Per Trump un confronto senza rivali
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Per capire la forza della base elettorale di Donald Trump in Iowa, a una manciata di giorni dai caucus di lunedì, basta camminare dall’area riservata alla stampa dell’Iowa Events Center al palco da cui l’ex presidente sta per parlare nella notte della Town Hall di FOX News. È un mercoledì e a Des Moines non sono accorse tante persone rispetto alle folle oceaniche che i suoi comizi faticano solitamente a contenere: solo in 150 hanno sfidato gelo e neve per sentirlo parlare. Ma del motivo ne è sicura Anita, una donna sulla settantina tra il pubblico che voterà Trump per la terza volta nella sua vita. «È un evento televisivo, quindi molti dei nostri se lo stanno guardando da casa», dice al CdT. E soprattutto, nell’immergersi tra quei 150 che si sono presentati, quattro elementi fanno dimenticare in fretta il reale numero di partecipanti: il calore dei loro applausi alla fine di ogni risposta di Trump, le risate alle sue battute, gli occhi ammirati al suo ingresso e i ‘booo’ al Presidente Joe Biden e agli altri candidati repubblicani.
E i processi?
La Town Hall è un format statunitense nel quale il candidato di turno viene intervistato da un gruppo di potenziali elettrici ed elettori, moderati da uno o più conduttori o conduttrici. L’obiettivo, in genere, è di bersagliare la persona che vuole vincere le elezioni con una varietà di domande molto diversa, giunte da cittadini dall’orientamento politico differente, con l’obiettivo di metterla in difficoltà. Ma a Des Moines, dove il ruolo dei moderatori lo hanno svolto Martha MacCallum e Bret Baier di FOX News, di domande piccanti ce ne sono state ben poche e di elettori indecisi non se ne sono praticamente visti. Solo una donna, un’insegnante di nome Jane, ha detto che voterà DeSantis e chiesto all’ex presidente se aver licenziato così tante persone dal suo team quando era a Washington possa danneggiarlo in futuro. E dell’elefante nella stanza – la sua incriminazione in quattro casi legali diversi, i 91 capi d’accusa, il processo per frode fiscale a New York (oggi era in aula, ma la sentenza arriverà solo a fine mese) e il tentativo di Colorado e Maine di escluderlo dalle elezioni – non ce n’è stata quasi traccia. Solamente in un passaggio all’inizio, il conduttore FOX Baier ha menzionato i suoi «problemi legali» a cui Trump ha prontamente risposto il mantra che lo sta aiutando a rimanere così in alto nei sondaggi: «Non stanno venendo a prendere me, stanno venendo a prendere voi», ha detto serio alle telecamere e ai suoi elettori, seguito da applausi scroscianti. In un altro passaggio, rispondendo a un’altra domanda, Trump ha accusato Biden di voler interferire nelle elezioni cercando di escludere il suo nome dalle schede elettorali, senza che nessuno lo interrompesse, di nuovo seguito dagli applausi del pubblico.
Niente vendette (o quasi)
Le domande, invece, sono arrivate su altro. L’ex presidente ha apparecchiato il tavolo e preparato le portate che vorrebbe divorarsi dal giorno uno di un suo eventuale secondo mandato. Innanzitutto, dopo aver detto qualche mese fa «I am your retribution», tradotto, «Sono la vostra punizione», Trump ha provato a smorzare i toni promettendo che non ci sarà alcuna vendetta verso i suoi avversari politici: «Non avrò tempo», ha detto. «Ci sarà solo successo». Poi ha promesso che non ci sarà violenza in caso il suo nome venga escluso dalla corsa elettorale, nonostante qualche giorno fa parlò di «bedlam», che si traduce con «bolgia». Infine ha snocciolato il resto. Ha promesso «la più vasta operazione di deportazione di immigrati illegali nel nostro Paese» e che sigillerà il confine «in un modo che lo renderà impenetrabile». Ha applaudito l’ex governatore del New Jersey Chris Christie, di cui è emerso un audio molto critico nei confronti di Nikki Haley poche ore dopo l’annuncio dell’abbandono alla corsa alla Casa Bianca. «È l’unica cosa su cui ha ragione - ha detto attirando le risate del pubblico - perché Haley non ha la stoffa». Ha poi attaccato il governatore della Florida Ron DeSantis («Se vedi i sondaggi è già fuori dalla corsa»). E soprattutto, ha menzionato una serie di scelte politiche che lo continuano a posizionare meno a destra di alcuni dei suoi rivali repubblicani. Ha ribadito che non cancellerà i fondi per previdenza sociale e copertura sanitaria per gli anziani e le fasce più deboli, un tema molto popolare su cui Joe Biden punta per la sua rielezione e che né Haley né DeSantis hanno promesso. E ha poi difeso la sua scelta di firmare il CARES Act nei primi mesi della pandemia, il mega-pacchetto da 2,2 mila miliardi di dollari approvato in modo bipartisan dal Congresso nell’aprile 2020. Haley e DeSantis, tradizionalmente contrari all’aumento del debito e della spesa pubblica, hanno criticato Trump per aver sostenuto quella finanziaria d’emergenza. Lui, di fronte alla sua audience, l’ha difeso: «Se non lo avessi fatto ci sarebbe stata una crisi senza precedenti, avevamo bisogno di salvare le aziende e i piccoli imprenditori», ha detto. E i suoi lo hanno applaudito. Ancora una volta.