Pensioni: via libera del Consiglio costituzionale, scontri e proteste a Parigi

(Aggiornato alle 19.59) Il Consiglio costituzionale francese ha dato il via libera alle norme essenziali della riforma delle pensioni, in particolare l'articolo più contestato, quello che aumenta l'età pensionabile da 62 a 64 anni.
Ha respinto la richiesta di 250 parlamentari dell'opposizione francese di indire un referendum di iniziativa condivisa sul dossier.
Il presidente francese, Emmanuel Macron, promulgherà la riforma delle pensioni entro 48 ore, ha reso noto l'emittente BFMTV.
Il leader della sinistra radicale, Jean-Luc Mélenchon, ha condannato una decisione che mostra un Consiglio costituzionale «più attento ai bisogni della monarchia presidenziale che a quelli del popolo sovrano. La lotta continua, dobbiamo raccogliere le forze», ha affermato.
Le proteste
La decisione è stata accolta con cori, fumogeni e slogan di protesta contro Emmanuel Macron e contro il governo. La protesta si sta organizzando in tutta la Francia. A Parigi un primo corteo è partito dall'Hotel de Ville, dove si erano radunati i manifestanti dopo l'ok del Consiglio costituzionale a gran parte della riforma delle pensioni, diretto a place de la Concorde. Dopo qualche decina di metri sulla rue de Rivoli, prime vetrine spaccate, lanci di sassi e cariche della polizia.
Sulla piazza dell'Hotel de Ville, alcuni giovani mascherati di nero hanno dato alle fiamme un intero parcheggio di decine di biciclette elettriche a noleggio. Via via che le fiamme guadagnavano terreno, si udiva l'esplosione - una dopo l'altra - delle batterie delle biciclette elettriche.
L'appello dei sindacati
I sindacati francesi uniti contro la riforma delle pensioni si appellano al presidente Emmanuel Macron affinché non promulghi la contestata legge che aumenta l'età pensionistica da 62 a 64 anni: è quanto riferito dalla neo-segretaria della Cgt, Sophie Binet.
La sindacalista ha inoltre riferito che le parti sociali non accetteranno riunioni con l'esecutivo prima del primo maggio.
«Dinanzi al massiccio rifiuto di questa riforma, l'intersindacale chiede solennemente (al presidente Macron) di non promulgare la legge, unico modo di calmare la rabbia che si va esprimendo nel Paese», si legge in una nota diffusa dalle parti sociali, che hanno inoltre deciso di «non accettare riunioni con l'esecutivo», di qui al primo maggio, Festa del Lavoro. Per quel giorno, i sindacati chiedono inoltre «una giornata di mobilitazione eccezionale».