L’analisi

Per Facebook una Meta lontana

Mondo virtuale e conseguenze reali: oggi all’apertura delle contrattazioni del Nasdaq il titolo dell’azienda di Zuckerberg è crollato da 323 a 244 dollari - Cosa sta succedendo al gigante tech?
© AP/Tony Avelar (KEYSTONE)
Stefano Olivari
03.02.2022 21:23

La realtà virtuale del metaverso ha portato a Mark Zuckerberg conseguenze dolorose nel mondo reale, visto che oggi all’apertura delle contrattazioni del Nasdaq il titolo Meta Platforms è crollato da 323 a 244 dollari, cioè di oltre il 24%, uno scherzetto da meno 215 miliardi di capitalizzazione. Colpa del primo report diffuso dall’azienda dalla trasformazione da Facebook in Meta, avvenuta all’inizio di dicembre, e del fatto che per la prima volta nella storia di Facebook gli utenti attivi giornalieri sono in leggero calo, ma anche delle nuove politiche della Apple. Cosa sta succedendo al gigante tech?

Apple

Lo scorso aprile l’azienda diretta da Tim Cook ha modificato il suo software per l’iPhone, con le applicazioni a chiedere agli utenti la l’autorizzazione per tracciarli. Una mossa venduta da Apple come ‘buona’ e nel segno del rispetto della privacy, ma in realtà un atto di guerra verso chi come Facebook raccoglie dati per rendere più efficaci gli annunci pubblicitari. Secondo Meta questa mossa di Apple le costerà, nel solo 2022, 10 miliardi di dollari in pubblicità persa, circa l’8% del totale e in assoluto il budget annuale che Zuckerberg aveva ipotizzato per lo sviluppo del metaverso. Certo la nuova politica di Apple non ha colpito solo Meta.

Pubblicità

Il problema non è quindi il metaverso, cioè l’orizzonte filosofico indicato da Zuckerberg, ma più banalmente gli incassi dalla pubblicità, che a tutt’oggi rappresentano il 97% delle entrate di Meta e di tutte le realtà collegate: Facebook, Instagram, WhatsApp, eccetera. L’azienda ha annunciato che nel primo trimestre 2022 le entrate pubblicitarie saranno di 2 miliardi di dollari sotto le previsioni: non è comunque colpa soltanto di un calo degli utenti ma anche di un calo dei prezzi dovuto alla concorrenza, con TikTok in grandissima ascesa. Certo l’utente di Facebook non è lo stesso di TikTok, ma sempre gli stessi sono invece i potenziali investitori.

Video

L’ambizione di Zuckerberg non è vendere qualche visore Oculus in più, anche se il mercato è molto promettente, ma ridare alla sua azienda quell’aura di innovatività e creatività che i pur lucrosi social network le stavano facendo perdere, al di là delle vicende giudiziarie e fiscali. Per questo Zuckerberg mercoledì ha indicato in Reels, cioè i brevi video di Instagram, il suo prodotto di punta per il 2022. E questo, lo ha sottolineato lui stesso, anche a danno della redditività, perché la pubblicità su Reels viene venduta a prezzi inferiori rispetto a quella delle ormai tradizionali Stories di Facebook. Spiegato quindi l’andamento di Borsa nel breve periodo, Apple a parte: se il capo dice che punterà su un prodotto meno redditizio non è che gli azionisti esultino, appagati dai guadagni virtualissimi del metaverso fra un decennio.

Giovani

Meta si chiama Meta perché non vuole farsi percepire come qualcosa di vecchio: tutti sognano di conquistare il mercato degli young adults, ma non sanno bene come fare e nemmeno poi chi siano, questi giovani adulti. Zuckerberg parte avvantaggiato, perché ha vari strumenti per farli rimanere nel suo ambiente. Poi un domani quando saranno diventati vecchi adulti, si spera con un lavoro meno precario, un modo di vendergli qualcosa lo troverà di sicuro. Poco prima del disastro al Nasdaq c’era stato un interessante annuncio del fondatore: il lancio degli avatar in 3D, sia su Facebook sia su Instagram. Insomma, avatar più simili a noi, sempre che davvero si vogliano replicare i nostri difetti anche nel mondo virtuale. Avatar che a maggior ragione verranno usati nel metaverso e dei quali un’idea possono avere soltanto alcuni possessori, cioè quelli sul territorio statunitense, dei visori Oculus Quest 2. Comunque il metaverso è ancora qualcosa di indefinito, al punto che Meta sta facendo shopping di aziende più piccole impegnate a sviluppare progetti simili: pare interessata a The Sandbox, che significherebbe quindi NFT ma anche un ritorno di fiamma per le criptovalute, ma la liquidità per inglobare altre buone idee non le manca.

Second Life

Il metaverso di Zuckerberg ha finora avuto vari effetti, fra questi il dare una seconda vita a... Second Life. Sì, proprio la piattaforma nata nel 2003 e diventata subito di grandissima tendenza prima di sparire dai radar. In Second Life è tornato come collaboratore il suo fondatore, Philip Rosedale, con il suo progetto VR High Fidelity incentrato sulla telepresenza, ma anche con altri che potrebbero avere un grande impatto, come la moderazione delle comunità in ambienti decentralizzati. Linden Research, la casa madre di Second Life, asserisce di puntare sugli aspetti sociali di quello che nella sua visione rimane un gioco, ma soprattutto di puntare sugli utenti giovani evitando il tracciamento della navigazione e proponendo avatar più accurati, magari animati con il proprio viso attraverso una webcam. Certo è che Meta può anche permettersi di arrivare dopo e sfruttare gli errori degli altri, forte degli oltre 3 miliardi di esseri umani attivi ogni giorno sulle sue piattaforme.