L'evento

Pioggia di paillettes su Zurigo: è arrivato l’uragano Taylor Swift

La pop star americana è giunta per la prima volta in Svizzera per i suoi due concerti – La città della Limmat è stata presa d’assalto da frotte di suoi fan – Tra loro molte ticinesi
© Keystone/ENNIO LEANZA
Prisca Dindo
09.07.2024 18:30

Sono le 8 del mattino, e alla stazione di Zurigo l’aria è frizzante. Al concerto più atteso dell’anno mancano ancora molte ore, ma le fan di Taylor Swift, la regina americana del pop internazionale, spuntano già qua e là. È la prima volta che Taylor Swift arriva in Svizzera per esibirsi nei due giorni di concerti del suo Eras Tour.

Un mondo variegato

Gli swifties, come vengono chiamati i sudditi adoranti della cantante, si riconoscono da lontano. Il loro look rispecchia le diverse ere della ventennale carriera della cantautrice, oggi 34.enne. C’è chi indossa maxi t-shirt con scritte in bella vista; chi romantici abiti floreali; chi body asimmetrici oppure stivali e cappelli da cowboy in pieno stile country. Glitter e paillettes sono ovunque, così come i famosi “friendship bracelets”, i braccialetti dell’amicizia fatti con le perline che ogni fan che si rispetti scambia con altri swifties durante i concerti. A Zurigo è arrivata un’orda di centomila fan per assistere agli imponenti spettacoli della cantautrice - quarantaquattro brani in scaletta, sedici cambi di costume, tre ore e mezza di canzoni - e la polizia è in allerta. Il timore è che lo stadio sia preso d’assalto da chi è rimasto senza biglietto, perché i due concerti sono andati sold out in un batter di ciglia.

«Canta i problemi di tutte»

«Se sono qui, è grazie a una mia amica», esclama Mirella, 23 anni, di Bellinzona, jeans glitterati e un sorriso che conquista. «È lei che, esattamente un anno fa, mi ha comprato i biglietti», dice la ticinese mentre si incammina a passo spedito verso il Letzigrund, spiegando che «prima arrivo ai cancelli, meglio è». Mirella non si accontenterà di un solo concerto, ma li vedrà tutti e due. Eppure dice di non essere una sfegatata: «Sono una swifty recente», risponde sorridendo. A far breccia nel cuore della ragazza sono soprattutto i testi della cantante «perché le parole delle sue canzoni parlano dei problemi che ognuna di noi può incontrare: l’amore, la solitudine, l’amicizia. È come se lei fosse la ragazza della porta accanto, non unacelebrità miliardaria».

Non un semplice concerto

«È vero, Taylor è una di noi», le fa eco un’altra fan bellinzonese, Ele, 23 anni, che per l’occasione sfoggia un top con farfalle e una gonna jeans. «Omaggio a Lover, il settimo album con cui Taylor ha celebrato l’amore in tutta la sua complessità», spiega con piglio serioso, quasi scusandosi di non aver cucito con le sue mani l’abito,contrariamente a molte altre swifties che ci sfrecciano accanto. «Cosa ci aspettiamo da questo show? Di goderci lo spettacolo cantando a squarciagola tutte le canzoni. Siamo supercariche, perché questo non è un semplice concerto, è un evento memorabile che non dimenticheremo facilmente».

Sbaglia chi pensa che si tratti di un fenomeno da baraccone per adolescenti piagnucolone. Agli studenti di lingua inglese dell’Università di Basilea quest’anno non basterà più conoscere Shakespeare per superare gli esami. Dovranno chinarsi anche sui testi di Taylor Swift. La facoltà di letteratura ha infatti inaugurato uno speciale seminario per approfondire le parole cantate nei concerti di Zurigo.

Dall’Ohio con candore

Sono soprattutto americani i seguaci di Taylor Swift. Ne incontriamo parecchi alla Turbinenplatz, dove è stato allestito un punto vendita per il merchandising. Quando arriviamo le roulotte sono ancora chiuse, tuttavia la coda davanti alle serrande è già lunga. «Il sogno di nostra figlia era di vedere Taylor Swift. Così abbiamo preso l’aereo e dall’Ohio siamo volati in Svizzera», ci raccontano orgogliosi i genitori di una ragazzina di 12 anni. Accanto a loro due giovani texane aprono ombrelli per proteggersi dal sole: «Sarà una giornata lunga», dicono. «Siamo arrivate stamattina da Nizza, e prima di andare allo stadio vogliamo comprarci alcune felpe di Taylor».

Un elicottero sorvola l’area, e molte mani si alzano in cielo a mo’ di saluto. Forse a bordo dell’elicottero c’è lei, la loro beniamina. Finalmente il negozio apre, e l’impressione è che tutti abbiano le idee in chiaro su cosa comprare. In vendita ci sono felpe, magliette, manifesti e borse in stoffa. I prezzi oscillano dai 30 agli 85 franchi. «Troppo care? No, ne vale sempre la pena», dice un signore in là con gli anni: «Sì, sono uno swifty attempato, ma questo è il mio concerto», spiega sorridendo. Sedute a terra ci sono altre swifties che si scambiano i braccialetti: «Ci siamo conosciute poco fa. Taylor è anche questo: grazie ai suoi braccialetti conosciamo gente simile a noi; ci sentiamo parte di una grande comunità e ciò ci riempie il cuore».

«Tutto così fantastico!»

Allo stadio iniziano a formarsi code chilometriche. Per ingannare l’attesa, alcuni giocano a carte, altri inanellano perline. Il sole è cocente, e le persone che si sentono male vengono subito soccorse. La colonnina di mercurio oltrepassa i trenta gradi e l’ombra è inesistente. Verso le 16, si aprono i cancelli: finalmente le schiere di fan si impossessano dei propri posti. «Che emozione!», esclama Cami, un’altra giovane ticinese accorsa a Zurigo insieme al papà. «Sono talmente vicina al palco - dice - che mi sono venute le lacrime agli occhi dalla felicità. È tutto così fantastico!».

«Un Tschüss»

Nel frattempo, nel mondo virtuale dei social, il clima è rovente. Più si avvicina l’ora del concerto, più aumenta l’ansia delle community dedicate alla cantante. La lingua ufficiale delle swifties é l’inglese, anche se qualcuno sulle community spera in un exploit della cantante in svizzero tedesco: «Pensa se invece di aprire il concerto con un “Hi”, ci saluta con un Tschuss, ti immagini?», scrive Gabriel. Moltissimi raccomandano di bere tanta acqua, mentre altri postano i loro look pieni di luccichii e di colori dell’amicizia.

Taylor Swift è una potenza. Non soltanto perché è la prima cantante della musica planetaria in grado di far impennare a ogni sua apparizione il prodotto interno lordo delle città investite dal suo Eras Tour. Ma anche perché vanta eserciti di adepti che marciano compatti al suo fianco. Il pianeta Swifties è popolato soprattutto da giovanissime e giovanissimi, ma anche le generazioni precedenti sono affascinate dal suo universo musicale. C’è chi è cresciuto con lei e chi l’ha conosciuta grazie ai figli.

Guai attaccarla: ne sanno qualcosa quei pochi giornalisti che hanno osato scrivere articoli critici sulla cantautrice. Sono stati messi talmente alla gogna dagli swifties, che per un lungo periodo non hanno più potuto firmare i loro articoli. Lei è la regina, e la regina planetaria non si tocca.

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