Perché svapare è molto pericoloso, gli esperti ticinesi: «Dobbiamo proteggere i ragazzi»

Costano poco. Sono facili da usare. Dolci al palato e dal profumo gradevole. Un travestimento perfetto. Dietro il quale si nasconde un pericolo enorme. E molto sottovalutato. Le sigarette elettroniche monouso, l’ultima frontiera del fumo, sono da un po’ di tempo al centro dell’attenzione. Non soltanto dei medici che si occupano di dipendenze. Ma anche della politica. Che tenta di limitarne la diffusione pure attraverso interventi legislativi molto drastici (vedi sotto).
«Svapare» è ormai molto più di un neologismo. Sta diventando un’abitudine. Purtroppo, anche di molti giovani e giovanissimi che ne fanno uso anche a scuola, probabilmente inconsapevoli degli effetti nocivi o potenzialmente tali del «fumo elettronico». Dea Degabriel, medico responsabile dell’ambulatorio di tabaccologia dell’ospedale regionale di Lugano, lancia nuovamente l’allarme: «Le sigarette elettroniche non sono innocue - dice al Cdt - al contrario, sono un problema di salute pubblica». Un pericolo grave, perché mascherato, non immediatamente riconoscibile.
Lo svapo, spiega Degabriel, è tecnicamente uno dei «sistemi elettronici di distribuzione di nicotina» (il cui acronimo inglese è ENDS, ndr). «Mi riferisco ad esempio alle “puff bar”, dispositivi che permettono di inalare un aerosol grazie al riscaldamento di un liquido contenente nicotina e aromi e che nella e-cigarette usa e getta è già inserito in un serbatoio» (mentre in altre è possibile ricaricarlo).
«Questo liquido potrebbe, in linea di principio, non contenere nicotina, ma ovviamente nessuno ha interesse a far circolare sigarette elettroniche che ne siano prive, dato che la nicotina crea dipendenza, è la droga che avvinghia il consumatore al prodotto».
Conseguenze polmonari
Oltre a creare dipendenza, lo svapo è anche pericoloso per altri motivi. «Studi recenti hanno dimostrato che c’è una risposta immunitaria e infiammatoria a livello polmonare in chi utilizza questi dispositivi, visto che le e-cigarette producono aerosol (e non ‘solo’ vapore), ovvero particelle più piccole in grado essere assorbite a livello degli alveoli polmonari». Non solo. «L’aerosol prodotto dalle sigarette elettroniche contiene anche sostanze tossiche - dice ancora Dea Degabriel - alcune delle quali note per essere nocive per il sistema nervoso, come l’alluminio e il piombo, e altre sostanze chimiche ancora sconosciute. Sostanze tossiche, che passano attraverso una batteria al litio e che poi vengono inalate, magari con 600 o 1500 tiri al giorno». Insomma, qualcosa di potenzialmente dannoso per la salute, e di cui si sa poco, visto che i fabbricanti, sin qui, non hanno mai dovuto rendere conto di ciò che utilizzano per confezionare i loro prodotti. «Sappiamo soltanto che il 90% degli e-liquids e degli aromi delle e-cig è importato dalla Cina, Paese che però ha vietato da tempo il commercio interno della maggior parte degli stessi aromi.
Studi allarmanti
Ma la preoccupazione maggiore degli esperti, di cui si fa portatrice la responsabile dell’ambulatorio di tabaccologia dell’ospedale regionale di Lugano, riguarda soprattutto «l’estensione senza controllo dello svapo. Ci sono studi molto allarmanti in proposito, anche relativi alla Svizzera. In un’inchiesta condotta in Romandia, bambini di 8 anni hanno dichiarato di aver consumato almeno una volta, nel mese precedente all’intervista, la sigaretta elettronica monouso. Questo significa che si sta aprendo la dipendenza nicotinica a soggetti che anni fa non avrebbero mai fumato alla loro età».
In passato, dice ancora Dea Degabriel, «il tiro di sigaretta o l’abitudine a fumare erano visti come una trasgressione e si sperimentavano intorno ai 14-15 anni, magari di nascosto. Era rarissimo vedere un bambino di 8 anni con una sigaretta. Noi, invece, abbiamo dovuto fare una legge per vietare la vendita delle sigarette elettroniche ai minorenni. Altrimenti le avremmo date loro, spesso acquistate dagli stessi genitori inconsapevoli della pericolosità. Perché, si pensava, non sono sigarette: sono colorate, profumate, tutto sommato non faranno male. E invece no, non è così. Il messaggio è un altro: gli svapo non sono innocui. Fanno male. Sono pericolosi».
Degabriel insiste nel sottolineare un punto: «Nelle sigarette elettroniche c’è la nicotina, favorirne l’uso significa aprire alla dipendenza da questa sostanza». C’è poi la questione del cosiddetto «gateway», ovvero il passaggio da una sigaretta elettronica a una sigaretta normale. «Svapare, come detto, crea una dipendenza da nicotina. Quando saremo stufi del melone o della fragola, o non li troveremo sul mercato, passeremo alla sigaretta tradizionale. Quindi, prima si inizia a svapare, prima si instaura la dipendenza dalla nicotina, più precoce sarà il gateway. Nessuno può garantire che tutti i ragazzi che svapano poi non passeranno a fumare le sigarette o cercare altri modi per assumere la nicotina: sacchetti, SNUS e così via. ». Sembra, semmai, più facile e quasi inevitabile il contrario.
Peraltro, aggiunge Dea Degabriel, «il consumo di nicotina ha effetti anche sul neurosviluppo dei giovani e giovanissimi consumatori di e-cig. Porta a disturbi del comportamento come irritabilità e ansia. La nicotina è una sostanza eccitante, i ragazzi poi fanno fatica a farne a meno, e questo è qualcosa da cui bisogna tutelarli».
Il divieto assoluto di vendita dello svapo è un provvedimento condivisibile, conclude Degabriel. «In Svizzera, giustamente, siamo sempre molto attenti a non limitare le libertà di ciascuno, ma vietare ai giovani l’utilizzo, il consumo o l’acquisto sia di sostanze derivate dal tabacco sia delle sigarette elettroniche significa soprattutto tutelarne il futuro. Questi giovani certo non hanno bisogno di rischiare una malattia da dipendenza. Devono piuttosto essere tutelati, sostenuti e facilitati a non cadere nella trappola».
Dal 1. ottobre vendita vietata ai minori in tutta la Svizzera
Tra due settimane, il 1° ottobre, in Svizzera entreranno in vigore la nuova legge sui prodotti del tabacco (LPTab) e la relativa ordinanza (OPTab). Norme che il Parlamento ha varato con l’obiettivo preciso di «proteggere la popolazione dagli effetti nocivi del consumo di tabacco e di nicotina». Oltre ai prodotti classici - per intendersi, sigarette, sigari e fumo da pipa - la LPTab disciplina anche le sigarette elettroniche con e senza nicotina e i prodotti del tabacco destinati a essere riscaldati: anch’essi dovranno rispettare le prescrizioni relative alla vendita e alla pubblicità e, in particolare, il divieto di acquisto da parte dei minorenni e il divieto di particolari forme di promozione. Termina, quindi, la situazione un po’ paradossale per cui le sigarette elettroniche rientravano nel campo di applicazione della legge sulle derrate alimentari (sebbene in numerosi cantoni, Ticino compreso, la vendita degli «svapo» ai minorenni fosse già vietata da tempo). La battaglia contro le sigarette elettroniche, soprattutto quelle usa e getta o monouso, non si ferma però alle nuove regole. Molti sono coloro i quali vorrebbero vietare del tutto il fumo liquido. Il 4 settembre scorso, il Parlamento del canton Giura ha vietato la vendita delle sigarette elettroniche usa e getta, approvando - con 55 voti favorevoli e soltanto 2 contrari - una mozione del deputato UDC Didier Spies in cui gli “sbuffi” sono definiti «aberrazione per la salute pubblica». In Ticino, la settimana scorsa, è stata invece presentata in Gran Consiglio una mozione interpartitica (prima firmataria Maddalena Ermotti-Lepori del Centro) con la quale si chiede al Consiglio di Stato di proporre urgentemente una modifica di legge che proibisca le sigarette elettroniche monouso nel cantone. «È urgente che il mondo della politica affronti seriamente la situazione e agisca di conseguenza - si legge nella mozione - Considerati la rapida diffusione di questi prodotti particolarmente nocivi per la salute dei (pre)adolescenti e il reale problema ecologico che essi rappresentano, è opportuno (in attesa di auspicati divieti a livello federale) adeguare la legge cantonale vietandone la vendita. Abbiamo il dovere di reagire rapidamente, perché questo fenomeno è una bomba a orologeria per la salute dei nostri giovani». Gli «auspicati divieti a livello federale» citati nel testo della mozione cantonale fanno riferimento a un’altra mozione, votata a sorpresa, e a larga maggioranza, dal Consiglio nazionale il 12 giugno scorso. Un testo, scritto dal deputato dei Verdi Christophe Clivaz, nel quale si sottolinea l’enorme pericolosità delle sigarette elettroniche monouso. Prodotti, sostiene Clivaz, che «possono contenere quantità elevate di nicotina, a volte addirittura superiori al limite legale di 20 mg/ml, corrispondente ad alcune centinaia di tiri di sigarette convenzionali, ossia a più di un pacchetto». Gli «svapo» attualmente sul mercato, «quasi tutti di produzione cinese, contengono sempre aromi e spesso nicotina sotto forma di sali - dice ancora il deputato vallesano - non più pericolosi della nicotina, ma in grado di rendere dipendenti con maggior facilità». Vittime predilette del fumo liquido sono i giovani: le sigarette monouso «contengono aromi zuccherati al sapore di frutta e sono promossi ossessivamente sui social media con il chiaro intento di far breccia tra bambini e adolescenti - dice Clivaz - Uno studio condotto a Losanna da Unisanté conferma la diffusione delle sigarette elettroniche monouso tra i giovani romandi: il 59% nella fascia di età tra i 14 e i 25 anni ne ha già consumate e il 12% ne consuma spesso, compreso il 9% nella fascia di età tra i 14 e i 17 anni».