Per l’oro è arrivata una pausa dopo la gran corsa del prezzo
Dopo molti rialzi, l’oro adesso vive una pausa. Ma il prezzo del lingotto rimane nel complesso ad un livello elevato e in prospettiva difficilmente registrerà cadute verticali. È questo, in sintesi, lo scenario per quel che riguarda il metallo giallo, così come esce dalle analisi di una parte consistente degli esperti. L’oro ha un utilizzo industriale importante ma è anche un investimento finanziario di rilievo, indicato spesso come bene rifugio per eccellenza. L’interesse nei confronti dell’andamento del suo prezzo è quindi ampio. Vale la pena di vedere cosa sta accadendo ora e cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi.
Quest’ultimo venerdì la quotazione (future di dicembre) dell’oncia d’oro era attorno ai 2.570 dollari, un livello inferiore al massimo dei mesi scorsi che è stato di circa 2.800 dollari, ma comunque in progresso di quasi il 30% rispetto ad un anno prima. Siamo ben sopra il minimo degli ultimi dodici mesi, che è stato di circa 1.970 dollari. Il trend al rialzo si è interrotto a fine ottobre e il ribasso si è poi accentuato ai primi di novembre, con la vittoria di Trump nelle elezioni USA. Le posizioni di Trump a favore del bitcoin e di un dollaro più forte hanno contribuito ai movimenti di parziale uscita dall’oro. Ciò va registrato, tuttavia il quadro va completato con un’analisi più larga.
I maggiori elementi
È utile guardare a tutti i maggiori elementi che hanno spinto a lungo all’insù il prezzo dell’oro, per poi vedere quanto e come questi potrebbero rimanere nella prossima fase, al di là dei movimenti di questi giorni. I conflitti bellici e più in generale le tensioni geopolitiche hanno portato una parte non secondaria degli investitori verso l’oro, considerato ancor più come rifugio. Pure le incertezze economiche hanno contribuito, anche se queste sono diminuite, quando si è visto che il rallentamento economico non si sarebbe trasformato in recessione internazionale. Altra carta a favore dell’oro: il dollaro USA, tradizionale concorrente del lingotto tra gli investitori, a lungo non ha avuto una particolare forza.
In aggiunta, l’inflazione nel biennio 2022-23 è salita in modo marcato e il rialzo del rincaro è proprio uno degli elementi che spinge gli investitori verso l’oro. Anche il forte aumento di deficit e debito pubblici statunitensi ha incrementato tra gli investitori incertezze che hanno contributo al movimento verso il metallo giallo. Inoltre ci sono state banche centrali, soprattutto di Paesi emergenti, che hanno aumentato le loro riserve in oro, sia come risposta alle incertezze sia come segnale di parziale distacco dal dollaro USA. Va anche detto che la domanda industriale di oro è rimasta nel complesso a buoni livelli ed ha contribuito a supportare il prezzo.
L’evoluzione
Qual è la possibile evoluzione di tutti questi elementi? Su conflitti bellici e tensioni geopolitiche bisognerà vedere se Trump davvero farà calare la temperatura e, se sì, a che prezzo. Le incertezze sulla crescita economica da un lato sono minori ma dall’altro sono ora influenzate dai timori legati ai dazi che il presidente eletto ha preannunciato. Lo stesso Trump non sembra avere come grande priorità la riduzione di deficit e debito pubblici. Il dollaro potrebbe rafforzarsi ulteriormente su molte monete (difficilmente sul franco, che resta forte), ma ciò dipenderà anche dai tassi di interesse, dall’andamento di economia e commerci USA, dai conti pubblici. L’inflazione è calata e ciò ora riduce le incertezze e permette tagli ai tassi, ma con Trump e i suoi dazi il rincaro USA potrebbe risalire. Quello che faranno le banche centrali è difficile da prevedere, ma si può ipotizzare che la presenza di oro nei loro forzieri rimarrà rilevante. La domanda industriale di oro oscillerà, ma non sembra destinata a grandi cadute. Se in questo quadro non entreranno altri elementi ora imprevedibili, si può ricavarne la previsione ragionevole di un oro che in tendenza manterrà quotazioni elevate.
Criptovaluta
Per quel che riguarda il bitcoin, visto da una parte degli investitori come bene rifugio in alternativa all’oro, rimangono incognite. Le quotazioni della criptovaluta sono salite, ma bisogna ricordare due punti rilevanti: la sua volatilità è accentuata, è già successo che dopo forti rialzi ci fossero forti ribassi; in questi giorni il valore del mercato del bitcoin è di circa 1.800 miliardi di dollari mentre quello del mercato dell’oro è di oltre 17 mila miliardi, non c’è quindi confronto sulle dimensioni dei due rami. I sostenitori del bitcoin parlano di svolta epocale ma, al di là del diritto di ognuno di investire come gli pare, rimane da vedere come il segmento sarà o non sarà regolato e quanto spazio gli accorderanno i mercati nel lungo periodo.