I verbali del caso argo1

«Per me era inconcepibile che non venisse sottoscritto un contratto»

Dalla sorpresa di Davide Grillo per l’assenza di formalità amministrative, al rapporto tra l’ex capo dell’USSI e Marco Sansonetti: «Scheurer non mi ha fatto alcuna promessa»
I passaggi salienti degli interrogatori.

Ecco cosa c’è nelle quattordici pagine del decreto d’abbandono firmato dal procuratore generale Andrea Pagani: la parte più consistente riguarda gli accertamenti riferiti al reato di infedeltà nella gestione pubblica ipotizzato a carico degli ex funzionari del DSS Claudio Blotti e Renato Scheurer. Se in una pagina e mezza il pg esclude infatti la concessione e l’accettazione di vantaggi (in denaro o di altra natura) e quindi la corruzione passiva o attiva delle persone finite sotto inchiesta, per analizzare gli estremi di una possibile violazione dell’articolo 314 del Codice penale serve quasi la totalità restante del decreto. Una parte dell’incarto, questa, nella quale spiccano la ricostruzione cronologica dei fatti e in particolare i verbali degli interrogatori a Scheurer e agli ex dirigenti di Argo1 Marco Sansonetti e Davide Grillo. Ed è anche alla luce delle affermazioni dei diretti interessati che Pagani ha parlato di «superficialità e approssimazione» dell’agente pubblico.

I primi contatti

«Dal profilo oggettivo – scrive il pg – è indiscutibile che la modalità di scelta di Argo1, le procedure di concessione del mandato, le successive conferme e il sistema di controllo siano state viziate da carenze amministrative manifeste, che lo scrivente non ha il compito di puntualmente eviscerare, essendosi peraltro già espressi al proposito il CCF e l’avvocato Marco Bertoli, ritenuto inoltre che a breve, sugli aspetti di diritto amministrativo, si manifesterà pure la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione del settore dell’asilo (CPI)». Detto ciò, Pagani ritiene significativo riportare alcune dichiarazioni. A partire dal «raccolto del 7 settembre 2018 di Marco Sansonetti, che depone a favore della presenza di una sostanziale improvvisazione dell’ente pubblico, in primis di Renato Scheurer e di riflesso del suo superiore Claudio Blotti, al momento dell’incarico conferito oralmente all’allora sconosciuta ditta Argo 1 SA per la neostruttura di Lumino (già) a fine luglio 2014 (e non solo tramite il noto mandato scritto del DSS del 16 settembre 2014)». Parla Sansonetti: «Arriviamo al 23 dicembre 2013, ossia al mio ultimo giorno di effettivo impiego presso Rainbow. Quel giorno io ho raggiunto gli uffici dell’USSI con l’intento di salutare l’unica persona di quell’ufficio che a quel momento conoscevo, ossia Scheurer Renato. (...) do atto che io sono andato a trovare quest’ultimo qualche giorno prima di Natale, sì per auguragli buone vacanze ma per comunicargli che cessavo la mia attività presso Rainbow e che, attraverso altra società, mi stavo per lanciare nelle medesima attività di sicurezza privata. Do quindi atto che ho raggiunto Scheurer principalmente per promuovere l’attività dell’allora Otenys SA. Mi ricordo di avergli detto che se non fosse più stato contento di Rainbow, io avrei potuto subentrare con la nuova società (...). Sempre il 23 dicembre 2013, io ho consegnato a Scheurer una presentazione della società e dei suoi servizi. Si trattava di due o tre fogli. Forse è esagerato chiamarla brochure. In ogni caso (...) non venivano indicati dei prezzi o dei costi base delle prestazioni offerte. (...) durante l’incontro del 23 dicembre 2013 io ho indicativamente detto a Scheurer che un agente (...) avrebbe potuto essere proposto per una cifra di 35/40 franchi all’ora. Scheurer non ha commentato questa mia proposta indicativa/grossolana. Ne ha preso atto senza dire niente. (...) quando ho lasciato Scheurer il 23 dicembre 2013 io non ho avuto alcuna aspettativa. Scheurer non mi ha fatto alcuna promessa».

Le trattative

Sansonetti, sollecitato dal pg, ripercorre poi i giorni dell’assegnazione del mandato. A partire dal 24 luglio 2014, quando Scheurer lo chiama: «Mi ha chiesto se la società che gli avevo presentato mesi prima, era ancora attiva e se potevo sottoporgli un'offerta. Scheurer mi ha informato che di lì a qualche giorno per una questione di emergenza, avrebbero dovuto aprire un nuovo centro asilanti a Lumino ed erano quindi alla ricerca di offerte. Non mi è stato detto che c'era la necessità di trasferire degli asilanti da un centro verso detto nuovo centro. Né Scheurer mi ha riferito che il centro che doveva essere abbandonato era a quel momento gestito da Rainbow. (...) Scheurer durante la telefonata del 24.07.2014 mi ha dato qualche parametro: mi ha detto che necessitava di due agenti 24h su 24h e che il servizio si sarebbe protratto per solo 1 mese». A questo punto il pg chiede a Sansonetti se la telefonata ricevuta dall’ex capo dell’USSI fosse stato «un fulmine a ciel sereno». La risposta: «Assolutamente sì. E' stata una telefonata inaspettata». Segue la ricostruzione dei giorni successivi dell’offerta allestita in fretta e furia insieme a Davide Grillo. «lo quindi probabilmente ancora il 24.07.2014 ho richiamato Scheurer dicendogli che proponevamo appunto 35 franchi all'ora di giorno e 38 franchi all'ora di notte. Durante questa telefonata Scheurer mi ha lasciato dicendomi che mi avrebbe fatto sapere. Non ricordo se io abbia anche spedito un e-mail o portato direttamente a Scheurer un'offerta cartacea il 24.07.2014. Può darsi».

Il via libera da Bellinzona

Il via libera da Bellinzona non tarda ad arrivare. «Il 25.07.2014, – dichiara Sansonetti – non ricordo che momento della giornata, ho ricevuto una chiamata da Scheurer che mi confermava che i prezzi proposti andavano bene e che il 27.07.2014 avremmo iniziato a Lumino». Le ore successive sono caratterizzate dalla ricerca di personale, che su prestito, da altre agenzie di sicurezza. «In ogni caso – rileva Sansonetti – io ho comunicato a Scheurer che, ottenute le autorizzazioni, gli agenti assunti in prestito sarebbero stati impiegati direttamente da Otenys SA. Scheurer ha preso atto e ha solo chiesto di accelerare le procedure di autorizzazione». La trattativa tra le parti si chiude qui e in merito il procuratore generale ribadisce «le impressioni superficiali e soggettive del funzionario Scheurer». Il tutto portando alla luce un aneddoto. «Superficialità, che si specchia addirittura nelle dichiarazioni dell'allora amministratore unico della società incaricata, ossia di Davide Grillo, il quale, sentito a verbale il 07.09.2018, ha osservato che al momento dell'ottenimento del mandato a fine luglio 2014 “sono (. . .) rimasto sorpreso in particolare per quanto riguardava l'assenza di formalità contrattuali. Ricordo che per me era inconcepibile che non venisse sottoscritto un contratto”».

Rainbow e il «risparmio per il Cantone»

Il decreto si concentra poi sull’esclusione di Rainbow, non ravvisando in tal senso qualsiasi tipo di intenzionalità di Blotti e Scheurer per avvantaggiare Argo1. «Dagli atti – scrive Pagani – emerge nondimeno che essi non avevano alcun interesse personale in gioco o un’avversione nei confronti di potenziali concorrenti. Gli atti depongono a favore del fatto che essi hanno sì considerato talune lamentele mosse alla precedente mandataria (Rainbow SA), ma senza alcuna acrimonia, discutendo del resto con la stessa in relazione ad un impiego nel futuro ad un costo più vantaggioso, nel convincimento tuttavia di avvantaggiare, col mandato ad Argo1 SA, gli interessi pubblici alla luce della tariffa particolarmente bassa proposta dalla neoconcorrente in un momento in cui, in seno al Cantone, l'imperativo era quello del risparmio. Dal profilo del movente non sono pertanto dati indizi di dolo eventuale». Ed è in questo quadro, come anche ribadito a più riprese in conferenza stampa, che il pg sottolinea come il giudizio debba basarsi sul contesto di allora e non secondo una chiave di lettura a posteriori dello scoppio del caso. «Anche il rischio di danneggiare gli interessi economici o ideali dello Stato non era (nel luglio 2014 e in base ad una valutazione a priori) affatto evidente, tanto più che gli imputati hanno inizialmente preso la precauzione di affidare un mandato a termine e che le criticità iniziali (carenza di autorizzazione LAPIS) sottolineate giustamente nel rapporto d'inchiesta amministrativa sono state sistemate in breve tempo, mentre le difficoltà finanziarie di Argo1 SA si sono manifestate solo dopo l'apertura del procedimento penale, all'inizio del 2017. Aggiungasi che passare dalla tariffa di 48 franchi all’ora di Rainbow a quella di 35 franchi all’ora proposta da Argo 1 SA, oggettivamente, non ha di per sé creato un danno di natura patrimoniale a carico del Cantone, bensì un risparmio».

L’offerta al ribasso rimasta lettera morta

Anche per le trattative tra Scheurer e i vertici della Rainbow, praticamente contemporanee all’offerta di Argo1, sono riportati i passaggi salienti. In merito il pg premette: «Quanto, ora, alla mancata accettazione (d'acchito incomprensibile) dell'offerta spontanea datata 23.07.2014 di Rainbow SA, con la quale veniva proposto al Cantone di ridurre il costo (per agente) da 48 franchi all’ora (fissato con la conferma d'ordine del 26.07.2012) a 43,50 franchi all’ora, si rileva anzitutto che la stessa è stata presentata da Alberto Pongelli, AU della società, a Scheurer personalmente durante un incontro avvenuto fra i due il 24.07.2014, quando Rainbow SA stava per concludere l'impiego a Lodano (protrattosi dall'8 al 28.07.2014) ed era ancora impegnata presso il centro di Rivera». Seguono alcuni stralci dei verbali di Pongelli che «ha riferito che l’offerta di fine luglio 2014 a 43,50 franchi all’ora manteneva sì la sua validità sebbene la sua società di sicurezza non avesse ottenuto il mandato di gestire i richiedenti l’asilo a Lumino». Ma solo «a condizione che si fosse potuto firmare un nuovo contratto che contemplasse servizi in futuro presso altri centri, così come la conferma di Rivera». Pagani quindi riassume: «Il 24.07.2014 Scheurer riceve la nuova proposta di Rainbow SA e, lo stesso giorno (sic!), interpella Sansonetti (che non vedeva/sentiva da mesi) per chiedergli se il progetto presentatogli il 23.12.2013 era ancora attuale. Il 25.07.2014 Argo1 SA viene oralmente incaricata di iniziare l'attività dal 27.07.2014, avendo offerto a tempo record una tariffa oraria per agente particolarmente conveniente (35 franchi all’ora contro la proposta a 43,50 franchi all’ora di Rainbow SA). Rainbow SA, che stava sì ancora lavorando a Rivera (e per gli ultimi giorni a Lodano), ma che aveva appena sottoposto la nota offerta al ribasso contemplante anche la gestione proprio del centro di Lumino appena affidata ad Argo1 SA. Fatto, questo, che ha (correttamente) portato il funzionario Scheurer a chiedere il 04.08.2014 (e quindi tempestivamente) una nuova “miglior offerta” poiché una condizione apparentemente essenziale dell'offerta del 23.07.2014 non appariva più adempiuta; ciò che ha indotto Alberto Pongelli a reagire (per iscritto) l'08.08.2014 con il (più sopra riportato) e-mail, che ha lasciato i rappresentanti dell'ente pubblico nell'incertezza sulle reali intenzioni di Rainbow SA (“Mi viene fatto notare che comunque fino alla fine dei rapporti con Rainbow il Cantone ha pagato 48 franchi, nonostante fosse presente un'offerta a 43.50 franchi. Rispondo che, non avendo accolto l'offerta per i servizi di Lumino, è rimasta in essere la tariffa di 48 per il servizio di Rivera”». Da qui una nuova ragione per giustificare sia Blotti sia Scheurer: «Ancora una volta, dunque, pur avendo oggettivamente mancato d'approfondire la possibilità di accettare l'offerta spontanea al ribasso (ciò che ha comportato un danno teorico complessivo per il Cantone da agosto 2014 a luglio 2015 pari a 18.188,15 franchi), ai due (ex) funzionari imputati non può essere rimproverato di aver consapevolmente arrecato pregiudizio economico o anche solo ideale allo Stato alla luce di azioni o omissioni commesse nella seconda metà del 2014».

L’incarico urgente a Securitas

L’ultima criticità sottolineata nel decreto concerne il mandato assegnato a Securitas (e non a Raimbow) per il centro di Camorino a fine febbraio 2017, quando cioè va in scena l’operazione del Ministero pubblico della Confederazione e della polizia cantonale nei confronti della ditta Argo1, poi chiusa immediatamente. È il 27 del mese, e in manette finiscono sia Sansonetti sia un 33.enne di origini turche, dipendente della società poi condannato per l’attività di reclutatore vicino ad al-Nusra. In questo contesto il Governo è chiamato a trovare una soluzione alternativa nel giro di 24 ore. «Se è vero che Rainbow SA il 14.10.2015 (quando non aveva più alcun incarico dal Cantone nel settore dell'asilo) aveva sottoposto a Blotti una nuova offerta “per la gestione di strutture per richiedenti l'asilo sul territorio del Canton Ticino” ad un costo unitario per agente ancor più basso (rispetto a quello del 23.07.2014), ossia a 41,70 franchi all’ora, è altrettanto vero che la proposta non è mai stata approfondita o, per quanto risulti dall'inchiesta, sottoposta al Consiglio di Stato».

Sempre a discolpa dell’allora capodivisione il pg rileva: «Fatto sta che, al momento dell'arresto di Sansonetti, Claudio Blotti aveva già cessato la sua attività in seno alla Divisione dell'azione sociale e delle famiglie. Una sua responsabilità per l'incarico a Securitas di fine febbraio 2017 è di conseguenza da escludersi a priori». Al suo posto era nel frattempo subentrato Renato Bernasconi: «Il quale, sentito dalla CPI il 14.09.2018, ha dichiarato che, al momento della cessazione dell'attività di Argo1 SA, non sapeva dell'esistenza delle due offerte di Rainbow SA (quella a 43,50 franchi all’ora del 23.07.2014 e quella a 41,70 franchi all’ora del 14.10.2015): “Io, in carica da pochi mesi; non avevo nessuna informazione in merito a queste pendenti offerte. Di potenziali altre agenzie di sicurezza Scheurer me ne aveva parlato nei mesi precedenti in maniera vaga, dicendomi che potenziali offerenti si palesavano di tanto in tanto. In quell'occasione però non mi disse niente”».

Nessuna colpa a Paolo Beltraminelli

L’attenzione si sposta poi sull’ex capo dell’USSI: «Certo è invece che, se Scheurer avesse avuto conoscenza a fine febbraio 2017 delle due prefate offerte e le avesse sottaciute al suo superiore, a suo carico potrebbe essere immaginata in via teorica una responsabilità commessa per omissione alla luce della sua veste (d'allora) di capoufficio avente posizione di garante verso il Cantone». Uno scenario che Pagani però scarta: «A ben guardare, tuttavia, una simile ipotesi cade subito nel vuoto, poiché, secondo quanto riferito da Bernasconi alla CPI il 14.09.2018, “nei mesi precedenti io avevo dato istruzione a Scheurer di predisporre la documentazione per allestire una bando generale destinato a mettere a concorso le prestazioni per la sicurezza dei centri. Di conseguenza da parte di Scheurer, che non s'interfacciava direttamente col Consiglio di Stato, poteva pacificamente essere ritenuta non più percorribile a fine febbraio 2017 la via di un incarico a Rainbow SA ad opera del DSS in virtù dell'indicazione ricevuta da un suo diretto superiore gerarchico che aveva nel suo programma la fissazione di un pubblico concorso per incarichi nel settore della gestione di centri per richiedenti l'asilo. Senza dimenticare, in ogni caso, che a febbraio 2017 erano già passati circa 15 mesi dall'offerta del 14.10.2015 e, da allora, non vi erano più stati significativi contatti della DASF con i responsabili di Rainbow SA». A proposito delle citate fattispecie il procuratore generale si sofferma infine sul ruolo del direttore del DSS: «Né, nella specie in esame, può essere intravista una responsabilità (penale) a carico dell'on. Paolo Beltraminelli (nei cui confronti non è stato peraltro aperto alcun procedimento penale), il quale, sentito dalla CPI il 20.09.2018, ha dichiarato di non aver pensato “al momento dell'attribuzione a Securitas” alle due offerte del 2014 e del 2015 di Rainbow SA, di cui "nemmeno ricordo se ne ero al corrente”. Aggiungasi che il mandato a Securitas è stato affidato (dal Consiglio di Stato) a fine febbraio 2017 per la gestione del centro di Camorino (rimasto improvvisamente sguarnito) in primis in manifesta situazione d'emergenza; in secondo luogo, dopo aver individuato l'unica società di sicurezza che nello specifico ambito d'attività aveva vinto un concorso pubblico, quello per la sicurezza del centro di Rancate».

Assolti

Sono dunque queste le ragioni che hanno spinto Pagani a firmare il decreto d’abbandono, escludendo qualsiasi reato di natura corruttiva e l’infedeltà nella gestione pubblica. «Per dirla all’italiana – ha sottolineato il pg – «il fatto non sussiste».