News
La diretta
«Alcuni leader hanno reagito suggerendo che la storia della stessa Ungheria dimostra perché l'Ucraina appartiene all'alleanza» – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
LIVE
12:58
12:58
Cremlino: «Era ovvio per tutti gli osservatori esterni che la vita di Trump fosse in pericolo»
«Era ovvio per tutti gli osservatori esterni che la vita di Trump fosse in pericolo». E' il commento del Cremlino all'attentato dell'ex presidente americano in corsa per la rielezione. Lo riporta la Tass.
Vladimir Putin non ha in programma di chiamare Trump, ha comunicato poi Dmitri Peskov, aggiungendo che la Russia «condanna in modo risoluto ogni espressione di violenza durante una battaglia politica».
«Dopo numerosi tentativi di eliminare il candidato Trump dall'arena politica utilizzando innanzitutto strumenti legali, tribunali, pubblici ministeri, tentativi di discredito, era ovvio a tutti gli osservatori esterni che la sua vita fosse in pericolo», ha aggiunto Peskov parlando con i giornalisti russi. Puntualizzando comunque di «non credere affatto che l'attentato sia stato organizzato dall'attuale potere» negli Stati Uniti.
Peskov ha puntato il dito contro «l'atmosfera di violenza creata dalle autorità americane» dietro il tentativo di uccidere Trump.
10:31
10:31
Mosca: «Gli USA valutino le proprie politiche incitamento all'odio»
Parlando dopo l'attentato a Donald Trump, la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha incoraggiato gli Stati Uniti a fare un «inventario» delle loro «politiche di incitamento all'odio contro gli oppositori politici, i paesi e le persone», cogliendo l'occasione del tentativo di omicidio per denunciare il sostegno americano a Kiev.
Rivolgendosi a «coloro che negli Usa votano per la fornitura di armi a Zelenskyj», Zakharova ha accusato Washington di fomentare «attacchi contro il presidente russo. Forse è meglio usare questi soldi per finanziare chi dovrebbero garantire la legge e l'ordine negli Usa?», conclude.
07:43
07:43
Il punto alle 07.30
Il primo ministro ungherese Viktor Orban si è espresso contro l'adesione di Kiev alla NATO durante una riunione plenaria a cui era presente anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky al vertice di Washington dell'Alleanza nordatlantica, secondo quanto riferisce l'agenzia di stampa americana Bloomberg. Durante il summit dell'11 luglio Orban ha rifiutato di sostenere il sostegno militare all'Ucraina e ha suggerito che Kiev non dovesse unirsi all'alleanza, secondo fonti della Bloomberg. L'agenzia di stampa afferma che «alcuni leader hanno reagito suggerendo che la storia della stessa Ungheria dimostra perché l'Ucraina appartiene all'alleanza».