Sanità

«Pianificazione fallimentare»

Il presidente dell’Ordine dei medici Franco Denti critica il documento che delinea le scelte strategiche per la sanità ticinese: «Manca di coraggio: la politica che non vuole fare male a nessuno e che vuole garantire tutto dappertutto, renderà impagabile la fattura»
© CdT / Chiara Zocchetti
Francesco Pellegrinelli
17.10.2024 21:30

«La nuova pianificazione ospedaliera cantonale è assolutamente fallimentare». Il presidente dell’Ordine dei medici Franco Denti è perentorio: «Il lavoro della Commissione sanitaria e sicurezza sociale del Gran Consiglio manca di visione».

A qualche giorno dal via libera del rapporto sull’atteso documento che dopo mesi di lavoro ha messo nero su bianco gli indirizzi strategici della sanità per i prossimi anni in Ticino, il presidente dell’Ordine interviene e, in vista del dibattito in Gran Consiglio, critica l’operato della politica: «Il relatore Matteo Quadranti ha definito la nuova Pianificazione ospedaliera “transitoria”. Quella appena approvata non è per nulla coraggiosa se pensiamo alle sfide che il nostro Cantone dovrà affrontare nei prossimi dieci anni: manca totalmente una visione della sanità del futuro». E ancora: «La politica dei piccoli passi, quella che non vuol far male a nessuno, quella che vuole garantire ancora tutto dappertutto, renderà impagabile la fattura».

La fattura, appunto. Che per i cittadini si traduce con premi di cassa malati sempre più cari. «Ricordo bene - dice Denti - le parole della consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider in occasione della conferenza stampa del 26 settembre sugli aumenti dei premi di cassa malati. All’indirizzo del consigliere di Stato Raffaele De Rosa disse che “non fa nulla di sbagliato”, ma che subisce gli errori del passato, lasciando intendere che il Ticino conosce una significativa sovra-offerta di prestazioni sanitarie, non da ultimo in ambito ospedaliero stazionario».

Ed è proprio nell’ospedaliero stazionario che - secondo Denti - occorre intervenire. Meglio: che la Commissione sanitaria sarebbe dovuta intervenire, anziché trovare «un compromesso» tra le differenti sensibilità geografiche e politiche del gremio.

«La consigliera federale ci ha anche detto che i premi continueranno ad aumentare nel 2026 e nel 2027: sono molto preoccupato per gli aumenti che i ticinesi dovranno pagare, dopo aver subito un aumento del 30% in tre anni», osserva ancora Denti. «Se non si fa nulla da subito, nel 2026 e nel 2027 i premi cresceranno in media ancora del 10% all’anno: il Ticino avrà l’invidiabile record di un aumento del 50% in 5 anni».

Secondo Denti, il Cantone deve quindi attivarsi già da subito per ridurre l’ospedaliero stazionario e non solamente per contenerne la crescita. Quanto, invece, alla formula individuata dalla Commissione, che per concentrare i mandati intende introdurre quote di mercato minime, Denti reagisce bollando la proposta come una «barzelletta». Secondo il presidente dell’Ordine, «la misura va esattamente nella direzione opposta a quella che ci imporrebbe di concentrare le prestazioni più specialistiche, in particolare quelle chirurgiche».

Pallottoliere alla mano, Denti ricorda infine che quasi il 20% della spesa complessiva del Cantone è destinata alla sanità. «Parliamo di quasi 800 milioni di franchi. Il Preventivo 2025 prevede infatti un onere pari a 360 milioni per la sua quota parte del 55% ai costi LAMal degli ospedali e delle cliniche su un costo complessivo di 670 milioni di franchi per il solo settore stazionario. Ulteriori 400 milioni sono destinati alla riduzione dei premi di cassa malati (RIPAM, ndr)». Ebbene, su questa cifra di 800 milioni, secondo Denti, un margine di manovra esiste: «Grazie al trasferimento di attività stazionarie verso l’ospedaliero ambulatoriale (ossia, senza ricovero) il Cantone potrebbe ridurre di almeno 50 milioni di franchi (il 5%) la sua quota parte. Ciò che impatterebbe, indirettamente, anche sui premi».

Di qui, appunto, la critica alla nuova pianificazione ospedaliera e al lavoro della Commissione sanitaria: «Per partorire questa cieca pianificazione, sono stati consultati più o meno tutti, tranne i medici che sono tra le figure fondamentali per far funzionare gli ospedali e le cliniche», avverte Denti. Il quale conclude: «Avremmo potuto indicare dove andare a concentrare gli sforzi per rendere più efficace e sostenibile la sanità ticinese, proponendo degli accorgimenti per ridurre i premi di cassa malati per gli anni 2026 e 2027, prima dell’entrata in vigore del finanziamento uniforme (EFAS) della sanità in Svizzera prevista per il 2028».