Russia

Pugno di ferro per i russi che piangono Navalny: oltre 400 arresti

Secondo la ONG OVD-Info, le autorità avrebbero fermato centinaia di persone in 36 città: incognite sulle cause del decesso e sulla restituzione della salma dell'oppositore alla sua famiglia
©NILS MEILVANG
Red. Online
18.02.2024 11:31

L’improvvisa morte di Alexei Navalny non ha solamente suscitato indignazione in gran parte dell’Occidente, ma pure in Russia, dove le proteste sono state immediatamente trattate con il pugno di ferro. Secondo OVD-Info, uno dei più importanti gruppi russi per i diritti umani, oltre 400 persone sono state poste in stato di detenzione mentre rendevano omaggio all’oppositore del Cremlino deceduto nella remota colonia penale artica IK-3.

La scomparsa del 47.enne rappresenta un duro colpo per i molti russi che avevano riposto le loro speranze in un futuro senza l’ingombrante presenza del presidente Vladimir Putin. Centinaia di persone in 36 città russe, tra venerdì e sabato, hanno deciso di omaggiare Navalny recandosi con fiori, foto e candele ai monumenti dedicati alle vittime della repressione politica. Secondo la Associated Press, che cita OVD-Info, da allora, sono state arrestate 401 persone a cui ora il gruppo umanitario cercherà di fornire assistenza legale.

Più di 200 arresti sono stati effettuati a San Pietroburgo, la seconda città più grande della Russia, e tra le persone finite in manette risulta esserci anche Grigory Mikhnov-Voitenko, un sacerdote della Chiesa ortodossa apostolica. Il fermo sarebbe avvenuto dopo l’annuncio sui social media di voler tenere una cerimonia commemorativa per Navalny. L’uomo sarebbe stato accusato di aver organizzato una manifestazione non autorizzata e portato in una cella di detenzione prima di esser trasferito in ospedale a causa di un ictus. I tribunali di San Pietroburgo hanno inflitto pene detentive a 42 delle persone arrestate: dovranno scontare da uno a sei giorni di carcere, mentre altri nove sono stati multati. A Mosca, secondo OVD-Info, almeno sei persone sono state condannate a scontare 15 giorni di carcere. Una persona è stata incarcerata anche nella città meridionale di Krasnodar e altre due nella città di Bryansk, stando alle informazioni diffuse dalla ONG.

Il sito Meduza ha intervistato diversi lettori russi, chiedendo loro un pensiero su Navalny e sulla sua tragica fine: c’è chi lo ha definito un «supereroe», un «pazzo coraggioso» e un «simbolo». « Non ha vissuto invano. Ha vissuto come un eroe ed è morto allo stesso modo. Nonostante il Cremlino e Putin volessero disperatamente umiliarlo e intimidirlo, non ci sono riusciti. Tutte queste piccole, patetiche, persone che lavorano per la macchina repressiva corrotta hanno il sangue di quest'uomo sulle loro mani. Così come il sangue di tanti altri prigionieri politici», ha commentato qualcuno.

La notizia della morte di Navalny è arrivata un mese prima delle elezioni presidenziali in Russia che, secondo le previsioni, conferiranno al presidente Vladimir Putin altri sei anni di potere. Ad oggi restano ancora molte incognite sulla morte di Navalny e non è ancora chiaro quando le autorità restituiranno il corpo dell’oppositore alla sua famiglia. Secondo Kira Yarmysh, portavoce di Navalny, il 47.enne sarebbe stato «assassinato» e il ritardo nella restituzione della salma sarebbe un modo di prendere tempo per coprire le tracce dell’omicidio. Leonid Volkov, il più stretto collaboratore dell’oppositore russo, ha dichiarato: «Tutto nella colonia è filmato da telecamere. Ogni passo che ha fatto è stato ripreso da tutte le angolazioni in questi anni. Ogni dipendente è dotato di un videoregistratore. In due giorni non è trapelato o pubblicato un solo video». Le autorità hanno riferito alla madre di Navalny che il figlio è deceduto a causa della «sindrome da morte improvvisa».

Morto prima di uno scambio prigionieri?

Il quotidiano popolare Bild sostiene che Alexei Navalny sia morto «forse poco prima di una sua possibile liberazione» nell'ambito di uno «scambio di detenuti» tra Usa, Russia e Germania. «Era in programma uno scambio di prigionieri tra Mosca, Washington e Berlino. Putin voleva riavere l'"assassino di Tiergarten", un agente che aveva sparato a un oppositore del regime a Berlino nel 2019. Lo ha persino accennato pubblicamente in un'intervista con Tucker Carlson. Si parlava della possibilità che Putin, in cambio, rilasciasse Navalny», scrive il sito del giornale senza fornire altri dettagli in proposito.

«Navalny è morto il 16 febbraio 2024, giorno di inizio della Conferenza sulla sicurezza di Monaco. Esattamente un mese prima delle elezioni presidenziali in Russia. E forse poco prima della sua possibile liberazione» premette il giornale.

Solo due giorni prima dell'inizio della Conferenza, mercoledì, era circolato sui media un no-comment del Cremlino su un possibile scambio di prigionieri con gli Stati Uniti che chiedono il rilascio dell'ex marine Paul Whelan e del giornalista Evan Gershkovich, entrambi detenuti nelle carceri russe con accuse di spionaggio. Il giorno prima il segretario di Stato americano Antony Blinken aveva dichiarato di aver parlato con Whelan in una rara telefonata concessa dalle autorità russe.

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