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Partite truccate, scommesse illegali, federazioni corrotte: l'atlante dello sport malato

Ecco come funziona il database di Losanna a cui non sfugge niente
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Andrea Bertagni
Andrea Bertagni
10.09.2023 14:00

Ci sono state partite amichevoli di calcio giocate in Ucraina durante il Covid che in realtà non esistevano, anche se sulle piattaforme di scommesse online duravano 90 minuti con azioni, goal, calci d’angolo, espulsioni e ammonizioni. Non esistevano ma sembravano reali solo per manipolare, truffare e riciclare denaro. Questo è solo un caso, non l’unico di come le organizzazioni criminali sono entrate di peso negli eventi sportivi. Stefano Caneppele, vicedirettore dell’Ecole des sciences criminelles dell’Università di Losanna, ha davanti a sè la mappa che sta preparando dal 2017 per il Consiglio d’Europa. Frecce, simboli, schede e numeri compongono un mosaico di illeciti ma anche un database mondiale che permetterà al Consiglio d’Europa, ma anche alle forze di polizia di avere una fotografia il più possibile completa di come la malavita manipola e continua a manipolare egli eventi sportivi per arricchirsi.

Le cifre in gioco

Anche perché le prospettive di guadagno sono allettanti. Se è vero come è vero che, secondo l’Europol, il mercato globale delle scommesse sportive è pari a 1,69 trilioni di euro all’anno, mentre i proventi criminali globali derivanti dalle partite truccate legate alle scommesse sono stimati a 120 milioni di euro annui. Non c’è quindi da stupirsi che gli episodi sospetti o fraudolenti non siano dei casi isolati. «Due anni fa in Svezia - fa un altro esempio Caneppele - c’è stato il caso di una squadra di calcio di una serie minore sponsorizzata da una società di scommesse che reclutava giocatori di origine africana per condizionare i risultati delle partite». A manipolare le partite erano proprio i giocatori di origine africana che essendo isolati e lontani da tutto e tutti - e completamente fuori contesto - erano più ricattabili.

Più recente è invece l’arresto, avvenuto nel gennaio 2022, di un uomo residente in provincia di Como che avrebbe intrecciato con alcune sue società di gioco e scommesse relazioni con la criminalità organizzata. Il sequestro operato dala Direzione Investigativa Antimafia (DIA) riguardante nello specifico le quote di 8 società informatiche con sedi in diversi centri italiani e in Svizzera sarebbe stato di oltre 15 milioni di euro, ossia il volume d’affari che le società avevano accumulato in due anni.

Manipolare le partite senza destare troppi sospetti sulle piattaforme online non sembra insomma così difficile. Anche sulle piattaforme che non sono coinvolte e quindi sono ignare del raggiro. Tutto questo anche se i portali negli anni hanno elaborato strategie per difendersi basate sull’intelligenza artificiale e sugli algoritmi. «Ma la criminalità riesce comunque a trovare il modo di imbrogliare gli algoritmi che sono stati progettati per trovare le anomalie », annota Caneppele.

Il tennis

Calcio, ma non solo. «Anche il tennis e il cricket, nei Paesi dove è più diffuso come India, Pakistan e Sud Africa sono sport in cui sembrerebbe più facile mettere in atto delle combine », sottolinea Caneppele. Truccare le partite a ogni costo. Non importa di quale sport, basta che sia popolare.

Come accaduto nel 2019, quando un armeno residente in Belgio è stato sospettato di essere il presunto capofila di un’organizzazione di gioco d’azzardo che avrebbe truccato centinaia di partite di tennis in Belgio, Paesi Bassi, Germania, Slovacchia, Bulgaria, Stati Uniti, Cile ed Egitto e pagato più di 100 giocatori di tutta Europa. Tennis minore, beninteso. Meno esposto. Dove il tennista più quotato aveva appena la 354. posizione nel ranking mondiale e riceveva come gli altri dall’organizzazione dai 500 ai 3.000 euro per truccare le partite. Una rete enorme ed estesa di combine. Messa in piedi solo per manipolare, truffare e riciclare ingenti quantità di denaro.

Il sollevamento pesi

Non solo tornei e partite, però. Perchè non è solo la malavita ad avere interessi nel mondo dello sport. Un mondo dove si intrecciano interessi economici e geopolitici. Si spiega così ad esempio la vicenda, racconta Caneppele, che ha coinvolto l’ex presidente della Federazione internazionale di sollevamento pesi. Rimasto in carica per diversi decenni prima di essere travolto due anni fa da uno scandalo di portata globale.

Tamás Aján, questo il suo nome, manipolava le sue rielezioni pagando profumatamente i delegati che avrebbero potuto eleggerlo. Le tangenti andavano dai 5.000 ai 30.000 dollari. Ma non solo. Aján aveva accentrato su di sé tutte le attività sensibili della Federazione. Era lui ad avere il controllo esclusivo dei conti bancari. Era lui a riscuotere e a gestire le quote associative in contanti. E sempre a lui arrivavano i proventi delle multe per doping.

Le Olimpiadi

Lo sport fa gola. Soprattutto oggi. Che muove tonnellate di soldi. Anche quando di mezzo ci sono i grandi eventi sportivi. Come le Olimpiadi. «Fino agli anni ‘90 - spiega Caneppele i membri del Comitato olimpico internazionale (CIO) avevano la libertà di vistare le strutture dei Paesi candidati. Ebbene, non era raro che queste visite diventassero occasioni per ricevere regali e regalie di ogni sorta: dai beni di lusso agli interventi ortopedici, dentistici e chirurgici».

Oggi non è più così. O almeno, «c’è più controllo. Negli ultimi anni - continua il criminologo - certi comportamenti sono meno tollerati. Lo si comprende bene dall’emergere delle denunce, che sono aumentate. Anche nello sport siamo di fronte insomma a un cambiamento culturale che avrà ancora bisogno di tempo, ma che lentamente sta avvenendo».

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