Paolo Duca: «Essere qui non era scontato, ma è ancora tutto aperto»

Luca Cereda lo aveva detto in tempi non sospetti: «Si deciderà tutto all’ultima giornata». Sembravano parole di circostanza, finanche superstiziose. Invece sono state profetiche. Tutto, per quanto riguarda l’accesso ai play-in, si deciderà questa sera. Cinque squadre per tre posti e nessuno scontro diretto. L’Ambrì Piotta potrebbe qualificarsi come ottavo, con tutti i vantaggi che ne derivano. Ma anche scivolare al dodicesimo posto e andare in vacanza. Sembra incredibile, ma quella vinta giovedì contro il Berna, in un clima di euforia, potrebbe essere stata l’ultima gara casalinga dei biancoblù in questa surreale stagione. Uno scenario a cui nessuno vuole pensare e che appare oggettivamente remoto. Per restare in mutande, i leventinesi dovrebbero perdere a Friburgo e vedersi superare da almeno tre delle loro quattro inseguitrici. Molto meglio concentrarsi sulla cosa più importante: capitan Grassi e compagni hanno il destino nelle mani. Con 3 punti blinderebbero l’ottavo posto, con 2 sarebbero sicuramente nei play-in. Solo in caso di sconfitta, all’overtime o nei 60 minuti regolamentari, bisognerebbe controllare i risultati delle avversarie dirette e armarsi di calcolatrice.
Maturità e sangue freddo
A rassicurare il popolo biancoblù ci sono le ultime prestazioni della squadra. La maturità e il sangue freddo con cui gli uomini di Luca Cereda hanno saputo gestire i due «stress test» contro Bienne e Berna, vincendoli entrambi con autorità, fanno ben sperare in vista della trasferta alla BCF Arena. Quella odierna sarà una partita vera, dura, perché il Friburgo deve difendere il suo prezioso sesto posto dall’attacco del Kloten. Ma ultimamente, in questi contesti, l’Ambrì Piotta ha sempre saputo esaltarsi. Anche il Berna, l’altro ieri, era sceso in Ticino con l’intento di insidiare il secondo posto degli ZSC Lions. Ma alla resa dei conti la squadra di Tapola è andata a sbattere contro un avversario solido e disciplinato, forte mentalmente e lucido nei momenti importanti del match. Insomma, nella fase più calda della stagione, i leventinesi hanno finalmente trovato quella continuità sull’arco dei 60 minuti cercata fin dall’autunno.
Le parole del ds
Nonostante le premesse favorevoli, però, il direttore sportivo Paolo Duca preferisce tenere i piedi per terra. «Lo sport è una cosa dinamica. Quello che vale oggi, può non valere più domani. Siamo reduci da due buone partite casalinghe, è un dato di fatto, ma la lotta continua e tutto è ancora possibile. Essere qui a giocarcela all’ultima giornata, al termine di un campionato così equilibrato, non era affatto scontato. Di sicuro, giovedì abbiamo affrontato il Berna con lo spirito che ci voleva e con la giusta attitudine, entrando in pista per attaccare e per cercare di vincere. Ma la differenza, ancora una volta, l’ha fatta il power-play, che all’inizio del periodo centrale ci ha portati dal 2-1 al 4-1. Da metà partita in poi gli Orsi hanno controllato di più il disco, hanno cercato di metterci sotto pressione, ma ci siamo difesi bene, con ordine. Abbiamo accettato la battaglia e giocato il puck in modo intelligente, costringendoli ogni volta a ricominciare da capo. Ecco, a Friburgo servirà la stessa mentalità, consapevoli che con una vittoria saremo nelle prime dieci».
Un mese in crescendo
Nell’ultimo mese, tra il derby del 28 gennaio e l’altro ieri, l’Ambrì Piotta ha vinto 7 partite su 9. Un finale in crescendo che il direttore sportivo leventinese spiega così: «Siamo riusciti a sistemare alcuni aspetti del nostro gioco rivelatisi fondamentali, a cominciare dalle eccellenti prestazioni di Gilles Senn e Janne Juvonen tra i pali. Quando i portieri fanno più del dovuto e ti tengono in partita, rubando qualche punticino qua e là, la squadra ne trae beneficio anche in termini di fiducia. Inoltre, abbiamo migliorato gli special team. Penso soprattutto al power-play, mentre il penalty killing resta ancora una nota dolente. In generale, abbiamo concesso meno agli avversari. Merito di un gioco ordinato e di una mentalità che ci permette di andare in pista ogni sera con la convinzione di potercela giocare, indipendentemente da chi ci troviamo davanti».
Merito, anche, di una prima linea travolgente. Ad oggi, DiDomenico, Maillet e Kubalik formano uno dei migliori terzetti – se non il migliore – di tutta la National League. Ma a contare, in sede di giudizio, sarà solo una giornata. L’ultima. Qualcuno l’aveva previsto.