Prospettive solari per il fotovoltaico

Lei ha un impianto fotovoltaico sul tetto di casa? «Sì, non ho potuto sfruttare tutto il tetto perché ci sono abbaini, camini e situazioni d’ombra, però ho installato comunque un impianto di 11 kilowatt e funziona benissimo. Non sto tanto a guardare cosa produce, l’ho fatto proprio perché secondo me è fondamentale farlo, e se poi l’energia prodotta non la consumo io sarà disponibile per qualcun altro».
Giovanni Bernasconi, direttore della Divisione dell’ambiente del Cantone, presidente di TicinoEnergia, di energia e piani di sviluppo se ne intende. Lo abbiamo contattato per accennare «sullo stato del fotovoltaico» a 26 anni dal 2050, quando il saldo netto delle emissioni comincerà a essere pari a zero - almeno secondo gli intenti dei governi europei. Un obiettivo raggiungibile anche grazie allo sviluppo delle tecniche che consentono di produrre energia da fonti rinnovabili, non soggette a esaurimento («finché il sole splenderà su le sciagure umane», già scriveva Ugo Foscolo quattro anni dopo la nascita del Canton Ticino).
Tendenza del solare in Ticino
Come sta il fotovoltaico in Ticino, brilla il sole oppure piove? «Negli ultimi 10 anni, in particolare da quando nel 2014 il Cantone ha introdotto gli incentivi attraverso il Fondo energie rinnovabili (FER), abbiamo rilevato un incremento abbastanza incredibile degli impianti installati - osserva Giovanni Bernasconi - Nel 2022 si contavano circa 9.000 impianti fotovoltaici pari a 153 megawatt e se si considera che si era partiti da poche centinaia…».
I dati statistici del 2023 non sono ancora disponibili, ma le stime sono rilevanti. «Sappiamo che sono state fatte richieste di incentivo per quasi 3.000 impianti, ciò non vuol dire che nell’anno corrente siano stati installati tutti. Possiamo tuttavia stimare che nel 2023 ne siano stati implementati circa 2.000, con richieste di oltre 50 megawatt, si può pertanto valutare dire a fine 2023 si sia arrivati a circa 200 megawatt. In generale si può quindi affermare che la tendenza sia quella di una crescita esponenziale continua e che quindi stiamo andando nella buona direzione».
Direzione che ha ricevuto un’ulteriore accelerazione. «In effetti il Consiglio di Stato ha fissato un altro obiettivo molto ambizioso spiega Bernasconi -. Con l’aggiornamento del Piano energetico e climatico cantonale, l’asticella è stata fissata a 1.300-1.400 megawattora, ossia 7 volte tanto installato finora».
Un obiettivo che potrà essere raggiunto proseguendo lungo almeno tre sentieri. «Il cambiamento di mentalità - prosegue il direttore della Divisione -. Se una volta la politica energetica non dico fosse calata dall’alto, ma era dettata da contingenze che non tutti condividevano, oggi credo che tutti sappiano di cosa stiamo parlando». Una consapevolezza che potrà favorire comportamenti più responsabili in materia di consumo energetico, da cui peraltro oggi la nostra vita quotidiana dipende. «La mentalità è cambiata - ribadisce Bernasconi ma deve essere ancora più proattiva. Se vogliamo raggiungere i nuovi obiettivi prefissati dal Consiglio di Stato dobbiamo comunque dare un’accelerata».
Un’altra strada verso lo sviluppo del fotovoltaico deriva anche dalla «modifica della legge sull’energia di quest’anno inerente ai nuovi edifici - continua Bernasconi -. L’impianto fotovoltaico è un obbligo, come gli impianti sanitari, il riscaldamento, … fa parte della tecnica di un edificio».
L’obiettivo delle 1.400 megawattora circa potrà essere raggiunto anche grazie a modifiche strutturali. «A livello cantonale - commenta Giovanni Bernasconi - abbiamo organizzato una serie di eventi di sensibilizzazione per industriali, proprietari di grandi edifici e capannoni sopra i 300 m2, che rappresentano «solo» il 14% circa di tutti gli edifici in Ticino, ma che riuscirebbero ad arrivare al 35% della produzione potenziale globale di tutti gli edifici del cantone. Sarebbe importante che i proprietari di questi edifici fossero sensibili a questa transizione, a questo sistema di produzione di energia elettrica».
Incentivi e «conti della serva»
«Dal 1. aprile ci sono due incentivi, federale e cantonale. Quello cantonale corrisponde al 50% di quello federale che si attesta sui 380 franchi per kilowatt per un impianto domestico fino a 30 kilowatt. L’incentivo cantonale è di 190 franchi, per un totale di incentivi di 570 franchi per kilowatt. Se vogliamo fare i calcoli della serva - prosegue l’esperto di energia - se si installa un impianto di 10 kilowatt che corrispondono a un tetto di circa 100 m2, si riceveranno 5.700 franchi di incentivi. Se calcoliamo quindi un costo di 2.000-2.500 franchi al kilowatt per questo tipo di impianti, ecco che a carico del proprietario vanno 15-16.000 mila franchi, con la percentuale di incentivi pari al 20-25% dell’investimento complessivo». Per continuare a ragionare di soldi. «Il fotovoltaico è uno dei pochi impianti di un edificio che si ammortizza nel tempo grazie a ciò che si risparmia sulla bolletta. In queste settimane si assiste anche a una grande discussione sui costi di ripresa dell’energia elettrica, in ogni caso, oscillazioni di prezzo a parte, ciò che è stabile è che sull’arco di una quindicina d’anni mediamente si ammortizza un impianto che dura più di 30 anni».
Autoconsumo e «comportamento virtuoso»
«La quota di autoconsumo senza batteria è abbastanza interessante, se ad esempio nell’edificio si dispone di una termopompa, si può arrivare a una quota del 30-45% a dipendenza delle abitudini, a seconda delle condizioni meteo, se si ha un riscaldamento che va a energia elettrica. Altrimenti la cifra scende al 20%. In tal senso, l’impiego della batteria - in Ticino sta leggermente aumentando ma sempre nell’ordine del «pochi» - può essere interessante per aumentare il consumo proprio, soprattutto nelle mezze stagioni, quando riesce a far raggiungere un grado di autoconsumo quasi del 100%». L’implementazione di pannelli solari, a detta di alcuni produttori-consumatori di energia elettrica da fonte rinnovabile da noi contattati, ha favorito in loro una maggiore attenzione inerente al consumo. «Confermo – osserva Giovanni Bernasconi, che il fotovoltaico lo impiega a casa -. Sistemi di monitoraggio permettono di vedere quando si produce energia, ciò che si consuma e questo può portare a cambiare un po’ le abitudini, ad esempio utilizzare la lavatrice e la lavastoviglie di giorno piuttosto che la sera tardi. In effetti l’autoconsumo può essere regolato da un comportamento virtuoso».
Chiedere al direttore della Divisione dell’ambiente quali siano i «contro» del fotovoltaico, sarebbe come chiedere a un centravanti di calciare volutamente a lato a porta vuota. Giovanni Bernasconi, espone tuttavia una criticità. «Per l’evoluzione dell’installazione degli impianti fotovoltaici tra i problemi maggiori vi sarà quello relativo al tetto degli edifici e alle sue condizioni». La copertura di un edificio relativamente vecchio è in grado di sopportare il peso dell’impianto? Quanto inciderà la ristrutturazione di un tetto sull’investimento complessivo portandolo magari da 30.000 a 100.000 franchi. «Sarà proprio questo il limite, perché bisognerà che i vecchi edifici vengano ristrutturati per poter far progredire anche il fotovoltaico».
Le tariffe ballerine infiammano gli animi, per l’esperta preferibile «l’autoconsumo»

La risposta alle tariffe ballerine? Consumare subito l’energia prodotta dai pannelli solari ». Kim Bernasconi, ingegnere titolare della Greenkey di Pregassona, ribadisce un concetto molto chiaro per chi si occupa di installazioni di impianti solari come lei. Se non volete rimanere delusi dalle fluttuazioni dei prezzi decisi di anno in anno per l’energia solare che i vostri pannelli hanno prodotto in eccesso, meglio optare per l’autoconsumo.
Risparmio e mancato guadagno
Approfittare il più possibile della presenza del sole per organizzare le macchine da lavare, per fare l’aspirapolvere oppure per azionare la lavastoviglie vi fa risparmiare. «Chiaro che a mezzogiorno ho così tanta energia in esubero che sono obbligata a metterla in rete perché faccio fatica a consumarla tutta» puntualizza Bernasconi. «Tuttavia - aggiunge - più energia homemade utilizzo, minore sarà il costo della bolletta alla fine del mese». Come dire che se non guadagno da una parte, almeno risparmio dall’altra.
In calo lo slancio ecologico
La notizia del taglio da parte di Aet, l’Azienda Elettrica Ticinese, della tariffa riconosciuta ai proprietari di pannelli fotovoltaici per l’acquisto dell’energia in eccesso ha infiammato gli animi. Dai 22,5 centesimi versati nel 2022 si è passati agli 8,5 del 2023. Un colpo di mannaia che potrebbe far cambiare idea a chi oggi intende puntare sull’energia solare per la propria abitazione o per l’azienda.
«Se dieci anni fa la voglia di pannelli fotovoltaici era dettata soltanto dai motivi ecologici ed ambientali, ora è il lato finanziario a spostare sempre più spesso l’ago della bilancia. Gli incentivi federali e cantonali da una parte e dall’altra la possibilità di guadagnare grazie alla vendita dell’energia prodotta in più hanno fatto la differenza in questi anni» racconta Bernasconi, la quale si dice pure lei sorpresa dell’annuncio dell’Aet.
Attese disattese
«Ci aspettavamo che quest’anno le tariffe raggiungessero i 15 centesimi, non che scendessero a 8, 5 - spiega Bernasconi - anche alla luce del regolamento votato lo scorso novembre a Berna, che dice che le aziende elettriche devono pagare l’elettricità fotovoltaica ad un prezzo almeno uguale al prezzo di base dell’elettricità tradizionale; si vede che l’Aet, vendendo energia anche ad altre aziende elettriche, non deve sottostare a questo regolamento ma si basa su altri sistemi o calcoli, come quello della borsa elettrica Svizzera ».
«Investire nell’impianto è interessante»
Se il Ticino, in quanto «Sonnenstube» la velocità di incremento degli impianti negli ultimi anni è stata elevata, in Svizzera lo è stata ancora di più. Il dato svizzero può essere spiegato dal fatto che nella Svizzera interna vengono sfruttati maggiormente i tetti di grandi dimensioni. In termini di kilowatt, in Ticino il 94% degli impianti si situa sotto i 30 kilowatt e il 2% sopra i 100 kilowatt. 2% che ricopre peraltro il 34% della potenza dei circa 9.000 impianti installati finora sul territorio cantonale.
Al di là delle fluttuazioni delle tariffe decise da Aet, l’investimento in un impianto fotovoltaico rimane comunque molto interessante «perché lo si ammortizza in circa 10 anni, poi è tutto guadagno fino a 30 anni di vita dell’impianto».
Oggi chi decide di puntare sull’energia solare riceve diversi aiuti finanziari. Da una parte ci sono i sussidi federali, che coprono il 20% circa dei costi di ogni singolo impianto; dall’altra quelli cantonali, con una copertura pari al 10% circa.
Gli enti pubblici si fanno concorrenza
In Ticino il sistema è particolare. Se accettiamo il sussidio cantonale siamo costretti a vendere la nostra elettricità solare in più soltanto all’Aet. Se invece rinunciamo all’incentivo cantonale, possiamo bussare alla porta delle aziende elettriche regionali. Alcune propongono lo stesso modello del Cantone: un sussidio in cambio dell’esclusività sulla vendita dell’energia prodotta in eccesso. La differenza la fa il prezzo, che fluttua di volta in volta. «Quando i nostri clienti ci chiedono consigli su quale via percorrere noi facciamo fatica, perché non sappiamo in anticipo quali saranno le tariffe di uno o dell’altra azienda parastatale - commenta concludendo Kim Bernasconi - ciò mette molto a disagio noi installatori, perché abbiamo due enti pubblici che si fanno concorrenza».