Perché il 1. maggio è la Festa dei lavoratori
La Festa dei lavoratori viene celebrata il 1. maggio di ogni anno in molti Paesi del mondo, per ricordare tutte le lotte per i diritti dei lavoratori, originariamente nate per la riduzione della giornata lavorativa. Oggi viene collegato a manifestazioni soprattutto sindacali e momenti di musica e festa.
Il 1. maggio fu dichiarato ufficialmente come Festa internazionale dei Lavoratori al Congresso Internazionale di Parigi, il 20 luglio del 1889, che diede il via alla Seconda Internazionale socialista. A ratificarla furono i rappresentanti dei partiti socialisti e laburisti europei. Ma fu un episodio a indurre i membri del congresso a scegliere questa come data simbolo della celebrazione dei diritti e delle rivendicazioni di tutti i lavoratori.
La «rivolta di Haymarket»
Il 1. maggio del 1886, a Chicago, fu organizzato uno sciopero generale per rivendicare migliori e più umane condizioni di lavoro per gli operai. L'obiettivo principale era di portare l'orario di lavoro a 8 ore al giorno (una giornata lavorativa durava dalle 12 alle 16 ore, senza dimenticare che la sicurezza sul posto di lavoro non era una priorità). La protesta indetta a Chicago durò quattro giorni e culminò in tragedia: la «rivolta di Haymarket», nota anche come «massacro di Haymarket».
Circa 200 mila lavoratori si dichiararono in sciopero. Le mobilitazioni proseguirono anche nei giorni 2 e 3. L'azienda di macchine agricole McCormick riuscì a non arrestare la produzione grazie ai dipendenti che non aderirono allo sciopero. Le manifestazioni erano state violentemente disperse dalla polizia. Ma quando la sirena della fabbrica suonò e gli operai della McCormick che non avevano aderito allo sciopero abbandonarono il posto di lavoro, il 3 maggio, iniziò una battaglia. Per le 19.30 del 4 maggio venne indetta una manifestazione in Haymarket Square. Tre ore dopo l'inizio, non appena Samuel Fielden, un pastore metodista socialista, anarchico e laburista, ebbe concluso il suo discorso, la polizia si avvicinò alla folla con l'obiettivo di disperderla. A quel punto un piccolo ordigno fischiò sopra le teste dei passanti, atterrando vicino alla prima linea della polizia e uccidendo un poliziotto. In risposta, la polizia aprì il fuoco sulla folla. Scoppiò il caos e gli agenti caricarono contro i manifestanti, aprendo il fuoco indiscriminatamente. Il bilancio fu di 38 lavoratori uccisi e 115 feriti. Tra i poliziotti, sei rimasero uccisi e sessanta feriti, altri due sarebbero morti mesi dopo a causa delle ferite riportate.
I giornali definirono gli scioperanti «truffatori e malfattori» e «follia» la loro richiesta di una giornata lavorativa di 8 ore. I leader della manifestazione vennero arrestati e otto di loro furono sottoposti a processo. Processo che iniziò con 31 imputati, successivamente ridotti a otto, che passarono alla storia come i «martiri di Haymarket». Oscar Neebe fu condannato a 15 anni di lavori forzati; Samuel Fielden e Michael Schwab all'ergastolo e George Engel e Adolf Fischer a morte. Albert Parsons, che pure non era presente sul luogo dei fatti, si arrese volontariamente per stare con i suoi compagni e fu condannato all'impiccagione; anche August Spies e Louis Lingg furono condannati alla pena capitale. Quest'ultimo si suicidò in cella il 10 novembre 1887, il giorno prima dell'esecuzione. L'11 novembre 1887, un corteo funebre di 25 mila persone riempì le strade di Chicago per rendere loro omaggio.
Il 1. maggio in Svizzera
La giornata internazionale di lotta e di festa del movimento operaio socialista in Svizzera ebbe luogo per la prima volta nel 1890. «Poiché spesso le celebrazioni si svolgevano durante l'orario di lavoro, inizialmente i lavoratori che vi prendevano parte rischiavano sanzioni; dalla metà degli anni 1890 tuttavia ottennero sempre più sovente una giornata libera non pagata per poter partecipare a manifestazioni e festeggiamenti – si legge nel Dizionario storico della Svizzera –. Nelle località più grandi la classica festa del primo maggio si divideva in tre fasi: un corteo ordinato di lavoratori e lavoratrici che, in abiti festivi e accompagnati dalla musica, marciavano portando striscioni, bandiere e cartelli con le loro rivendicazioni; una manifestazione in cui si tenevano discorsi politici e a volte si approvavano anche risoluzioni; e infine una festa in un locale, in una piazza o nel bosco».
Il 1. maggio del 1919, che seguì di pochi mesi lo sciopero generale, entrò nella storia poiché fu la data stabilita dai sindacati per l'introduzione della settimana lavorativa di 48 ore. In seguito la partecipazione scemò, tranne a Basilea, dove divenne giorno festivo nel 1923. Dopo i livelli minimi della seconda guerra mondiale, i festeggiamenti del 1. maggio conobbero una ripresa. Durante la guerra fredda si trasformarono sempre più in rituali apolitici. Dalla metà degli anni Sessanta, i festeggiamenti vennero sempre più spesso frequentati da lavoratrici e lavoratori stranieri e membri di nuovi movimenti sociali. Il 1. maggio divenne un fenomeno multiculturale con rivendicazioni internazionali. Dopo il 1964, anche in altri cantoni il primo maggio fu dichiarato giorno festivo.
Oggi in Ticino
Le celebrazioni del 1. maggio in Ticino non vedranno solo il fronte sindacale, ma un comitato allargato a tutte le forze politiche progressiste e associative, come già succede in altre parti della Svizzera. Lo slogan è «Uniti per salari, pensioni e lavoro di qualità» e il comitato è composto, oltre che dall’Unione sindacale svizzera USS (con le proprie federazioni: UNIA, VPOD, SEV, Syndicom e SSM), da Partito socialista, Verdi , Partito operaio popolare, Partito comunista, Forum Alternativo, SISA e Collettivo scintilla. L'obiettivo è «unire il settore pubblico e quello privato, celebrando le lotte che sono state fatte per le conquiste sociali».
Il ritrovo è alle 14.00 in stazione a Bellinzona. Il corteo partirà mezz'ora dopo verso Piazza Governo.