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Lo ha detto un alto esponente di Hamas, Moussa Abu Marzuk, alla rete televisiva con sede in Qatar Al Jazeera, in un'intervista telefonica – Il consigliere federale Ignazio Cassis è intervenuto da Berna: «Dichiarare Hamas un'organizzazione terroristica? Il Consiglio federale non ha margine di manovra» – Israele ha ordinato «l'assedio completo» della Striscia di Gaza – Il ministro della Difesa Yoav Gallant: «Combattiamo contro animali umani» – L'esercito: «Uccisi i sospetti che si erano infiltrati dal Libano» – L'Iran nega il suo coinvolgimento nell'attacco di Hamas – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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23:05
23:05
«Nessun negoziato su ostaggi senza stop fuoco»
Hamas non aprirà negoziati sugli ostaggi finché sotto il fuoco di Israele. Lo afferma Abu Obaida, il portavoce delle brigate Qassam, braccio armato di Hamas. «Gli ostaggi sono a rischio, ma non negozieremo nulla finché saremo sotto il fuoco, con la minaccia di una invasione o della battaglia», ha detto in un comunicato rilanciato dalla CNN.
21:16
21:16
«Hamas è pronta al dialogo per una tregua»
Hamas è aperta alle discussioni su una possibile tregua con Israele, avendo «raggiunto i suoi obiettivi». Lo ha detto un alto esponente di Hamas, Moussa Abu Marzuk, alla rete televisiva con sede in Qatar Al Jazeera, in un'intervista telefonica.
Hamas è aperto a «qualcosa del genere» e a «tutti i dialoghi politici», ha detto Abu Marzuk quando gli è stato chiesto se il gruppo è disposto a discutere un possibile cessate il fuoco.
Ha anche detto che Hamas ha catturato «decine» di cittadini israeliani con doppia cittadinanza, compresi quelli con cittadinanza russa e cinese.
21:07
21:07
Da Netanyahu un appello all'opposizione per un governo di unità
«Faccio appello ai partiti dell'opposizione per un governo di emergenza nazionale ma senza precondizioni». Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu parlando in televisione sul conflitto con Gaza. «Il popolo è unito, lo dev'essere anche la leadership», ha aggiunto.
20:59
20:59
Sale a 687 il bilancio dei morti a Gaza
È salito a 687 il bilancio delle vittime palestinesi dopo i raid israeliani. Lo rende noto il ministero della sanità di Gaza, scrive il quotidiano britannico The Guardian. I feriti sono 3726.
«L'occupazione israeliana estende gli attacchi contro le squadre mediche, le strutture sanitarie e le ambulanze», si legge in un comunicato del ministero pubblicato su Facebook.
20:57
20:57
Scoperti 108 corpi di israeliani nel kibbutz di Be'eri
L'organizzazione rabbinica Zaka ha annunciato la scoperta di 108 corpi di israeliani nel kibbutz di Be'eri, vicino al confine orientale con la Striscia di Gaza, nel primo giorno di ricerche delle vittime. Lo scrive il quotidiano israeliano Haaretz.
20:48
20:48
«Non c'è stop a fondi a palestinesi perché non previsti»
La Commissione europea annuncia in una nota ufficiale che «revisionerà» i programmi di assistenza a supporto dei palestinesi. Ma, sottolinea la nota dell'esecutivo europeo, «nel frattempo, non essendo previsti pagamenti, non ci sarà alcuna sospensione dei pagamenti».
La posizione di Palazzo Berlaymont arriva dopo che il commissario all'allargamento Oliver Varhelhyi aveva annunciato lo stop immediato ai pagamenti per i palestinesi. Nella nota l'esecutivo europeo sottolinea che «la revisione dei programmi non riguarda l'assistenza umanitaria fornita nell'ambito delle operazioni europee di protezione civile e di aiuto umanitario (Echo)».
20:38
20:38
Terrore per gli ostaggi: «Li uccideremo in pubblico»
A nemmeno 72 ore dall'attacco senza precedenti di Hamas contro Israele, arriva il macabro annuncio di rappresaglia sui prigionieri dei miliziani: «Cominceremo a giustiziare pubblicamente un civile israeliano in ostaggio per ogni bombardamento israeliano su abitazioni civili a Gaza senza preavviso», è la minaccia dei terroristi palestinesi.
Un annuncio che giunge dopo che entrambi i fronti hanno chiuso le porte a una trattativa: «Non è possibile alcun negoziato, sulla questione dei prigionieri o altro», ha avvertito Hossam Badrane, membro dell'ufficio politico di Hamas a Doha (Qatar). «Dobbiamo entrare a Gaza, non possiamo trattare ora», avrebbe invece detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu al presidente degli Usa Joe Biden che gli chiedeva degli ostaggi.
Mentre si rincorrono le indiscrezioni sul possibile ruolo dei paesi arabi per riportare a casa le decine di uomini, donne e bambini caduti nelle mani dei jihadisti, crescono gli appelli disperati sulle reti sociali e gli allarmi delle cancellerie di tutto il mondo. Perché gli ostaggi sono israeliani ma anche tedeschi, britannici, statunitensi, francesi, sudamericani e asiatici. Cittadini con doppio passaporto di tanti paesi.
Alcuni riconosciuti e identificati dagli scioccanti video dei rapimenti, virali sulle reti sociali, altri ufficialmente indicati come dispersi oppure morti. Di loro infatti non si può ancora conoscere il destino con certezza. E le bombe non distinguono se sei vittima o sequestratore: «Quattro prigionieri israeliani sono stati uccisi dai raid su Gaza», ha sostenuto così Abu Obeida, portavoce delle Brigate Izzedin al Qassam, ala armata di Hamas. Ed è difficile naturalmente distinguere tra realtà e propaganda.
Gli ostaggi comunque sarebbero almeno 130: cento nella mani di Hamas, trenta tenuti prigionieri dalla jihad islamica (organizzazione armata palestinese filoiraniana), la loro vita appesa a un filo. Numeri divulgati dai miliziani, mentre dalle autorità ebraiche non sono state riportate cifre ufficiali. L'esercito israeliano ha «le coordinate di tutti gli ostaggi a Gaza», ha assicurato in serata il portavoce militare. «La guerra è cominciata male per noi, ma finirà molto male per l'altra parte», ha avvertito.
Israele vuole risolvere la faccenda quindi, ma non attraverso il negoziato tra i due fronti, almeno secondo le voci ufficiali. Intanto, crescono le indiscrezioni su mediazioni arabe per strappare un accordo che porti alla liberazione dei prigionieri: una fonte del Movimento di resistenza islamica ha riferito all'agenzia cinese Xinhua che il Qatar starebbe mediando uno scambio urgente con il sostegno degli Stati Uniti: donne israeliane catturate dai miliziani in cambio di donne palestinesi detenute nelle carceri ebraiche. Secondo la fonte, Hamas avrebbe informato il Qatar che sarebbe disponibile all'operazione se tutte le 36 donne palestinesi detenute nelle carceri israeliane fossero rilasciate.
La mediazione è stata avvalorata anche da un alto funzionario americano e un'altra persona che ha familiarità con la questione all'emittente televisiva statunitense Cnn. Ma da Israele non è arrivata alcuna conferma dopo che già ieri aveva smentito un possibile ruolo egiziano per liberare i rapiti.
Dichiarazioni a parte, l'unica certezza per il momento è che il nodo sui prigionieri resta, mentre cresce la paura delle esecuzioni pubbliche per vendetta. Una paura che alimenta le grida di dolore di parenti e amici degli ostaggi, molti dei quali giovanissimi. Qualcuno implora il governo israeliano e la comunità internazionale di guardare oltre la politica. Come Malki Shmetov, il figlio disperso dopo gli attacchi di sabato: «E' una questione di umanità. I nostri bambini sono lì... per favore, aiutateli».
19:39
19:39
Oltre 900 morti in Israele per gli attacchi di Hamas
È salito ad oltre 900 il bilancio delle persone uccise in Israele dall'inizio degli attacchi di Hamas. Lo riferiscono i media locali, come Times of Israel e Channel 12.
19:36
19:36
«Uccideremo un ostaggio per ogni attacco a civili»
«Cominceremo a giustiziare pubblicamente un civile israeliano in ostaggio per ogni bombardamento israeliano su abitazioni civili a Gaza senza preavviso». Lo ha annunciato Hamas citato dai media israeliani.
Sempre citato dai media, il portavoce delle forze armate dello Stato ebraico ha dal canto suo affermato che l'esercito ha «le coordinate di tutti gli ostaggi israeliani a Gaza».
«La guerra è cominciata male per noi, ma finirà molto male per l'altra parte», ha avvertito.
19:19
19:19
Tel Aviv chiede agli USA munizioni di precisione
Israele ha fatto sapere agli Stati Uniti di aver urgentemente bisogno di munizioni a guida di precisione e di più intercettori per il sistema di difesa aerea Iron Dome, nonché di più bombe di piccolo diametro di fabbricazione statunitense. Lo scrive il quotidiano statunitense Politico citando un briefing di dirigenti dell'amministrazione del presidente Joe Biden ai leader del Congresso e ai capi delle commissioni preposte alla sicurezza.
Se alcune armi potranno essere consegnate rapidamente utilizzando i poteri esistenti, il Congresso probabilmente alla fine dovrà stanziare più soldi per finanziare gli aiuti bellici a Israele: uno sforzo su cui incombe l'incertezza alla Camera, dopo la destituzione del suo presidente Kevin McCarthy, non ancora sostituito.
18:04
18:04
«Fuori servizio l'unico ospedale di Beit Hanoun»
L'ospedale di Beit Hanoun, l'unico della città nel nordest della Striscia di Gaza, è fuori servizio a causa dei «ripetuti raid» israeliani. Lo afferma il ministero della sanità palestinese, citato dal quotidiano britannico The Guardian. Le équipe mediche, afferma il ministero, non sono in grado di entrare o uscire dal nosocomio e gran parte della struttura è stata danneggiata a causa degli attacchi aerei.
18:01
18:01
Stasera colloquio Biden-Scholz-Sunak-Macron
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il capo dello Stato francese Emmanuel Macron, il presidente statunitense Joe Biden e il premier britannico Rishi Sunak si sentiranno stasera per fare il punto sulla situazione in Israele. Lo hanno reso noto fonti tedesche.
17:58
17:58
La Confederazione per conferma i fondi ad alcune organizzazioni palestinesi
L'UE congela momentaneamente gli aiuti alla Palestina dopo l'attacco di Hamas nei confronti di Israele. La Svizzera per ora mantiene invece i finanziamenti, fra gli altri, all'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA), in passato al centro delle polemiche.
L'UNRWA è stata fondata 1949 per aiutare i rifugiati palestinesi. Ad oggi ha oltre 30.000 dipendenti e sostiene circa cinque milioni di persone. L'attività si svolge fra le altre cose in Giordania, Libano, Striscia di Gaza e Cisgiordania.
L'organizzazione si occupa in particolare di scuole e strutture sanitarie. La Svizzera partecipa finanziariamente con circa 20 milioni di franchi all'anno.
L'agenzia è già stata in passato al centro delle polemiche. Nella primavera 2018 il ministro degli esteri Ignazio Cassis aveva dichiarato che gli aiuti ostacolano l'integrazione dei palestinesi, che ormai da anni vivono nei campi in Giordania e Libano. Pochi giorni dopo il Consiglio federale aveva stemperato le dichiarazioni, confermando l'impegno in favore dell'UNRWA. Controversie erano anche emerse per libri di scuola considerati antisemiti.
L'UNRWA stessa ha sempre difeso il suo lavoro, sottolineandone l'importanza per la stabilità di una regione fragile, con 280'000 scolari solo nella Striscia di Gaza.
Nel 2019 la Svizzera e altri Paesi avevano sospeso i pagamenti per indagini interne, con interrogativi che erano sorti in particolare riguardo ai vertici. Il commissario generale Pierre Krähenbühl aveva rassegnato le sue dimissioni. Un rapporto l'ha in seguito scagionato da ogni accusa, in particolare quelle di cattiva gestione e abuso di potere.
17:34
17:34
Non ci sarebbero svizzeri fra gli ostaggi di Hamas
Gli ostaggi in mano ad Hamas devono essere «immediatamente liberati». Lo ha detto davanti ai media, in relazione all'attacco di Hamas in Israele, il consigliere federale Ignazio Cassis, secondo cui non ci sarebbero cittadini svizzeri presi dai miliziani, né vittime.
La Svizzera, ha ribadito Cassis, condanna fermamente questo attacco del tutto ingiustificato del gruppo islamista su territorio israeliano.
Il ministro degli esteri ha ribadito la solidarietà con Israele ed espresso, a nome della Svizzera, le condoglianze ai parenti delle persone rimaste uccise, «oltre mille in poco tempo».
Secondo il capo della diplomazia elvetica, quanto sta succedendo «non si vedeva da decenni». Vista la situazione geopolitica, Cassis ha richiamato le parti al rispetto del diritto internazionale umanitario e alla protezione della popolazione civile - tra cui figurano 28 mila cittadini svizzeri che vivono in Israele -, nonché alla prudenza, invitando i contendenti a non provocare una escalation del conflitto che potrebbe propagarsi all'intera regione. Un conflitto regionale in Medio Oriente, ha sottolineato Cassis, avrebbe un impatto diretto sul nostro Paese.
Di fronte alla situazione instabile in Medio Oriente, il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha pure deciso di creare una task force per monitorare al meglio la situazione e prendere le decisioni necessarie. Diretta dalla capo della Divisione Medio Oriente e Nord Africa (MENA) del DFAE, l'ambasciatrice Maya Tissafi, questa task force è composta da specialisti in questioni giuridiche, consolari, umanitarie, di sicurezza e di gestione delle crisi e di comunicazione.
17:31
17:31
Riguarda la conferenza di Ignazio Cassis
Di seguito il video con la conferenza stampa integrale di Ignazio Cassis.
17:30
17:30
Il Consiglio federale non ha margine di manovra per classificare Hamas come organizzazione terroristica
Il Consiglio federale non ha alcun margine di manovra per classificare Hamas come un'organizzazione terroristica, ha aggiunto Ignazio Cassis. Detto ciò, la Svizzera ha comunque tutti i mezzi necessari per combattere il terrorismo. Cassis, ad ogni modo, ha assicurato: «Questa discussione avrà luogo in seno al Consiglio federale. Dopo aver visto di cosa è capace Hamas, il nostro atteggiamento cambierà sicuramente».
17:10
17:10
Cassis: «Si faccia il possibile per un cessate il fuoco»
Così Ignazio Cassis, in conferenza stampa: «Ci ritroviamo in un cambiamento epocale. E questo cambiamento sta creando difficoltà un po' ovunque. Ma lasciatemi esprimere, a nome della Svizzera, le mie più sincere condoglianze alle famiglie delle vittime. La Svizzera è solidale, il Consiglio federale è solidale con la popolazione d'Israele. La Svizzera condanna nei termini più forti questi attacchi terroristici. Questi atti contro i civili sono ingiustificabili e rappresentano una pesante violazione del diritto internazionale. Gli ostaggi devono essere immediatamente liberati. Ho incontrato oggi l'ambasciatrice israeliana e parlato con il rappresentante palestinese in Svizzera. La Svizzera chiede a tutti gli attori di fare tutto il possibile per instaurare un cessate il fuoco ed evirare un'escalation ancora più grave, con una regionalizzazione del conflitto. Ho ricordato ai miei interlocutori che la popolazione civile deve essere protetta e il diritto internazionale rispettato».
16:56
16:56
Pressing dell'Egitto per fermare l'escalation
L'Egitto sta aumentando gli sforzi diplomatici per ridurre la spirale di violenza a Gaza e in Israele dopo tre giorni di combattimenti che hanno ucciso più di 1200 persone.
Il presidente Abdel Fattah al-Sisi, il cui Paese è storicamente un mediatore chiave tra Israele e palestinesi, ha avuto un colloquio con il presidente degli Emirati Arabi, Mohamed bin Zayed Al Nahyan, accettando di «intensificare le discussioni e gli sforzi diplomatici per fermare l'escalation militare», ha detto il portavoce di Sisi.
Abu Dhabi ha normalizzato le relazioni con Israele nel 2020 grazie agli accordi di Abramo sostenuti dagli Stati Uniti, oltre quattro decenni dopo che l'Egitto è diventato il primo paese arabo a firmare un trattato di pace con Israele nel 1979.
Ieri, Sisi ha parlato con il presidente palestinese Abu Mazen, avvertendo della pericolosa «assenza di prospettive politiche» e con il re di Giordania, Abdullah II. Sabato, lo sforzo diplomatico si è esteso con colloqui con il presidente francese Emmanuel Macron, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e il cancelliere tedesco Olaf Scholz.
L'iniziativa diplomatica dell'Egitto arriva dopo che i militanti di Hamas hanno lanciato sabato un attacco su più fronti contro Israele, che ha risposto con raid aerei sulla Striscia di Gaza.
15:59
15:59
Hamas: «Nessuno scambio di prigionieri con Israele»
«Non è previsto al momento» nessuno scambio di prigionieri con Israele. Lo afferma un funzionario di Hamas.
«Nessun negoziato possibile» al momento con Israele, ha aggiunto il funzionario a Doha, in Qatar.
«L'operazione militare continua e la resistenza, guidata dalle Brigate Al-Qassam (braccio armato di Hamas), continua a difendere i diritti del nostro popolo, per questo motivo al momento non è possibile alcun negoziato sulla questione dei prigionieri o altro» con Israele, ha detto Hossam Badrane, membro dell'ufficio politico di Hamas nella capitale del Qatar.
«La nostra missione ora è fare tutto il possibile per impedire che l'occupazione continui a commettere massacri contro la nostra gente a Gaza, prendendo di mira direttamente le abitazioni civili», ha aggiunto.
15:58
15:58
Israele attacca le postazioni di Hezbollah in Libano
L'esercito israeliano sta attaccando postazioni degli Hezbollah in Libano dopo l'infiltrazione di miliziani nel suo territorio. Lo riferiscono alcuni rapporti delle forze armate ripresi dai media.
L'esercito ha anche fatto sapere che due colpi di mortaio sono stati sparati dal Libano verso Israele.
Intanto il Comune di Kiryat Shmona, centro importante del nord, ha ordinato ai suoi cittadini di andare nei rifugi.
La televisione degli Hezbollah libanesi, al-Manar, ha riferito che i bombardamenti di artiglieria israeliani hanno colpito alcune località lungo la Linea Blu di demarcazione con Israele senza fare vittime.
I colpi di artiglieria, stando ad al-Manar, hanno preso di mira campi agricoli nelle zone di Ayta Shaab, Marwahin, Yarin, Dahira e Raheb nel settore centrale della Linea Blu.
15:54
15:54
Swiss organizza un volo di rimpatrio
La compagnia aerea Swiss opererà domani un volo per rimpatriare i cittadini svizzeri da Israele. Come si legge in una presa di posizione del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), il volo avviene su richiesta della stessa autorità federale.
Il volo speciale da Tel Aviv a Zurigo si rivolge in prima linea a cittadini svizzeri sul posto, spiega il DFAE. Sabato la Swiss aveva annunciato l'annullamento dei voli fino almeno ad oggi.
Secondo informazioni fornite sempre dal DFAE 430 svizzeri hanno registrato la loro presenza in Israele attraverso l'app ufficiale «Travel Admin». Il dipartimento ha fino ad ora ricevuto 500 chiamate, sia da persone sul posto che da parenti preoccupati, oltre che da coloro che avevano pianificato un viaggio in Israele.
Circa 28.000 svizzeri vivono in Israele e nei Territori palestinesi.
15:33
15:33
L'UE ha deciso la «sospensione immediata» dei pagamenti destinati alla popolazione palestinese
L'UE ha deciso la «sospensione immediata» dei pagamenti destinati alla popolazione palestinese in attesa del riesame dei programmi di assistenza già messi in campo per un totale di 691 milioni di euro (661 milioni di franchi al cambio attuale). Lo ha annunciato il commissario europeo all'allargamento Oliver Varhelyi.
«La portata del terrore e della brutalità contro Israele e il suo popolo è un punto di svolta. Le cose non possono andare come andavano di solito», ha sottolineato.
«Tutte le nuove proposte di bilancio» relativamente ai programmi per la popolazione palestinese e «comprese quelle per il 2023, sono state rinviate fino a nuovo avviso. Ci sarà inoltre una valutazione completa dell'intero portafoglio», ha spiegato Varhely sulla rete sociale X ricordando come la Commissione europea sia «il maggiore donatore» a favore dei palestinesi.
L'annuncio del commissario è giunto un po' a sorpresa visto che, nel punto quotidiano con la stampa, i portavoce della Commissione non avevano parlato di sospensione dei pagamenti, ma avevano spiegato che tutti i programmi di assistenza per i palestinesi sarebbero stati oggetto di valutazione nel Consiglio affari esteri convocato d'urgenza per domani dall'alto rappresentante dell'UE per la politica estera Josep Borrell.
15:29
15:29
Il gruppo parlamentare CH-Israele chiede a Berna di prendere posizione
Dopo la riprovazione della Confederazione, anche il gruppo parlamentare Svizzera-Israele condanna l'attacco terroristico di Hamas, chiedendo al Consiglio federale e alle Camere di riconsiderare la loro posizione e relazioni nei confronti di questo gruppo di miliziani e del regime di Teheran.
Come nel caso della guerra del Kippur del 1973, il recente attacco a sorpresa - a 50 anni da quell'avvenimento - ha fatto precipitare Israele in uno stato di choc nonostante i servizi di informazione e le fortificazioni lungo la striscia di Gaza, si legge in una nota odierna. Il gruppo di amicizia con Israele sostiene lo stato ebraico e il suo diritto all'autodifesa.
Deplorando le vittime di entrambe i campi, il gruppo parlamentare crede che la responsabilità principale incomba alle forze islamiste che finora non hanno mai deviato dal loro obiettivo, ossia distruggere Israele, la cui esistenza deve restare una preoccupazione per la Svizzera.
15:27
15:27
L'UDC chiede lo stop immediato degli aiuti alle organizzazioni palestinesi
Dopo il PLR (che chiede al Consiglio federale di dichiarare Hamas organizzazione terroristica), anche l'UDC prende posizione. E chiede lo stop immediato degli aiuti finanziari svizzeri alle organizzazioni palestinesi «dopo il barbaro terrore contro la popolazione di Israele». Hamas deve essere classificato come organizzazione terroristica e messo al bando, ha chiesto il partito su X.
Tutti i sostenitori e i simpatizzanti di Hamas in Svizzera devono essere immediatamente monitorati dal Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC), afferma l'UDC.
15:24
15:24
Colloqui in corso tra Arabia Saudita, USA e Consiglio di cooperazione del Golfo
Colloqui sono in corso tra Arabia Saudita, Stati Uniti e Consiglio di cooperazione del Golfo che, oltre a Riad, include gli Emirati Arabi, Qatar, Kuwait, Bahrein e Oman, per fermare l'escalation tra Gaza e Israele. Lo afferma un funzionario del ministero degli esteri saudita al quotidiano emiratino The National.
«Sono in corso colloqui con funzionari statunitensi e con i Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo», ha detto. Il regno sta facendo sforzi per fermare l'escalation e porre fine allo spargimento di sangue, ha aggiunto la fonte.
15:17
15:17
Israele: «Uccisi gli infiltrati dal Libano»
L'esercito dello Stato ebraico ha ucciso i sospetti che si erano infiltrati dal Libano in territorio israeliano. Lo ha fatto sapere il portavoce militare aggiungendo che i soldati stanno ancora setacciando la zona e che elicotteri stanno «colpendo nell'area».
Fonti locali, citate dall'agenzia di stampa France-Presse (Afp), riferiscono che sono in corso bombardamenti israeliani sul sud del Libano.
15:01
15:01
«Alcuni sospetti miliziani si sono infiltrati dal Libano in territorio israeliano»
L'esercito israeliano ha fatto sapere che alcuni sospetti miliziani si sono infiltrati dal Libano in territorio israeliano. «I soldati - ha detto il portavoce - si sono dispiegati nella zona».
Ai residenti di numerose località è stato detto di chiudersi in casa.
Secondo alcune informazioni dell'esercito dello Stato ebraico, «almeno quattro terroristi sono coinvolti in sparatorie» con i soldati israeliani.
14:39
14:39
Il Comitato europeo delle Regioni condanna gli attacchi di Hamas
«Vorrei condannare inequivocabilmente, a nome del Comitato delle Regioni, gli attacchi terroristici perpetrati da Hamas. I nostri pensieri sono rivolti alle famiglie di tutte le vittime innocenti». Lo ha detto il presidente del Comitato europeo delle Regioni, Vasco Alves Cordeiro, nel corso della cerimonia di apertura della Settimana delle Regioni a Bruxelles.
14:38
14:38
Gli americani uccisi in Israele sono almeno 9
Gli americani uccisi in Israele sono almeno nove. Lo riporta Cbs citando un portavoce del consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca.
14:24
14:24
Bombardato il mercato ortofrutticolo di Jabalia
Aerei israeliani hanno bombardato il mercato ortofrutticolo di Jabalia, nel nord della Striscia, in quel momento molto affollato. Lo riferiscono testimoni secondo cui sul posto ci sono decine di cadaveri. In seguito l'ospedale di Gaza ha riferito che i morti sono oltre 50. Gli abitanti del posto - secondo le stesse fonti - hanno prestato soccorso ai feriti.
L'attacco ha colto di sorpresa gli avventori che oggi avevano affollato in modo particolare il mercato ortofrutticolo perché dopo due giorni di combattimenti i fornai della zona erano chiusi ed i supermercati ormai vuoti.
Testimoni oculari hanno riferito che, in attesa delle ambulanze, i corpi delle vittime sono stati prelevati da volontari, che hanno scavato fra le macerie in fiamme. I feriti meno gravi sono stati assistiti in abitazioni private. A rendere ancora più drammatica la situazione, secondo i testimoni, la presenza a Jabalia di 20 mila sfollati dalla vicina località di Beit Hanun, al confine con Israele, che avevano trascorso la notte all'addiaccio.
Dopo l'attacco al mercato - seguito da altri attacchi della aviazione ad edifici vicini - molti abitanti hanno lasciato poi Jabalia diretti verso l'ospedale al-Shifa di Gaza City, nella convinzione che esso non sarà oggetto di bombardamenti.
14:22
14:22
Anche il PLR chiede a Berna di dichiarare Hamas organizzazione terroristica
Il PLR chiede al Consiglio federale di dichiarare Hamas organizzazione terroristica. Il governo deve assicurare che il sostegno elvetico non finanzi il terrorismo, ma solamente la popolazione.
Il partito condanna nella maniera più ferma il «vergognoso attacco terroristico di Hamas sui civili nello Stato di Israele», si legge in un comunicato odierno. Il governo deve intervenire.
Fino ad ora era giustificabile parlare con tutti gli attori nella regione. Gli ultimi attacchi non lo permettono però più: dialogare con persone che pianificano e sostengono tali atti è impossibile.
Per quel che riguarda gli aiuti finanziari, il PLR vuole soprattutto garanzie sul fatto che il denaro non finisca nelle tasche di terroristi. Va valutato se i sostegni alla Palestina vadano sospesi o interrotti. Anche gli aiuti a organizzazioni che intrattengono relazioni con Hamas vanno rivalutati.
Fondamentale è poi che i cittadini elvetici che si trovano nella regione interessata dal conflitto possano tornare in sicurezza in Svizzera il più rapidamente possibile.
13:46
13:46
Hezbollah smentisce il lancio di razzi dal sud del Libano
La tv al Manar degli Hezbollah libanesi smentisce la notizia, diffusa in precedenza da media sauditi, circa il lancio di razzi dal sud del Libano verso Israele.
13:44
13:44
Lavrov: «Uno Stato palestinese» per risolvere la crisi
Creare «uno Stato palestinese che, come previsto dalle decisioni dell'Onu, viva fianco a fianco con Israele», è la via per risolvere la crisi in Medio Oriente, ma con la loro «politica distruttiva» gli Usa cercano di impedirlo. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov incontrando a Mosca il segretario generale della Lega Araba Ahmed Aboul Gheit. Lo riferiscono le agenzie russe.
«Il problema palestinese non può più essere rinviato, le decisioni dell'Onu devono essere attuate», ha detto Lavrov in una conferenza stampa al termine del colloquio con Aboul Gheit.
Lavrov, citato da Interfax, ha sottolineato che la Russia «non può essere d'accordo con chi afferma che la sicurezza deve essere garantita esclusivamente dalla lotta contro l'estremismo e il terrorismo». «Ciò - ha proseguito - mette a repentaglio le decisioni delle Nazioni Unite sulla creazione di uno Stato palestinese».
«A questo proposito - ha affermato ancora il ministro degli Esteri russo - non posso fare a meno di menzionare la politica distruttiva degli Stati Uniti, che stanno ostacolando gli sforzi collettivi all'interno del quartetto di mediatori internazionali (Onu, Russia, Stati Uniti e Unione Europea)». Secondo Lavrov, gli Usa, invece di utilizzare questo canale e cooperare con la Lega degli Stati arabi, stanno cercando di «monopolizzare gli sforzi di mediazione e distogliere il dialogo tra palestinesi e israeliani da una soluzione politica e dalla creazione di uno Stato palestinese».
13:26
13:26
«Razzi dal Libano su Israele»
Dodici razzi sono stati sparati dal sud del Libano verso Israele. Lo riferisce la tv panarabo-saudita al Arabiya, con una scritta in sovrimpressione urgente e citando il proprio corrispondente nel sud del Libano.
13:21
13:21
«Salgono a 800 gli israeliani morti»
I morti in Israele per gli attacchi da Gaza sono arrivati a 800. Lo riportano i media.
12:58
12:58
«Attacchi su larga scala sui centri strategici» in tutta la Striscia
L'esercito israeliano sta conducendo «attacchi su larga scala su diversi centri strategici appartenenti all'organizzazione terroristica di Hamas» in tutta la Striscia. Lo ha detto il portavoce militare. Poco prima da Gaza è partita una salva di razzi sul centro di Israele.
11:56
11:56
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha ordinato «l'assedio completo» della Striscia di Gaza
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha ordinato «l'assedio completo» della Striscia di Gaza.
«Ho ordinato il completo assedio: non ci sarà elettricità, né cibo, né benzina. Tutto è chiuso», ha aggiunto Gallant dopo una consultazione di sicurezza al Comando Sud di Beersheba. «Stiamo combattendo animali umani e ci comporteremo di conseguenza», ha detto, citato dai media.
Il ministro Gallant in un video diffuso dal suo ufficio ha aggiunto: «Niente elettricità, niente acqua, niente gas». Nella Striscia di Gaza vivono circa 2,3 milioni di palestinesi.
11:55
11:55
Lavrov: «L'attuale status quo non è sostenibile»
«L'acuto inasprimento del conflitto israelo-palestinese ha dimostrato che l'attuale status quo non è sostenibile». Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ricevendo a Mosca il segretario generale della Lega Araba Ahmed Aboul Gheit. Le violenze «devono essere fermate urgentemente», ha aggiunto Lavrov, citato dalla Tass.
11:28
11:28
L'Austria sospende i programmi di aiuto allo sviluppo nei territori palestinesi
Il governo austriaco ha annunciato oggi la sospensione dei suoi programmi di aiuto allo sviluppo nei territori palestinesi, in reazione all'offensiva del movimento islamico Hamas in Israele.
«Per il momento congeleremo tutti i pagamenti per la cooperazione allo sviluppo», pari a 19 milioni di euro, ha detto il ministro degli Esteri conservatore Alexander Schallenberg alla radio pubblica Ö1. «La portata del terrore è così terribile. È un tale sconvolgimento che non possiamo tornare alla normalità come se nulla fosse successo», ha aggiunto.
L'Austria quindi «esaminerà e valuterà» tutti i progetti con i territori palestinesi. Ulteriori passi verranno decisi «in collaborazione con l'Unione europea e i partner internazionali», ha detto il capo della diplomazia austriaca.
Ha anche annunciato la convocazione dell'ambasciatore iraniano al ministero per protestare contro «reazioni abominevoli». La Repubblica islamica è stata uno dei primi Paesi ad accogliere con favore l'attacco massiccio e a sorpresa lanciato da Hamas sabato.
11:26
11:26
«15 palestinesi uccisi in Cisgiordania»
Almeno 15 palestinesi sono stati finora uccisi in scontri con i militari israeliani in tutta la Cisgiordania da quando è iniziato l'attacco di Hamas a Israele da Gaza: lo afferma il ministero della Salute palestinese, citato da alcuni media su X, fra cui l'Anadolu e Al Arabiya, con quest'ultima che scrive che fra i morti ci sarebbero anche due bambini.
11:15
11:15
«Yahya Sinwar», leader di Hamas, «è un uomo morto»
«Yahya Sinwar è il comandante della operazione ed è un uomo morto». Lo ha detto il portavoce militare israeliano Daniel Hagari riferendosi al leader di Hamas a Gaza. Poi ha aggiunto: «La leadership militare e politica di Hamas, tutte le sue strutture sono attaccabili e condannate».
11:11
11:11
Il Cairo: «Li avevamo avvisati, ma hanno sottovalutato l'informazione»
Un ufficiale dell'intelligence del Cairo ha detto di aver riferito ripetutamente a Tel Aviv che «qualcosa di grosso» contro Israele era in corso. Lo scrive The Times of Israel, riportando le parole di uno 007 egiziano secondo il quale l'attenzione degli ufficiali israeliani era puntata sulla Cisgiordania e la minaccia da Gaza non fu presa in considerazione.
«Li abbiamo avvisati che un'esplosione della situazione sarebbe avvenuta molto presto e sarebbe stata grande. Ma gli israeliani hanno sottovalutato l'informazione», ha detto l'ufficiale egiziano che ha mantenuto l'anonimato.
11:09
11:09
«Qualunque mossa stupida contro l'Iran riceverà una risposta distruttiva»
«Coloro che minacciano l'Iran dovrebbero sapere che qualunque mossa stupida contro l'Iran riceverà una risposta distruttiva». Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Nasser Kanani, in riferimento a minacce da parte di Israele e alcuni funzionari degli Stati Uniti contro Teheran riguardo al suo presunto ruolo nell'attacco di Hamas.
«La resistenza palestinese ha il diritto legittimo di utilizzare le sue capacità nella lotta contro l'aggressione e l'occupazione del regime sionista», ha aggiunto il funzionario, come riporta Irna.
«I sostenitori delle atrocità del regime sionista provano a scambiare la posizione degli oppressi con quella degli oppressori e stanno dalla parte di Israele», ha aggiunto Kanani, sottolineando che «non è accettabile che gli Stati Uniti e alcuni Paesi europei chiudano gli occhi sui crimini del regime e utilizzino la loro dura guerriglia psicologica e propaganda per accusare la nazione palestinese».
Augurandosi che i Paesi musulmani reagiscano alle mosse di Israele e sostengano «l'onorevole resistenza dei palestinesi», Kanani ha chiesto che venga tenuto un vertice di emergenza dell'Organizzazione dei Paesi Islamici (Oic) riguardo alla questione.
11:08
11:08
«In 48 ore raggiunti 300.000 riservisti»
«Siamo in un amplissimo processo di reclutamento dei riservisti». Lo ha detto il portavoce militare Daniel Hagari, citato dai media. «In 48 ore - ha spiegato - abbiamo raggiunto 300.000 riservisti».
11:05
11:05
«Israele ha ripreso il controllo di tutte le cittadine sul confine di Gaza»
Israele ha ripreso il controllo di tutte le cittadine sul confine di Gaza. Lo ha detto il portavoce dell'esercito Daniel Hagari, aggiungendo che gli scontri tra soldati e miliziani di Hamas delle ultime ore sono stati «isolati».
Hagari ha poi spiegato che sono stati uccisi tre miliziani nell'area di Shaar Hanegev, uno nel villaggio di Beeri, cinque in quelli di Holit e Sufa e quattro ad Alumim, per un totale di 13.
«Al momento - ha sottolineato - non ci sono combattimenti in corso ma è possibile ci siano terroristi nell'area». Inoltre le brecce nella barriera difensiva saranno messe in sicurezza con i carri armati.
10:49
10:49
Il Qatar sta mediando un urgente scambio di prigioniere tra Hamas e Israele
Il Qatar sta mediando un urgente scambio di prigioniere tra Hamas e Israele. Lo riporta la Xinhua, citando una fonte del Movimento di resistenza islamica.
«Con il sostegno degli Stati Uniti, il Qatar sta cercando di raggiungere l'accordo urgente che porterebbe al rilascio delle donne israeliane catturate da Hamas in cambio di donne palestinesi detenute nelle carceri israeliane», ha detto la fonte, secondo cui Hamas ha informato il Qatar che sarebbe disponibile all'operazione se tutte le 36 donne palestinesi detenute nelle carceri israeliane fossero rilasciate. Da Israele non c'è al momento alcuna conferma della mediazione.
10:40
10:40
L'Iran: «Non interferiamo nei processi decisionali di altri Paesi, inclusa la Palestina»
L'Iran respinge nuovamente le accuse secondo cui Teheran sarebbe coinvolta negli attacchi di sabato da parte di Hamas contro Israele. Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri Nasser Kanani, come riporta Isna, sottolineando che le accuse sono politicamente motivate.
«Non interferiamo nei processi decisionali di altri Paesi, inclusa la Palestina», ha detto Kanani, aggiungendo che la resistenza palestinese ha la forza e la capacità necessaria per decidere di difendere i palestinesi e i propri diritti.
10:38
10:38
«Hezbollah non interverrà se non sarà attaccato dagli israeliani»
Il ministro degli esteri libanese Abdallah Bou Habib ha affermato nelle ultime ore di aver ricevuto la garanzia dai vertici di Hezbollah che il partito armato filo-iraniano non interverrà nel conflitto in corso tra Hamas e Israele se non sarà attaccato dagli israeliani.
Citato dall'agenzia libanese al Markaziya, il ministro degli esteri libanese ha detto: «Hezbollah ci ha promesso che non intende intervenire nella guerra a Gaza a meno che Israele non commetta un'aggressione» nei confronti del Libano.
10:37
10:37
La Cina «si oppone e condanna» le azioni che hanno colpito i civili
La Cina «si oppone e condanna» le azioni che hanno colpito i civili nelle violenze scoppiate in Israele e nei territori palestinesi. Pechino è «fortemente preoccupata per la recente escalation del conflitto tra Palestina e Israele», ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning nel corso del briefing quotidiano, aggiungendo che la Cina è «profondamente dispiaciuta dai danni causati ai civili dal conflitto, e si oppone e condanna le azioni che colpiscono i civili».
10:32
10:32
Quasi 500 morti nella Striscia, 2300 i feriti
È arrivato a quasi 500 il bilancio dei morti a Gaza per i raid di Israele dopo l'attacco dalla Striscia. Lo ha detto il ministero della sanità locale. I feriti sono 2300.
10:28
10:28
La Svizzera condanna «gli atti di terrore», «la priorità deve essere la de-escalation»
In seno al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, la Svizzera ha condannato ieri con forza gli attacchi contro Israele. Nel corso di una riunione a porte chiuse sulla situazione in Medio Oriente, Berna ha chiesto alle parti in causa di «fare tutto il possibile per stabilire un cessate il fuoco». «La priorità è de-escalation», ha scritto il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) sul suo sito web. La Svizzera ha rivolto questo appello anche agli Stati che possono esercitare un'influenza sulle parti.
Per quanto riguarda «il lancio indiscriminato di razzi da parte di Hamas contro Israele», la Svizzera ha parlato di «atti di terrore», chiedendo il rilascio immediato delle persone prese in ostaggio e attualmente detenute a Gaza. La Confederazione ha deplorato tutte le vittime civili, invitando tutte le parti «a proteggere la popolazione civile e a rispettare gli obblighi previsti dal diritto internazionale umanitario».
Secondo i media statunitensi, durante la riunione d'emergenza del Consiglio di sicurezza non c'è stata condanna unanime degli attacchi contro Israele. «Durante la riunione non è stata presa alcuna decisione», ha riferito la CNN, citando i membri del Consiglio. «Non voglio entrare nel merito di ciò che è stato effettivamente discusso, ma c'è stato un discreto numero di Paesi che ha condannato gli attacchi di Hamas», ha dichiarato il vice ambasciatore statunitense alle Nazioni Unite, Robert Wood, aggiungendo tuttavia che «non tutti i Paesi hanno condannato gli attacchi di Hamas».
10:08
10:08
Teheran: «Israele ci dà la colpa per coprire il flop dell'intelligence»
«L'operazione a sorpresa di Hamas è stato il più grande fallimento delle organizzazioni di sicurezza di Israele. E ora loro (gli israeliani) trovano molto difficile accettare che nella comunità d'intelligence si racconterebbe che sono stati sconfitti da un gruppo palestinese. Quindi stanno cercando di giustificare il loro fallimento, attribuendolo alla potenza dell'intelligence e alla capacità organizzativa dell'Iran».
Lo ha dichiarato in una nota la missione iraniana alle Nazioni Unite, in risposta all'accusa rivolta a Teheran da più parti in queste ultime ore per il sanguinoso attacco su Israele.
09:53
09:53
Emirati Arabi Uniti: «Hamas cessi le ostilità contro Israele»
Gli Emirati Arabi Uniti, da tre anni legati a Israele da un accordo di pace, hanno esortato Hamas a cessare le ostilità contro Israele.
In un comunicato diffuso nelle ultime ore dal ministero degli esteri di Abu Dhabi e ripreso dai media regionali si afferma che «gli attacchi di Hamas contro le città e i villaggi israeliani vicino alla Striscia di Gaza, così come il lancio di migliaia di razzi su località abitate rappresentano un'escalation seria e grave».
09:52
09:52
Oltre 123.000 sfollati nella Striscia di Gaza
Più di 123'000 persone sono state sfollate nella Striscia di Gaza. Lo segnala l'ufficio Affari umanitari delle Nazioni Unite.
09:44
09:44
Teheran: «Appoggiamo la Palestina, ma non siamo coinvolti»
«Noi appoggiamo orgogliosamente e incrollabilmente la Palestina, tuttavia non siamo coinvolti nella risposta palestinese (l'attacco a Israele, ndr), che è stata condotta solo dai palestinesi»: lo ha dichiarato in una nota la missione dell'Iran presso le Nazioni Unite, riferendosi agli attacchi di Hamas contro lo Stato ebraico.
«L'azione della Resistenza palestinese è stata una difesa pienamente legittima contro i crimini e le usurpazione dell'illegittimo regime sionista», si legge ancora nel comunicato della missione di Teheran.
Dal canto suo, il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian ha lanciato un appello ai Paesi musulmani affinché agiscano per «difendere il popolo palestinese e la moschea di al-Aqsa». Amirabdollahian si è espresso in questi termini durante una telefonata con l'omologo afghano dell'autoproclamato governo dei talebani Amir Khan Muttaqi, come riporta Mehr, in cui è stato discusso il conflitto in corso tra Israele e Palestina.
«I Paesi musulmani devono essere uniti nella loro difesa del popolo palestinese oppresso», ha detto il ministro della Repubblica islamica. Lo stesso appello all'unità del mondo musulmano a sostegno della Palestina è stato espresso da Amirabdollahian anche durante una telefonata con l'omologo iracheno Fuad Hussein.
Durante il colloquio con il ministro iracheno, Amirabdollahian ha anche proposto di tenere un vertice di emergenza dell'Organizzazione per la Cooperazione Islamica (Oic) per affrontare la situazione del conflitto in corso.
«I Paesi musulmani dovrebbero assistere la lotta di resistenza contro Israele», ha detto Amirabdollahian, definendo l'attacco di Hamas contro Israele «una naturale risposta contro la continua aggressione del regime (di Israele) contro i siti sacri islamici e la nazione palestinese».
08:19
08:19
«Hamas ancora in sei località nel sud, altri 70 terroristi si sono infiltrati»
Ci sono ancora sei località nel sud di Israele vicino alla frontiera in cui sono in corso combattimenti con i miliziani di Hamas. Lo ha detto il portavoce militare Daniel Hagari, nominando le località di Beeri, Kfar Aza, Nirim e Alumim. Nella notte scorsa sono stati 70 «i terroristi che si sono infiltrati in Israele».
08:18
08:18
I morti a Gaza sono arrivati a 436 con 2270 feriti
I morti a Gaza per gli attacchi di Israele sono arrivati a 436 con 2270 feriti. Questo il nuovo bilancio reso noto dal ministero della sanità della Striscia.
08:00
08:00
«80 terroristi trovati in Israele nella notte»
Questa mattina presto le Forze di difesa israeliane hanno reso noto che circa 80 terroristi sono stati trovati nel Paese durante la notte, mentre i combattimenti sono continuati in sei località lungo il confine con Gaza. Almeno 800 obiettivi di Hamas a Gaza sono stati colpiti dall'esercito. Lo riferiscono i media israeliani.
07:59
07:59
«Mille palestinesi assetati di sangue casa per casa»
«I combattimenti sono ancora in corso nel Sud di Israele, terroristi sono ancora nel Paese, sono entrati circa mille palestinesi assetati di sangue, sono andati casa per casa, edificio per edificio, per massacrare civili e militari israeliani. Sfortunatamente la cifra astronomica di 700 israeliani uccisi è destinata a non restare tale. Mai nella storia di Israele ci sono state tante vittime per un solo attacco». Lo ha detto nella notte un portavoce delle Forze di Difesa israeliane pubblicando un video su X.
Quella di sabato è stata «di gran lunga la peggiore giornata nella storia di Israele», viene dichiarato sul social. Il portavoce ha paragonato il 7 ottobre, data dell'attacco di Hamas allo Stato ebraico, a Pearl Harbor o all'11 settembre.
07:16
07:16
Consiglio di sicurezza dell'ONU, non tutti condannano gli attacchi
«Un buon numero di Paesi membri ha condannato gli attacchi di Hamas, ma non tutti». Lo ha detto il vice ambasciatore americano all'Onu Robert Wood al termine della riunione a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza. Quindi ha sottolineato che si tratta di una «situazione fluida e molto pericolosa, speriamo che non peggiori».
«È un momento molto difficile ed è importante che la comunità internazionale condanni fortemente questa invasione non provocata e questi attacchi», ha ribadito. Prima della riunione, Wood aveva sottolineato che non ci devono essere «falsi paragoni» tra le azioni di Hamas e Israele: «Questo riguarda il terrorismo di Hamas, è chiaro e semplice».
07:15
07:15
X segnala il post della Guida suprema iraniana
Il post della Guida suprema iraniana Ali Khamenei per celebrare gli attacchi di Hamas in Israele «viola le regole di X. In ogni caso X ha deciso che potrebbe essere nell'interesse del pubblico far restare il post accessibile». È la segnalazione della piattaforma ai suoi utenti, accompagnata da una dichiarazione di Elon Musk.
«La posizione di Khamenei è chiara, il suo obiettivo è l'eliminazione di Israele e non sostenere i palestinesi. Questo non accadrà. Quello che invece accade, decennio dopo decennio, è un ciclo di violenza senza fine. Alimentare le fiamme dell'odio non sta funzionando. Forse è il momento di considerare altro», mette in evidenza Musk.
07:10
07:10
«L'Iran ha aiutato Hamas a pianificare l'attacco»
«L'Iran ha aiutato Hamas a pianificare l'attacco a sorpresa a Israele e ha dato il via libera all'azione nel corso di un incontro a Beirut lo scorso lunedì». Lo riporta il Wall Street Journal, citando alcuni membri di Hamas e Hezbollah. L'Iran avrebbe lavorato da agosto insieme a Hamas per mettere a punto l'attacco.
Stando alla Cnn, l'amministrazione americana sta però ancora cercando di determinare questo rapporto. Al momento non ci sono prove che leghino direttamente Teheran a quanto successo.
06:22
06:22
Il punto alle 06.00 del 9 ottobre 2023
Il portavoce delle Forze di Difesa Israeliane, il tenente colonnello Jonathan Conricus, ha pubblicato online un aggiornamento sulla risposta dell'IDF e ha detto che ci sono ancora combattimenti in corso nel sud di Israele. Conricus ha affermato che l'IDF ha stimato che circa 1000 militanti di Hamas sono entrati in territorio israeliano nell'attacco di sabato. Ha detto che 700 israeliani sono stati uccisi - civili e militari - e sono più di 2100 i feriti. «È di gran lunga il giorno peggiore nella storia di Israele. Mai prima d'ora così tanti israeliani sono stati uccisi da una sola cosa in un solo giorno». Facendo un'analogia con gli Stati Uniti, ha detto che l'attacco del fine settimana, per Israele, «potrebbe essere un 11 settembre e una Pearl Harbour in un'unica soluzione». Conricus ha detto che un numero significativo di civili e militari israeliani è stato preso in ostaggio e trasferito a Gaza. Non ha specificato una cifra, ma ha detto che «molti israeliani sono stati portati via con la forza da Israele». Ha detto che la risposta militare dell'IDF aveva due obiettivi primari nella sua risposta all'attacco di Hamas. «Alla fine di questa guerra, Hamas non avrà più alcuna capacità militare di minacciare i civili israeliani. Hamas non sarà in grado di governare la Striscia di Gaza».
La missione iraniana presso le Nazioni Unite ha dichiarato che Teheran non è coinvolta negli attacchi di Hamas a Israele. «Le misure risolute adottate dalla Palestina costituiscono una difesa del tutto legittima contro sette decenni di occupazione oppressiva e crimini efferati commessi dall'illegittimo regime sionista», ha dichiarato la missione iraniana alle Nazioni Unite. L'Iran non ha fatto mistero del suo sostegno ad Hamas, finanziando e armando il gruppo e un'altra organizzazione militante palestinese, la Jihad islamica.
L'assalto di Hamas di sabato ha coinciso con la strategia statunitense di spingere l'Arabia Saudita a normalizzare i legami con Israele in cambio di un accordo di difesa tra Washington e Riyadh, una mossa che frenerebbe il riavvicinamento del regno a Teheran. Ma l'amministrazione Biden ha riaffermato il suo impegno a una potenziale normalizzazione dei rapporti nel corso di una serie di telefonate durante il fine settimane con i sauditi e gli israeliani, con i quali si è augurato che le discussioni possano continuare. Lo riporta il New York Times, secondo il quale Riad al momento avrebbe adottato una posizione di attesa.
Gli Stati Uniti si attendono che Israele lanci un'ampia operazione via terra contro Hamas a Gaza nelle prossime 24-48 ore. Lo riporta il Washington Post citando alcune fonti, secondo le quali Israele avrebbe chiesto agli Stati Uniti missili per l'Iron Dome, bombe di piccolo diametro, munizioni per mitragliatrici e una maggiore cooperazione nella condivisione di informazioni di intelligence.