «No alle restrizioni» ha consegnato oggi alla Cancelleria federale poco oltre 60 mila firme (60 mila firme era l'obiettivo). La scadenza del referendum è fissata per oggi. La consultazione dovrebbe tenersi il 18 di giugno.

Secondo quanto indicato dall'associazione sul proprio sito web, il referendum è stato lanciato quando il parlamento ha deciso di prorogare parti fondamentali della legge Covid-19 per un altro anno e mezzo, fino alla metà del 2024.

Con questa iniziativa, il comitato intende trasmettere un segnale chiaro: «Torniamo finalmente alla normalità!». La gente di questo Paese ne ha abbastanza delle misure, dei litigi e delle discriminazioni.

Già a metà marzo, l'associazione si era detta sicura di aver racimolato un numero sufficiente di adesioni al referendum: l'annuncio della riuscita era stato diffuso mediante un videomessaggio da Nicolas Rimoldi, presidente del movimento Mass-Voll, e Roland Bühlmann, co-presidente degli Amici della Costituzione.

Il referendum è diretto contro l'estensione di alcune disposizioni della legge Covid-19 a partire dal dicembre 2022, tra cui la base legale per la creazione di certificati Covid-19. La stessa Confederazione ha dichiarato la fine della «pandemia», non ha quindi senso prorogare le parti della legge Covid, scrive il comitato sul suo sito web.

Secondo il comitato, la possibilità di reintrodurre un certificato in qualsiasi momento, nonché altre misure discriminatorie come il tracciamento dei contatti (sorveglianza), violerebbe i diritti fondamentali, dividendo la società in due classi. Oltre a ciò, tale disposizione costituisce un obbligo di vaccinazione mascherato, contrario alla libertà di vaccinazione sancita dalla legge.

La legge Covid-19 è in vigore dal settembre 2020 e da allora è stata adattata più volte dal Parlamento, da ultimo a dicembre. Finora, gli elettori svizzeri hanno sostenuto chiaramente la legge in due votazioni referendarie.

Mass-Voll è un gruppo di lingua tedesca che durante la pandemia si è opposto attivamente alla politica Covid del Consiglio federale.

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