Caos al TPC

Ora Quadri e Verda Chiocchetti vogliono ricusare l’organo di vigilanza

I due giudici sostengono che il Consiglio della magistratura avrebbe violato il segreto d’ufficio e mostrerebbe accanimento
© CdT/Gabriele Putzu
Red. Ticino&Svizzera
17.09.2024 20:30

La vicenda sui problemi del Tribunale penale cantonale si arricchisce di un nuovo capitolo. I giudici Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti hanno infatti presentato un’istanza di ricusazione del Consiglio della magistratura. Secondo quanto riferito da LaRegione, a mente dei due giudici l’organo di vigilanza avrebbe violato il segreto d’ufficio, ma soprattutto mostrerebbe parzialità e accanimento nei loro confronti. L’istanza di ricusazione - presentata dall’avvocato dei due giudici, Marco Broggini - è stata inoltrata dopo le rivelazioni apparse la scorsa settimana su Liberatv.ch. Il portale aveva infatti riferito che era stato avviato un procedimento disciplinare nei confronti di Quadri e Verda Chiocchetti. Un’informazione che Liberatv.ch avrebbe avuto prima dei due interessati, dato che il loro legale era assente e non aveva potuto ritirare la raccomandata del CdM. Secondo i due giudici, quindi, la notizia sarebbe trapelata direttamente dal CdM, l’unico al corrente del procedimento disciplinare, visto che l’avvocato Broggini era assente. Per i due giudici del TPC si tratta di una fuga di notizie pilotata, che dimostrerebbe la volontà di accanimento nei loro confronti. In più, trattandosi di una fuga di notizie, costituirebbe a loro avviso anche una violazione del segreto d’ufficio da parte del CdM. Spetterà ora al Tribunale d’appello pronunciarsi sulla ricusazione.

Cos'è successo fin qui

A questo punto, però, è bene ripercorrere l’intera vicenda. Tutto è partito dal clima teso a Palazzo di Giustizia. Sullo sfondo, un presunto caso di mobbing subìto da una segretaria da parte di una collega. La questione è stata segnalata al Tribunale d’appello da Quadri e Verda Chiocchetti - che hanno anche riferito di un difficile ambiente lavorativo riconducibile al presidente Ermani e ai colleghi Marco Villa e Amos Pagnamenta - e l’incarto è finito alla Sezione risorse umane del Cantone, sfociando in una segnalazione a carico di Ermani al CdM (in seguito, il Governo ha dato mandato all’avvocato Maria Galliani di condurre gli accertamenti sul caso di mobbing). Ermani, Villa e Pagnamenta avevano a loro volta segnalato Quadri e Verda Chiocchetti, i quali avevano denunciato i tre colleghi per diffamazione e segnalato Ermani per pornografia per l’invio, nel 2023, della foto - che ritrae una donna seduta in mezzo a due peni giganti di plastica con la scritta «Ufficio penale» - alla segretaria presunta vittima di mobbing. Di lunedì, invece, la polemica su altre tre foto inviate da Ermani alla donna nel 2020.

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