Il caso

Pedofilia, il cardinale Pell ricorre contro il verdetto

Gli avvocati dell’alto prelato, giudicato colpevole di aver abusato di due chierichetti, sostengono che siano state commesse “gravi irregolarità” processuali
(Foto Keystone)
Ats
01.03.2019 12:56

ROMA - Il cardinale australiano George Pell, giudicato colpevole di pedofilia e in attesa della sentenza che determinerà la pena, ha presentato ricorso per presunte “gravi irregolarità” processuali.

Un tribunale dello stato di Victoria ha infatti dichiarato l’ex tesoriere vaticano, nonché ex consigliere di Papa Francesco, colpevole di aver abusato sessualmente di due chierichetti tredicenni nel 1996 e 1997, quando era arcivescovo di Melbourne.

Secondo i legali del cardinale Pell, che hanno annunciato di aver depositato il ricorso lo scorso 21 febbraio, una prima irregolarità procedurale non gli avrebbe consentito di dichiararsi non colpevole di fronte alla giuria e quindi di dimostrare la sua innocenza.

Inoltre, argomenta il team di avvocati che difende l’alto prelato, il verdetto unanime di colpevolezza della giuria si basava, in modo “irragionevole”, su una singola testimonianza. Cioè su quella dell’unica delle due presunte vittime dei suoi abusi sessuali, in quanto l’altra è morta di overdose di stupefacenti nel 2014. La giuria avrebbe inoltre ascoltato altri 20 altri testimoni dell’accusa, senza sottoporli al confronto processuale.

Insomma, le procedure adottate durante il dibattimento, secondo i legali di Pell, non avrebbero consentito alla giuria di essere “soddisfatta delle prove oltre ogni ragionevole dubbio”.

La sentenza è attesa per il 13 marzo, dopo di che scatterà la procedura d’appello. Per ora Pell l’attende dal carcere.