Politica

Preventivo, i «partitini» incontrano il Governo

Questa mattina Avanti con Ticino&Lavoro, PC e Verdi liberali hanno avuto un momento di confronto con alcuni esponenti del Consiglio di Stato sulla situazione finanziaria del Cantone - Mirante: «Così non va, serve un gruppo di lavoro esterno» - L’MPS diserta: «Abbiamo una dignità»
© CdT/Gabriele Putzu
Martina Salvini
11.10.2024 22:00

Forse per la primissima volta, oggi i partiti che non fanno gruppo in Gran Consiglio - e che dunque non hanno esponenti nella Commissione gestione e finanze - hanno incontrato il Consiglio di Stato per un primo confronto sul Preventivo 2025. Alla riunione erano presenti esponenti dei Verdi liberali, del PC e di Avanti con Ticino&Lavoro, da cui è partita la richiesta di avere un colloquio con l’Esecutivo. «Un’occasione importante per i partiti che non fanno gruppo», la definisce la co-fondatrice del movimento, Amalia Mirante. «Il Governo - spiega - ha presentato i punti salienti del preventivo e c’è stata l’opportunità di fare osservazioni e domande». Al di là delle misure, «da parte nostra è stata ribadita l’importanza di creare un gruppo di lavoro composto da esperti esterni - sul modello di quanto fatto dalla Confederazione - che possa avanzare proposte senza tabù e paletti. Siamo infatti convinti che la politica, da sola, non sia in grado di trovare una soluzione seria al risanamento delle finanze cantonali. Sono troppi i portatori di interesse e, purtroppo, pare ormai evidente che l’esercizio di ripianare i conti non si possa fare dall’interno». Il rischio, prosegue Mirante commentando il preventivo, è di «portare avanti un’agonia» che si ripete di anno in anno: «Così non si può andare avanti», chiosa. «Pensare di risanare le finanze aumentando da 10 a 40 centesimi il costo delle merendine nelle scuole fa capire a che punto siamo arrivati. Siamo completamente fuori strada. Per riuscire a rivalutare 4,5 miliardi di spesa pubblica servirebbe tutt’altro approccio, un maggiore rigore». Al di là delle singole misure, però, è proprio l’impostazione di base del preventivo a non convincere Avanti con Ticino&Lavoro. «Si tratta di micro-misure che, data l’entità della spesa pubblica e degli aumenti previsti nei prossimi anni, sono irrisorie e non possono avere alcun impatto». Insomma, «in alcuni casi anziché mettere sotto la lente le varie voci di spesa e capire se abbiano tutte davvero un’utilità e siano prioritarie, ci si limita a spostarle dalla gestione corrente al fondo Swisslos senza affrontare il problema di fondo».

L’incontro, dice anche Massimo Mobiglia (PVL), è stato un momento di «confronto positivo». Il PVL, prosegue, nelle prossime settimane studierà nel dettaglio le varie misure contenute nel Preventivo. «A differenza degli altri, però, noi non sposiamo il partito del ‘‘più tasse’’ o ‘‘meno tasse’’ ma analizziamo razionalmente le varie misure». In generale, però, anche Mobiglia sposa l’idea di un gruppo di lavoro esterno: «Trovo sia una proposta interessante per capire in che modo intervenire a livello strutturale in maniera neutra e oggettiva».

Inizialmente, rileva invece Massimiliano Ay (PC) «eravamo scettici su questo incontro con il Governo. Avremmo infatti preferito essere trattati come tutti gli altri partiti presenti in Gran Consiglio, e non come se ci fossero partiti di serie A e di serie B». Tuttavia, ammette, «è stata apprezzabile l’apertura dimostrata dal Consiglio di Stato anche nei nostri confronti». Detto ciò, entrando nel merito del Preventivo 2025, «questa impostazione rimane critica perché si vanno a colpire i bisogni sociali della popolazione». Per questa ragione, anche il PC scenderà in piazza il 16 ottobre al fianco dei sindacati per protestare contro le misure proposte.

«Non siamo i figli della serva»

Alla riunione con il Governo, dicevamo, non tutti hanno deciso di presenziare. «Essere convocati l’11 di ottobre quanto il preventivo è già stato presentato a tutti è ridicolo. Non siamo mica i figli della serva», commenta in proposito Matteo Pronzini (MPS). «A differenza degli altri, non abbiamo bisogno di essere legittimati partecipando a un incontro con il Governo. Abbiamo un minino di dignità». L’MPS, evidenzia, «darà una chiara risposta il 16 ottobre, partecipando alla manifestazione indetta dai sindacati contro questo preventivo, le cui misure vanno a nostro avviso combattute, anche se non sarà facile». Da parte sua, Mirante difende però l’utilità dell’incontro. «I partiti che non c’erano? Scelta loro. Per noi era importante esserci. Siamo entrati in Parlamento con l’intenzione di dare un contributo e ci piacerebbe essere considerati come gli altri partiti e, se si potesse, gradiremmo essere coinvolti in tutti i messaggi importanti».