Pronte nuove sanzioni UE: colpita la disinformazione russa
L'Unione europea ha preparato nuove sanzioni contro più di 10 persone e tre entità giuridiche nell'ambito del primo pacchetto di misure rivolte alla Russia per le sue operazioni di disinformazione e altre attività ibride: lo scrive Bloomberg.
Secondo una bozza visionata dall'agenzia di stampa statunitense, le misure proposte riguardano diversi ufficiali e gruppi dell'intelligence russi, funzionari governativi e imprenditori dei media.
Inoltre, vengono proposte ulteriori sanzioni contro la Bielorussia, che riguardano una ventina di persone accusate di violazione dei diritti umani o che traggono materialmente vantaggio dai loro legami con il regime dell'autoproclamato presidente del Paese, Oleksandr Lukashenko.
I ministri degli Esteri dell'Ue approveranno i pacchetti in una riunione lunedì a Bruxelles in vista delle elezioni del mese prossimo in Bielorussia.
Intanto, il presidente serbo, Aleksandar Vucic, ha annunciato che tra qualche giorno gli Stati Uniti imporranno sanzioni a Nis (Naftna Industrija Srbije), la compagnia petrolifera nazionale, a causa della maggioranza del suo capitale azionario detenuto dal colosso russo Gazprom.
"Devo dire che si tratta di una delle notizie peggiori degli ultimi anni, ci è stata confermata, non abbiamo ancora ricevuto un documento ufficiale, ma la notizia ci è stata confermata, e i nostri servizi l'hanno confermata insieme a servizi amici", ha detto Vucic, parlando in serata sul canale Tv Informer. "Ci aspettavamo questo un anno e mezzo fa da parte della Ue, ma arriverà dall'America, e sono probabilmente sanzioni molto dure", ha aggiunto il presidente.
Gazprom possiede oltre il 50% di Nis, maggiore gruppo petrolifero ed energetico della Serbia, attivo e presente anche in altri Paesi della regione con oltre 400 stazioni di servizio.
Dal canto suo, l'ente di controllo delle comunicazioni russo Roskomnadzor ha dichiarato di aver bloccato l'accesso all'app di messaggistica Viber, ultimo di una serie di social media ad essere stato bandito dalle autorità di Mosca.
In un comunicato citato dai media internazionali, Roskomnadzor afferma che il blocco è correlato a una violazione delle norme relative alla prevenzione del terrorismo, dell'estremismo e dello spaccio di droga.
Rakuten Group, che possiede Viber, non ha al momento voluto commentare il provvedimento. Il suo fondatore e amministratore delegato Hiroshi Mikitani aveva pubblicizzato l'app come un modo per contrastare quella che ha definito propaganda russa.