Guerra

Perché Mosca ha preso di mira i giornalisti della Rai

Il Ministero degli Esteri russo ha espresso una decisa protesta a Roma per le azioni dei giornalisti televisivi italiani Stefania Battistini e Simone Traini che «si sono infiltrati nella regione di Kursk»
© Rai/Tg1
Red. Online
17.08.2024 10:59

La Russia ha convocato l'ambasciatrice d'Italia a Mosca, Cecilia Piccioni, per protestare contro l'ingresso «illegale» dei due giornalisti della Rai Stefania Battistini e Simone Traini nella regione di Kursk, dove è in corso un'incursione delle forze ucraine.

Il ministero degli Interni russo ha espresso una decisa protesta a Roma e intenderebbe avviare un procedimento penale contro i due giornalisti del Tg1 che hanno realizzato un reportage dalla regione di Kursk. Per Mosca «si sono infiltrati nel territorio russo per coprire un attacco terroristico criminale da parte di militanti ucraini nella regione di Kursk». Si tratterebbe di un procedimento penale ai sensi dell'articolo 322 del codice penale russo «Attraversamento illegale del confine di Stato».

Stefania Battistini e Simone Traini hanno trasmesso un servizio dalla città russa di Sudzha, al confine con l'Ucraina, che dal 6 agosto è teatro di un'inedita offensiva ucraina. Durante il servizio sono stati mostrati i veicoli colpiti vicino al confine e i giornalisti hanno parlato con i residenti locali rimasti in città.

Avendo violato grossolanamente le leggi russe e le regole elementari dell'etica giornalistica, i «corrispondenti italiani hanno usato la loro presenza sul territorio del nostro paese per nascondere il sostegno propagandistico ai crimini del regime di Kiev», ha affermato il ministero. «Gli atti commessi dai cittadini italiani rientrano nel codice penale russo. Le autorità russe competenti stanno prendendo tutte le misure necessarie per accertare le circostanze che riguardano il crimine commesso dal personale della Rai per la loro valutazione legale e l'adozione di misure appropriate», si legge nel comunicato.

L'ambasciatrice italiana a Mosca, Cecilia Piccioni, ha difeso l'«indipendenza» della Rai. Piccioni – riferisce all'AFP un portavoce della Farnesina – ha spiegato durante l'incontro che la Rai, «e in particolare le redazioni, pianificano le loro attività in modo totalmente libero e indipendente».

Fonti della Farnesina hanno riferito che i due giornalisti si trovano al momento in Ucraina e non sono pervenute dalle autorità russe riscontri ufficiali alla notizia. «L'ambasciata d'Italia a Mosca, in stretto contatto con il ministero degli Esteri, sta effettuando le opportune verifiche».

Mosca accusa la NATO e parla di «missili USA»

Kiev avanza nel Kursk russo mentre Mosca accusa la NATO di aver avuto un coinvolgimento diretto nella pianificazione dell'attacco. Gli insediamenti sotto controllo sono oltre 80, compresa la cittadina di Sudzha, una ventina di chilometri dal confine. L'offensiva, «è mirata a convincere Mosca a impegnarsi in colloqui "giusti"», ha affermato il consigliere del presidente Volodymyr Zelensky, Mykhailo Podolyak. «Dobbiamo infliggere significative sconfitte tattiche alla Russia. Nella regione di Kursk, vediamo chiaramente come lo strumento militare venga oggettivamente utilizzato per convincere la Federazione Russa a entrare in un giusto processo di negoziazione». 

A Mosca, intanto, il principale consigliere dello zar del Cremlino, Nikolai Patrushev, ha puntato l'indice contro l'Alleanza atlantica. «È stato l'Occidente a portare al potere la giunta criminale in Ucraina. I Paesi NATO hanno inviato armi e istruttori militari in Ucraina, continuano a fornire informazioni d'intelligence e controllano le azioni dei gruppi neonazisti. E l'operazione nella regione di Kursk è stata pianificata con la partecipazione della NATO e dei servizi speciali occidentali». Nelle stesse ore, la BBC rivelava che i carri armati forniti da Londra sono stati utilizzati nell'incursione di Kiev: si tratta di 14 tank Challenger 2.

Un rappresentante regionale di polizia ha detto alla Tass che le forze ucraine hanno distrutto un ponte sul fiume Seim nel distretto di Glushkovsky della regione russa di Kursk. Mosca asserisce che per distruggere il ponte gli ucraini abbiano utilizzato sistemi missilistici di fabbricazione USA. Lo ha dichiarato sul suo canale Telegram la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova. «Per la prima volta, la regione di Kursk è stata colpita da sistemi missilistici di fabbricazione occidentale, probabilmente Himars americani. L'effetto è stato la distruzione completa del ponte e i volontari che stavano assistendo l'evacuazione della popolazione civile sono stati uccisi».

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